la drammatica sorte dei pescherecci nella tempesta di Ermete Grifoni

la drammatica sorte dei pescherecci nella tempesta la drammatica sorte dei pescherecci nella tempesta (Dal nostro corrispondente) Ancona, 9 giugno. Sulla costa anconetana è tornato il sereno e non sembra neppure, a meno di ventiquattr'ore di distanza dal violento fortunale che ha imperversato nella notte mietendo vittime e provocando ingenti danni, che la furia degli elementi si sia potuta placare all'improvviso, così come si era scatenata. Finora il bilancio delle vittime tra Ancona e Fano è di 2 morti e 8 dispersi, per i quali però si nutrono sempre più deboli speranze. Un elicottero della guardia di Finanza, levatosi in volo stamattina, non ha scorto segni di vita, ma solo relitti nell'Adriatico, tra Fano e Ancona. Uno dei morti è il pescatore Riccardo Perugini, del motopeschereccio «Boro», il cui corpo è stato restituito dal mare sulla spiaggia di Marotta: il suo compagno Lido Ricci, di Fano, è disperso e si suppone sia rimasto impigliato sotto lo scafo naufragato a due miglia al largo di Fano; un altro pescatore dello stesso natante si è invece salvato raggiungendo a nuoto il battello «Diarda Bruna», che navigava in coppia con il « Boro >. Ad Ancona i pescatori « dispersi » (questo è il termine ufficiale) sono cinque: Piero Pierluigi, da Martinsicuro (Teramo), Gian Battista Palmieri da Porto Empedocle, Vincenzo Capocasale da Pedaso (Ascoli Piceno), Carlo Luciani da Civitancva Marche (Macerata), e Angelo Vivaldi, da Licata, tutti appartenenti ai due motopescherecci travolti dalle gigantesche ondate all'imboccatura del porto di Ancona, il «Betta Splendens » e l'«Antonio Vincenzo », due bei motopescherecci di 40 tonti, di stazza, muniti di tutte le attrezzature elettroniche di bordo e di un motore da 130 CV. Il Vivaldi, un mozzo sedicenne, che stava riposando nella cuccetta perché febbricitante, quando il mare si è sollevato sotto la forza inaudita del vento, non è-stato neppure più visto sopra coperta: per lui lo scafo si è trasformato immediatamente in una bara. All'ospedale della nostra città sono inoltre ricoverati altri otto pescatori, alcuni in stato di « choc », altri per fratture costali e ferite varie agli arti e al volto: sono i superstiti dei natanti affondati e sbattuti dal mare contro gli scogli; alcuni gridano i nomi dei compagni scomparsi. Tra i superstiti c'è anche Stelvio Bragaglia, di Fano, comandante del motopeschereccio « Alluminio » che, sorpreso dalla bufera, era riuscito ad entrare in porto: il capitano Bragaglia ha vissuto un'allucinante avventura ed è stato raccolto stamane all'alba, presso la scogliera della zona industriale di Ancona, aggrappato ad una tavola. « Proprio quando vedevamo già le luci del iiorto — ha raccontato — un'ondata mi ha sospinto in mare, dove ho trovato una tavola e non l'ho più lasciata: ero in acqua nell'oscurità quando alla stessa tavola si e aggrappato un altro naufrago, che mi disse di chiamarsi Piero, io gli risposi che ero di Fano ed avevo moglie e due figli, lui di rimando clic aveva la fidanzata: ci siamo raccomandati l'un l'altro di portare le notizie alle rispettive famiglie se uno dei due avesse dovuto soccombere. Dopo neppure dieci minuti Piero è scomparso, io ho continuato a rimanere attaccato alla tavola ed a gridare finché non ho sentito voci lontane che mi esortavano a resistere fino all'alba, allorché sarebbe arrivato un elicottero. Poi, sul far del giorno, ho visto un sai vagente che credo mi abbiano gettato, perché ho perso i sensi... ». Era rimasto in mare in