Condannati 21 mafiosi per la catena di delitti rivelata da una coraggiosa vedova di Palermo

Condannati 21 mafiosi per la catena di delitti rivelata da una coraggiosa vedova di Palermo Primo «pratici» processo in Sicilia allo malavita organizzata Condannati 21 mafiosi per la catena di delitti rivelata da una coraggiosa vedova di Palermo E' Serafina Battaglia, abitante nella tragica Borgata Uditore - L'uomo col quale viveva e suo figlio furono uccisi a tradimento - Ventisei anni di carcere all'autore materiale del crimine: il P. M. aveva chiesto l'ergastolo - Agli altri imputati (responsabili di associazione a delinquere) pene da 1 a 10 anni (Nostro servizio particolare) Palermo, 10 giugno. /; primo grande processo alta malavita organizzata si è concluso stasera, alla seconda sessione, della Corte d'Assise di Palermo con la condanna di ventini mafiosi ritenuti responsabili di una lunga catena di delitti e di soprusi avvenuti nella tragica Borgata Uditore, alla periferia della città, die da anni è teatro delle sanguinose gesta delle gangs ohe si contendono il potere nei mercati ortofrutticolo, ittico ed edilizio di Palermo. Tutto il processo era imperniato su un fatto di sangue avvenuto il 30 gennaio 10611, Quel mattino un giovane, rimasto poi per lungo tempo sconosciuto, aveva ucciso a colpi di pistola l'imprenditore edile Salvatore Lupo Leale di 20 anni, figlio del commerciante Stefano Leale, a sua volta assassinato — l'udito prima — in via Torino, a Palermo, davanti al proprio negozio di torrefazione. L'unica persona che ebbe il coraggio di rompere il muro dell'omertà e di mettere la giustizia sulle tracce dei responsabili fu la donna che avva convissuto col commerciante Leale e che da lui aveva avuto il figlio Salvatore. La donna si chiama Serafina Battaglia e durante tutte le ventiquattro udienze di questo processo ha accusato gli imputali a viso aperto, senza ombra di timore, rivelando l'una dopo l'altra le imprese criminose avvenute nella Borgata Uditore. Dei trenta imputati comparsi in Assise ventuno, come si è detto, sono stati condannati; sette hanno ottenuta l'assoluzione, per due i giudici hanno ordinato lo stralcio del dibattilo affinchè venga allegalo ad un altro procedimento penale. La condanna più grave — ventisei anni di carcere — è toccala al trentaduenne Marco Sentitili (detto «u malato» perché tubercolotico) ricono¬ pttLnBcisciuto colpevole dell'uccisione .Sdi Salvatore Lupo Leale. Per'.dlui il Pubblico Ministero dott. Agrifoglio aveva chiesto l'ergastolo. Marco Scmilia era il < guardaspalle » (o guardia del corpo) del ventenne Lupo Leale e proprio dalla madre di Salvatore aveva ricevuto una rivoltella «SavageD cai. 6,55 pei difendere l'incolumità del] figlio dopo la tragica fine deli padre. Il Scmilia — secondo] l'accusa — si sarebbe trasformi malo in un sicario, accettandoi di sopprimere il giovane im-1 prenditore edile sparandogli alle spalle. Gli altri venti imputati sono stati riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere e ne> loro confronti l'Assise ha emesso questo verdetto: dieci anni dì reclusione a Domenico Albano; otto anni e sei mesi a Matteo Corrado; sei anni e otto mesi a Salvatore Greco detto * U ciaschitieddu» maStese a Francesco Maio (zittii a Vincenzo Corrado; cinque anni a Giuseppe D'Arrigo; quattro anni e due. mesi a Vincenzo Corrado e Rocco Semina; quattro anni ad Antonino Miceli, Giovanni Miceli, Giovanni Baldo e Angelo Scmilia; tre anni e tre mesi a Antonina D'Amore; tre anni e due mesi a Michele Corolla; due anni e otto mesi a Luigi Se milia, Salvatore Migliore, Gio-Kvan Battista Giordano, e Gilt- !seppc Corrado; due anni a jzPaolo Verme; un anno e offOhmesi a. Giovanni Vallone. zLa Corte d'Assise ha assoMoli■gpmmnrana; sei dlpMapbmpspm pei non aver commesso il fatto Giuseppe Albano; ha assolto per insufficienza di prove Leonardo Rizzo. Paolo Scardina, Pietro Cassarà. Francesco Brente, Giuseppe Vicari, Marco Scmilia di Giovanni. Per gli imputati Francesco Miceli e .Salvatore Maggio è stato or'.dinato lo stralcio del procedi mento e l'abbinamento agli atti concernenti l'uccisione di Stefano Leale, padre di Salvatore Lupo Leale. Luigi Semilla e Paolo Verme sono stati scarcerati per pena espiata. T 1■ )1111mtr■ jt■ 111111 i(r1111ii1 Tutti i condannati dovranno essere sottoposti, a pena espia to, alla libertà vigilata per unperiodo non inferiore a 1 anno._ . , .. . ,, . Dopo la lettura della senten-z, nell'aula si e fatto silenzio.Mentre gli altri imputati ve-ceri, la madre di Marco Semi-IH ha incominciata ad urlare111 ha incominciato ad nivano fatti uscire dal bancopei essere ricondotti nelle oar-e ad imprecare contro la principale accusatrice del figlio, Serafina Battaglia, che di queste processo è stata la chiavedi volta. r. s. 111111111■ 11111111111ri1111111111111111 i■ r1111111■ >111 Gli imputati ascoltano la sentenza al termine del processo contro la mafia a Palermo (Tel Associated Press»)

Luoghi citati: Palermo, Sicilia