Quattro fresche commedie ed un film di fantastoria

Quattro fresche commedie ed un film di fantastoria SULLO SCHERMO , Quattro fresche commedie ed un film di fantastoria «Chi vuole dormire nel mio letto?» e «L'appartamento delle ragazze», frizzanti pellicole francesi - «Mia moglie ci prova», vicenda coniugale americana - « Due più due fa sei », garbata storia inglese - « Roma contro Roma »: guerra fra legionari in Armenia (Lu.v) — La pigra programmazione estiva chiede aiuto a due filmetti francesi che col loro frizzo commerciale riattizzino la voglia di andare al cinema. Il primo, Chi vuole dormire nel mio letto? (in origine «Comment les séduire»), diretto da Andre Hnnebelle senz'eccessivo sforzo d'inven- zione, è imperniato sul vecchio motivo della «simpatica canaglia », un avvocato imbroglione che dopo due anni di gattabuia si dà all'arte del seduttore, adescando mediante «pie- coli annunci» donne ricche esole. Ma molto meno fortunato di Verdoux, il nostro Charles si imbatte in donne volpine che 10 metterebbero nel sacco (una gli propone di liberarla del marito mediante veleno, e un'altra addirittura gli accolla un delitto bell'e consumato), se con opportune schivate il vecchio mariuolo non si salvasse da quelle streghe; ma per ricadere sotto il dominio della vecchia amante che lo aveva mandato in prigione, e che ora con una nuova astuzia, che però le ricasca in capo, fa di tutto per rimandarcelo. Finalmente il nostro Casanova trova la pace impalmando la proprietaria d'una piccola pensione che Io nomina cuoco-pasticcere: è poco; ma meglio il poco che niente. Paul Meurisse, col suo piglio prelatizio, le sempre piacenti Michèle Morgan e Danielle Darrieux, una gustosa Sandra Milo, danno sapore alla commedia, che quantunque un po' vecchiotta e prolissa e allentata, non manca d'una certa eleganza, che in gran parte le viene dalla spiritosa leggerezza che vi mettono i bravi interpreti. (Romano) — Più moderno nei toni e nell'esecuzione, ma con un soggetto poco dissimile, anche L'appartamento delle ragazze (« L'appartement des filles », c7ie il regista Michel Deville ha tratto da un suo romanzo) mette in campo un bricconcello che s'impegola con le donne. E' un tal Tiberio, contrabbandiere di bella presenza, specializzato in lingotti d'oro, che circuisce una giovane hostess per farsela complice nel trasporto della refurtiva da Parigi a Bombay. La ragazza convive a Parigi con due amiche; e altrettanto svitate quanto oneste, esse prendono lungamente per il bavero11 giovanotto, che quando crede di averne convinta una a tenergli mano nel contrabbando, allora si accorge di essere stato da lei ricondotto sulla retta via, magari con la complicità dì qualche spogliarello (ma il fine giustifica i mezzi)Il divertimento che il film vorrebbe procurare con le studiate movenze d'un ballettonasce invece, più modestamente, da qualche trovatina episodica (come la recita delle ragazze nel teatrino improvvisato fra le pareti domestiche)per non dire soltanto dal vezzoso prodigarsi delle tre belle interpreti — Mylène Demongeot, Sylva Koschia e Renate \Eivert — intorno al fortunato Samy Frey, il cui tenebroso cipiglio incontra il favore femminile sullo schermo e nella vita. |, p. (Astor) — Di nuovo insieme in una vicenda coniugale d! dispetti amorosi, Lucilie Bale Bob Hope litigano stavolta a causa di una commedia: lela scrive, lui la stronca. E non soltanto a parole invitando bonariamente la moglie a tornarsene ai fornelli, ma anche, poiché la sua professione è proprio quella di cronista teatrale, con una feroce recensione quando l'improvvisata autricesorda ai consigli del maritos'intestardisce a farsi rappresentare. S'arriva sull'orlo dedivorzio (c'è di mezzo un giovane regista), ma alla linecaduta la commedia anche sotto i colpi degli altri criticitutto s'accomoda. Tratto da un lavoro teatrale di Ira Levin, e senza che lo sceneggiatore Jack Sher abbia fatto molto per nasconderlo, Mia moglie ci prova («Critic's choice») richiama alla mente l'analogo Non mangiatle margherite, dove un critico era alle prese con una mogliattrice, e coinè quel film diverte più con il dialogo vivace a volte spiritoso che con icomplicarsi di casi abbastanza prevedibili. La regia, accurata, è di Don Weis. Contornatda buoni caratteristi. Bob Hope non fa soltanto ridere macome da qualche tempo a questa parte, rivela anche alcunfinezze d'attore. La spigliata Lucilie Ball, un po' frenata or dagli anni, gli dà eflìcaoemen te la replica. Grande schermo e colore. (Doria) — Mentre fugge con un'amichetta per sottrarsi alle conseguenze di una bravata, un aviere americano di stanza in Inghilterra si trova sul sellino posteriore della propria motocicletta un'altra ragazza: la sua, favorendo l'equivoco il casco e gli occhialoni, finisce naturalmente sulla moto di un altro. Su questa trovata cerca di reggersi, e a volte vi riesce, Due più due fa sei C«Tiro and tifo moke six») dell'inglese Freddie Francis. E rn da sé che lo scambio si dimostrerà vantaggioso per entrambe le coppie. La commedia, tranne nello spunto iniziale, non e. molto originale, ma condotta abbastanza garbatamente dal regista Freddie Francis, ha un discreto protagonista nell'americano George Chakiris, già portoricano in West Side Story e toscano nella Ragazza di Bube, con il quale, sono la graziosa Janet Scott e la provocante Jackie Lane. vice (.Corso) - Lo scoile a colori Roma contro Roma non è la cronaca di un derby storicomitologico ambientato una ventina di secoli fa. E' invece un film spettacolare nel quale il regista Giuseppe Vari racconta in maniera dignitosa una vicenda non priva di una sua popolare suggestione: quella di un esercito spedito dal senato romano in Armenia e posto di fronte ad altri legionari, pure romani, scatenati contro i confratelli da un sacerdote-mago, Aderbale. Costui, che si vale della protezione di una dea crudele, figlia di Osiride, prima fulmina le legioni, poi, con la collaborazione del magico sguardo dell'idolo, le resuscita, le fa invulnerabili, e le scaglia vittoriosamente contro le nuove milizie inviate da Roma. E' una grossa frottola, senza dubbio, ma anche cosi, ossia senza alcuna verosimiglianza, la trovata spettacolare non manca di prestigio visivo, grazie anche alla buona fotograna di Gabor Pogany e agli accurati « effetti speciali » usati nel rappresentare quelle centinaia di guerrieri-fantasmi. L'ardire d'un centurione, che colpisce l'occhio miracoloso della dea e insieme toglie ogni potere al perfido Aderbale, porta la vicenda al previsto lieto fine. Tra gli interpreti, tutti bene scelti, anche le donne, si distinguono Ettore Manni (il centurione) e John Drew Barrymore (Ader baie), che ha innepabilmente ereditato dal suo grande ge-■ M. * ,. 6 nitore un certo magnetismoistrionico, e QUI lo usa bene.