quelle condizioni per ben sette ore. Piero, lo sfortunato compagno del cap. Bragaglia, dev'essere Piero Pierluigi, appunto uno dei «dispersi» della tragica notte. Il fortunale ha sorpreso molti natanti della flottiglia pescherecci presso la costa e un beffardo gioco del destino ha voluto che il maggior numero di vittime si sia avuto proprio fra quei natanti che hanno tentato di rientrare in porto; gli altri, rimasti «alla cappa» in alto mare, pur avendo riportato notevoli dan ni agli strumenti di bordo in seguito ai fortissimi colpi di mare, non hanno però dovuto lamentare vittime umane. Il mare, calcolato a forza 10, una delle massime, ha sospin11 altri motopescherecci verso le spiagge: il natante «Marina» si è arenato a Marzocca di Senigallia, il «Giovanni dal 1" Bande Nere» a Marotta di Fano, altri due sono affondati a Porto Civitanova, dove si sono dovuti registrare gravissimi danni anche ad altri scafi. gmruiim All'esterno del nostro porto giace ancora semiaffondato il mercantile panamense «Sunrise»: solo dieci dei ventidue uomini dell'equipaggio, tutti italiani, erano a bordo quando il mercantile, carico di 6000 tonn, di carbone, rotti gli ormeggi in rada, è stato trascinato dai marosi contro la sco- gliera di protezione del molo foraneo nord. Fallito il primo tentativo di avvicinare il piroscafo con i rimorchiatori per la violenza del mare e la icinanza degli scogli, gli addetti alla capitaneria di porto, i pompieri e i carabinieri, oltre a parecchi volonterosi sono riusciti a stabilire una specie di teleferica fra il molo e la nave: il primo naufrago è giunto a terra attraverso que ito fortunoso sistema di salvataggio verso l'una di notte, poi uno alla volta tutti i naufraghi, attraverso il cavo improvvisato, hanno potuto essere salvati e alcuni rico ver.ti all'ospedale in stato di «choc». Della nave inclinata sulla sinistra emergono ormai solo gli alberi ed alcune sovrastrutture. Mancano tuttora notizie della « Emanuella-Antonella » di Fano, con i due uomini a bordo, Cesare Tonti, di 39 anni, e Aldo Valentini, di 45 anni. Tre natanti si sono arenati sulla spiaggia: essi sono «Lorella O», «Nuovo Gaetano» e «Fiammetta». L'equipaggio si è salvato gettandosi a nuoto. Il motopeschereccio « Tre Stelle » è rientrato alla base con danni ingenti alla prua e alla cabina. Il marinaio Mario Branca, di 11 anni, è- rimasto rinchiuso dentro la draga in porto durante il ciclone e solo alle 3 e mezzo di stamane ha potuto essere soccorso dai carabinieri e trasportato all'ospedale. I danni riportati dalle attrezzature balneari e dai piccoli natanti lungo la costa che va da Fano ad Ancona sono ingenti: a Jesi il sessantenne Luigi Possanzini è rimasto fulminato da un cavo della corrente ad alta tensione spezzato dal forte vento, che l'ha pesantemente investito mentre stava rincasando col figlio Giannetto, miracolosamente salvatosi; danni anche alle linee elettriche e telefoniche ed alle colture. La furia devastatrice del fortunale non ha risparmiato la città di Fano; oltre cento chiamate ai vigili del fuoco, che per tutta la notte sono stati impegnati per le strade del centro e della periferia a rimuovere grossi tronchi d'alberi, tegole, finestre, comignoli e antenne radio. In viale Cesare Battisti una gru si è abbattuta sopra due case, sfondandone i tetti. Tre auto sono rimaste schiacciate dalla caduta di alberi. Ermete Grifoni La nave panamense « Sunrise » naufragata sulla costa di Ancona durante il fortunale di lunedi (Telefoto) Il bagnino Giuseppe Santani che ha salvato tre persone in mare a Cattolica (Tel.)