Assolti i tre imputati al processo del delitto archiviato per errore

Assolti i tre imputati al processo del delitto archiviato per errore Assolti i tre imputati al processo del delitto archiviato per errore Per insufficienza di prove - Erano accusati di avere ucciso nel '45 un agricoltore di Novello d'Alba - Il P. M. aveva chiesto l'ergastolo (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 5 giugno. Dopo '«reve permanenza in camera di consiglio, la Corte d'Assise di Cuneo ha assolto per insufficienza di prove i tre imputati del processo per un omicidio commesso nel 1945, che, archiviato per errore, è stato riesumato dopo 19 anni. Valentino Bonardo. 52 anni, di Torre Mondovì. Tommaso Operti, 36 anni, da Bra, e Giuseppe Milanese di 55 anni, di Torino, erano stati chiamati a rispondere dell'assassinio dell'agricoltore Giuseppe Tarditi, Ti anni, di Novello d'Alba, aggredito di notte in casa, il 20 dicembre 1945. Spogliato dei suoi averi e percosso a sangue, il povero vecchio era stato gettato nelle gelide acque di un pozzo, dove era affogato. Nel primo processo, svoltosi alla Corte d'Assise di Cuneo nella primavera del '58, i tre, che orano stati rinviati a giudizio anche per il tentato omicidio del sessantasettenne Giovanni Manzone, da Monforte d'Alba miracolosamente salvatosi dal pozzo dov'era stato pure esili scaraventato dopo essere stato ferito, erano stati " condannati solamente per quest'Ultimo crimine a 30 anni di reclusione. Gli imputati godendo poi di molte amnistie erano usciti di carcere lo scorso anno. Gli atti del delitto di Novello erano stati trasmessi per:.i supplemento d'istruttoriaalia Procura Generale pressola Corte d'Appello di Torinodove erano stati trattenutiper una strana dimenticanzafino allo scorso inverno. Nella sua requisitoria ieri iPubblico Ministero aveva chiesto l'ergastolo per tutti e tre gl'imputati, sulla scorta deconvincimento che le primitive confessioni del Bonardo e del Milanese — ritrattate necorso del precedente dibattimento e prima ancora dinanzal giudice istruttore — dovevano essere considerate pienamente valide. Stamane, dopo che l'avvSartorio, di Torino, difensore del Milanese, aveva rinunciato a parlare rimettendosi conclusioni esposte ieri dal l'avv.ssa Laughetto, ha preso la parola l'avv. Andreis patrono del Bonardo. Il difensore, dopo aver premesso che le malsicure condizioni mentali dell'imputato infirmavano notevolmente icontenuto delle sue confessioni, ha affermato che i troppdubbi e le molte manchevolezze riscontrati nelle indagini svolte dagli inquirenti fanno invocare una assolutoria quanto meno per insufilcienza di prove. Ultimo malore è stato l'avvToselli, difensore dell'Opertil quale ha insistito sul fattalle jche il più giovane dei tre iinrmutati non aveva mai confesaIsato la sua partecipazione alo l'uccisione del Tarditi. 11 di, fensore si è battuto per diino, strare l'attendibilità dell'alibi , ! dell'Operti, il quale sostiene di iaver partecipato, la sera del l e l e l i . e o o o l i a a . , o delitto, a un trattenimento danzante in un locale di Bra. Allorché il presidente dott. Baretti ha chiesto agli imputati se avessero qualcosa da dichiarare, l'Operti si è alzato esclamando: «A 1S anni ero giù in carcere per l'episodio Manzone, da me confessato e amaramente espiato in lunghi anni di carcere. Quando sono uscito di prigione, speravo di rifarmi una vita onesta c così, quando ho appreso dai giornali che ero nuovamente riejcercafo, mi sono presentato senza indugiare ai carabinieri. Sulla morte del Tarditi non ho nulla da rimproverarmi, sono innocente. Signori giurati, fate in modo che possa tornare a rivedere mia madre*. La sentenza è stata pronunciata alle 12, dopo che la Corte si era trattenuta poco più di mezz'ora in camera di consiglio. Nell'udire che il fratello era stato assolto e che entro poche ore sarebbe stato rimesso in libertà, la sorella dell'imputato è scoppiata in lacrime. Il Pubblico Ministero ha presentato immediato appello contro la sentenza. ». m.