Crescenti polemiche in America

Crescenti polemiche in America Crescenti polemiche in America sullo sviluppo delle ricerche spuziuli Un dilemma semplicistico: «Andar sulla Luna o incrementare gli studi sul cancro?» - Critiche ai progetti per indagare se esista vita fuori del nostro pianeta - Bilancio della messa in orbita di mezzo miliardo di aghi di rame Fra tutti gii scienziati quelli che oggi godono o soffrono di più delle gioie o dei pericoli della popolarità, sono quelli che si interessano di problemi spaziali. Il carattere di alcune di queste ricerche e esperimenti è così avventuroso da destare discussioni o accanite polemiche non soltanto negli ambienti specializzati. Per esempio, quante polemiche sta sollevando la conquista della Luna? Si è arrivati a semplicistici dilemmi come «Cancro o Luna? », che sembtano inventati apposta per confondere le idee. Un'altra ricerca che provoca violenti contrasti di opinioni e di interessi è quella della diffusione della vita nel cosmo. In un recente numero della rivista americana Science, il paleontologo George Gaylord Simpson, scrive: <Per i programmi spaziali si stanno spendendo miliardi di dollari l'anno, impegnandovi un gran numero di ingegneri e di tecnici, di cui c'è già tanta penuria e che sarebbero estremamente necessari in tanti altri campi di lavoro. Ci si vuole giustificare o scusare colla prospettiva di una vita extraterrestre. Eppure dovrebbe essere chiaro che questa ricerca è una delle più azzardate e meno serie in tutta la storia della scienza ». Un terzo esperimento che ha destato molte inquietudini fra tecnici e scienziati e anche in una parte dell'opinione pubblica, è stato il pronetto West Ford, proposto per la prima volta nel 1959 dai tecnici del Lincoln Labora tory del Massachusetts Institute of Technology. Con questo esperimento si voleva sistemare intorno alla Terra, all'altezza di qualche migliaio di chilometri, una fascia formata di piccolissimi aghi di rame, capace di riflettere le onde radio della lunghezza d'onda di 3 o 4 cm., e permettere comunicazioni di interesse militare riguardanti particolarmente il controllo dei missili balistici intercontinentali. Coloro che si preoccuparono maggiormente di tale progetto furono gli astronomi per il pericolo di vedere danneggiato il loro lavoro d'osservazione sia nel dominio ottico che in quello radio, già così limitato dalla semplice esistenza dell'atmosfera terrestre. « Che avverrà — si domandavano — se questa fascia di aghi, invece che disperdersi . in qualche anno, dovesse risultare più stabile e interferire senza rimedio sui nostri mezzi di osservazione sempre più delicati e perfetti? E — a parte lutto —, che diritto ha questa o quella nazione di modifi care sensibilmente lo spazio nelle vicinanze della Terra senza un accordo internazionale fondato su un'inchiesta approfondita? ». Quindi gli astronomi di tutti i paesi chiesero delle garanzie e le più compiste informazioni sulle modalità dell'esperimento a cui avrebbero collaborato essi stessi, se l'esperimento fosse stato ritenuto assolutamente necessario. Passati alla fase d'attuazione, il primo tentativo fallì. Il lancio decisivo avvenne il 9 maggio 1963, quando un satellite fu piazzato in un'orbita quasi circolare a 3640 chilometri d'altezza. Dopo diversi accurati controlli degli elementi orbitali, il giorno dopo si fece funzionare il meccanismo che proiettava nello spazio gli aghi impacchettati in uno speciale contenitore. Si trattava di quasi 500 milioni di minuscoli aghi di rame, lungo ciascuno circa 2 cm. e con uno spessore di 18 micron In totale pesavano 19 kg. L'esperimento era cominciato. Si trattava ora di controllarne lo svolgimento e gli effetti; e soprattutto di confrontare questi ultimi con le previsioni del calcolo. I 'eorici affermavano che 5 giorni dopo l'eiezione, gli aghi avrebbero cominciato a distribuirsi in una fascia debolmente luminosa lunga 60 gradi (un terzo della volta celeste) e larga un minuto d'arco: cioè, qualcosa come un trentesimo del diametro lunare; e che per formare un anello intorno alla Terra, sarebbero occorsi una quarantina di giorni. In realtà, dopo diversi mesi di osservazione e di studio, si può ormai sostenere che il progetto West Ford ha corrisposto alle previsioni e fugato i timori. Infatti: 1) i cambiamenti negli elementi orbitali e nella distribuzione della fascia di sghi durante questi primi mesi della sua esistenza, si accordano bene con quanto era stato calcolato, tenuto conto delle interazioni gravitazionali della Terra e della pressione di radiazione del Sole. La fascia di dipoli non durerà più di tre anni; 2) la luminosità superficiale della fascia non supera quella prevista, e non danneggia né le osservazioni degli astronomi «ottici», né quelle dei radioastronomi; 3) per quanto riguarda lo scopo primario, cioè di permettere un certo tipo di radiocomunicazioni, il progetto West Ford risulta abbastanza in accordo con le aspettazioni. La fascia di aghi fu rilevata oltre che per mezzo dei radar, anche con strumenti fotografici e fotoelettrici, ma solo per pochi giorni. Gli astronomi A. Sandage e C. Kowal di Monte Palomar ne hanno tratto le seguenti conclusioni. «Crediamo che la fascia di aghi non costituisca un serio ostacolo nemmeno per l'osservazione di oggetti cosmici molto deboli, dato che si disperderà sempre di più col passare del tempo. Tuttavia pensiamo che, generalmente parlando, si tratti di un esperimento discutibile, in quanto nessuna nazione ha il diritto di contaminare lo spazio a suo piacimento. Inoltre, futuri esperimenti di simile natura e di proporzioni maggiori, potrebbero non risultare così fortunati. Se, per esempio, si volesse sistemare una fascia di aghi cento volte più pesante dell'attuale, ne risulterebbe (subito dopo il lancio) una fascia con una luminosità 4 volte maggiore della luminosità naturale del cielo notturno: un livello che incomincerebbe ad essere dannoso per il lavoro astro nomico ».

Persone citate: George Gaylord Simpson, Kowal, West Ford

Luoghi citati: America, Massachusetts