Scrittori nelle fabbriche a Modena per il 3° Festival del libro popolare

Scrittori nelle fabbriche a Modena per il 3° Festival del libro popolare La città tappezzata rii manifesti con nomi di poeti e filosofi Scrittori nelle fabbriche a Modena per il 3° Festival del libro popolare Presenti alla rassegna tutte le maggiori case editrici - La divulgazione storica e scientifica fra i generi più richiesti - I narratori italiani preferiti dal pubblico - Un convegno di studio sulle biblioteche di quartiere nelle città (Dal nostro inviato speciale) Modena, 30 maggio. I portici d'una città tappezzati di manifesti rossi, verdi, gialli, blu, che portano nomi di narratori e di filosofi, di storici e di scienziati, con i titoli delle loro opere; le fabbriche che si aprono agli scrittori, per farne sentire la voce agli operai. Sono aspetti, i più appariscenti, del festival del libro economico, manifestazione ormai tradizionale a Modena. La città si è assunta, con intelligenza consolante e con la collaborazione delle case editrici, il compito di sollecitare un'opera più diffusa per colmare il distacco fra la cultura e la vita nazionale, appagando il desiderio di elevazione degli italiani intellettualmente diseredati (analfabeti e scmianalfabeti sono più di dieci milioni). Un'organizzazione esclusivamente tecnica per portare alle masse il libro a buon mercato si ridurrebbe a strumento commerciale, capace di imporre alcuni generi letterari, con inevitabile trionfo di quelli mediocri o ufficiali. Per far entrare il libro nell'intimità del popolo non bastano le bancarelle né le edizioni a basso prezzo: questo hanno capito i modenesi, impegnandosi per il terzo anno consecutivo in un festival che è presentazione dell'editoria popolare con mostra nel palazzo del Museo, ma al tempo stesso è l'occasione di incontri fra scrittori e massa (Bassani parlerà in un circolo operaio, Bianciardi in un salu mificio, Dorfles in uno stabilimento meccanico) e l'in vito allo studio di progetti e di idee. Un progetto appare fon damentale: quello delle bi blioteche di quartiere nelle città. Al convegno di studio di domani si parlerà appun to di biblioteche pubbliche, avendo fra gli esempi mi gliori la biblioteca Einaudi a Dogliani. In attesa d'un solido impianto nazionale per la diffusione della cultura, il libro economico resta il mezzo principale. Tutte le case editrici lo hanno adottato, sperimentandone il valore di incitamento alla lettura. Un esempio clamoroso: «Il gattopardo », dopo essere stato venduto da Feltrinelli a centinaia di migliaia di copie nella veste più costosa, ha avuto un rilancio incredibile nella edizione da trecento lire. I lettori maturano e cercano aiuto nel libro per capire i grandi fenomeni, anche per appagare l'intramontabile desiderio di incontro con personaggi fantastici. Ecco, fra i libri economici più venduti, « La funzione della scienza e il significato dell' uomo » di Enzo Paci, accanto all'« 0 dissea » e all'« Amleto ». I narratori italiani sono oggi i preferiti dal nostro pubblico. Se ne ha la conferma da due fatti: le ri stampe di Moravia fatte da Bompiani nella collana « I delfìni » a miglior prezzo, rinnovano il successo di romanzi come « La noia », che sembravano arrivati a limiti assoluti. Sempre nei « Delfini » s'è esaurito in sei mesi « Vent'anni » di Al varo. II lettore nuovo chiede ai libri informazione e norme di vita, orientamenti politici. Laterza lancia in que sto festival una collana uni versale: ebbene, parte con la « Storia d'Italia » del Mack Smith in due volum da novanta lire, dopo aver venduto cinquantamila copie dell'edizione di lusso. Si direbbe che la divul gazione storica, scientifica e la narrativa ben collau data siano i generi più sicuri, in aggiunta ai classici di ogni tempo (120 mila copie dei « Promessi sposi >. nell'edizione Rizzoli"da cinquecento lire). Zanichelli lancia da Modena una collana di monografie a caratte re scientifico per ragazzi d liceo; un centinaio di volu mi a seicento lire, dedicati al radar o all'aerodinamica, alla fisica nucleare o alla meteorologia, con ottima forza divulgativa. Garzanti ha avuto un grande successo con la sua enciclopedia da 2500 lire, arrivata in due anni a 500 mila copie. Arricchita la collana « Saper tutto », Garzanti trasferisce in edizione economica la narrativa straniera più fortunata («Il cardinale » a 650 lire, « Il giorno più lungo » a 500 lire). Su cento compratori di volumi della Bur settanta sono studenti. E' un dato rivelatore: la Bur (un bilancio di ottocento titoli con ventidue milioni di copie in quindici anni) non offre il libro imposto dal momento. Fra i più venduti sono i canti di Leopardi, il teatro di Shakespeare, i romanzi russi dell'Ottocento, i classici latini. Oggi il « caro libro » è pretesto dei pigri o dei distratti. Si può avere qualsiasi opera per poche centinaia di lire. Il « Mulino » allinea nella mostra modenese i classici della democrazia, da Montesquieu a Tocqueville, da Mazzini a Roosevelt, in ben curati volumetti da trecento lire. Anche nelle edizioni di Comunità un'opera su Croce (De Caprariis, Montale, Valiani) a seicento lire, una serie di ottimi saggi sulla scuola e sull'università. Nelle collane «Il pavone», « Il bosco » e Bmm di Mondadori, troviamo Hemingway a trecento lire il volume, Proust a seicentocinquanta e Cecov a cinoue-uecov a cinque cento. « Il saggiatore» of-fre le lettere edite e inedite di Gramsci a 1500 lire. Nella collezione di teatro Einaudi: Brecht o Beckett, De Filippo o Ruzzante per cinquecento lire. Einaudi mostra un impegno critico ed estetico ben riconoscibile nella « Nuova Universale Einaudi » con traduttori eccellenti, con veste tipografica elegante. Si veda Proust (a cura di Paolo Serini) in sette volumi: è uno dei maggiori successi della Nue, con le poesie di Pavese, di Saba, di Pasternak, col Canzoniere del Petrarca. L'elenco sarebbe interminabile. I libri a basso prezzo ci sono, e ottimi; si aspetta la politica culturale adatta per far leggere gli italiani che ne hanno più desiderio, per vincere una rinuncia di secoli. Mario Fazio

Luoghi citati: Dogliani, Italia, Modena