Un piccolo albergatore di Loano spiega i motivi che allontanano i turisti stranieri dalla Riviera di Giorgio Lunt

Un piccolo albergatore di Loano spiega i motivi che allontanano i turisti stranieri dalla Riviera Bisogna avere il coraggio di trovare il rimedio Un piccolo albergatore di Loano spiega i motivi che allontanano i turisti stranieri dalla Riviera Con una lettera a «Specchio dei tempi» ha esposto con franchezza la situazione - In questi ultimi due anni tedeschi, inglesi, francesi, olandesi, belgi e austriaci sono diminuiti - «Non si tratta di propaganda contro l'Italia o di strade congestionate. Purtroppo molti albergatori vogliono spremere il forestiero come un limone con prezzi elevati. Pretendono di vivere un anno sul lavoro di sei mesi» (Dal nostro inviato speciale) Loano, 23 maggio. La Riviera ligure — non è una novità per nessuno — vive esclusivamente sulla « stagione » balneare, che inizia «n aprile e termina a fine settembre (se il maltempo non ci mette lo zampino). Ognuno di questi piccoli, suggestivi centri respira in base all'affluenza dei turisti: se le « presenze » diminuiscono, i paesi rivieraschi si possono paragonare a polmoni malati. Non restano che due alternative: correre ai ripari o rassegnarsi all'atrofia, preludio alla catastrofe. Due anni fa, la Riviera ha accusato i primi sintomi di una crisi che adesso ha assunto forme allarmanti. Alberghi e pensioni erano affollati — quattro mesi su sei, cioè escludendo luglio e agosto, che registrano la calata dei torinesi e dei milanesi — da<7(i stranieri: tedeschi, inglesi, francoi, olandesi, belgi, austriaci. A poco a poco gli ultimi cinque chi a dare ossigeno alla fascia costiera che si estende da Genova a Ventimiglia. Stanno disertando anche quelli, a vista d'occliio. Le cause del fenomeno, che preoccupa le categorie più colpite, vale a dire i piccoli albergatori, gli affittacamere, tutti coloro che dal turismo traggono mezzi per mantenere la famiglia? Le ha esposte a «Specchio dei tempi» — fon una franchezza che gli fa onore, anche se gli tirerà addosso qualche « mugugno» — il signor Amedeo Morretta, proprietario di una signorile ed accogliente pensione di Loa- cmptqgstszagruppi etnici hanno preso altre|sstrade, erano rimasti i tede- \ngrsgppn«cacSlpdzdno. «Come mai — si chiede-\cva, nella lettera — nessuna | fautorità si prende la briga di \ iconstatare cosa vogliono gua-!#dagnare certi albergatori, mol- ! cti esercenti, negozianti, eccete- j ura? Io vorrei che tu mi mandassi per dieci giorni un tuo redattore: per dimostrargli quello che si può dare da mangiare, quello che spendiamo e quello che ci rimane di ltgs"utile. Nella vita non si può] lpretendere di lavorare solo sei \2mesi e guadagnare per tutto j sl'anno. Chi specula sulla clien tela non fa un buon affare, anzi si scava il terreno sotto i piedi ». Tra galantuomini non c necessario stare insieme dieci giorni, per coìivincersi della rispettiva buona fede. Ci è bastato sostare qualche ora nel acsstlltllllll I ItlllllllllItllIIIIIIIIIIDiUllllllIlllftMItlIt la pensione « Francolina », pergI capire il nocciolo del problema. L'anno scorso, a quest'epoca, tutte le camere e tutti i tavoli erano occupati: una quarantina di clienti, con larga preponderanza dei tedeschi. Quest'anno si sono ridotti a nove, i germanici sono scesi a quattro. Le prenota- nrlr?sboqnzioni erano già complete fino a settembre, ora l'< esaurito » Iasj limita alla prima quindici-[mna di agosto. Per giugno e lu-\cglio, nessuna camera è anco-i^ra stata fissata. Nella stessa jasituazione — assicura il si- gnor Morretta — si trovano i\mppcsi trovano i proprietari di un centinaio di pensioni sulla Riviera. Ed ecco come spiega l'origine e gli sviluppi della crisi, j i« Dobbiamo recitare il mea aculpa, perché siamo noi ad\iallontanare gli stranieri anzi-'. chó incrementarne l'afflusso, iSi parla di propaganda centro l'Italia, soprattutto in Austria', per la questione dell'Alto A-\ dige. Si tira in ballo la situazione politica, la congestione delle nostre strade, l'insuffi-l cienza delle attrezzature, ecce fera. Tutto questo non incide in misura sensibile, sulla fu- '■ #a degli stranieri dai nostri' cent ri balneari. La verità e' un'altra, molto meno piacevo- le per noi. « Nel mio locale, e in quasi tutti gli altri della stessa categoria, si praticano prezzi onesti: dalle 1600 alle 1800 nella "bassa stagione" (compresa ] la cabina c la spiaggia); dalle \2500 alle 3000 in luglio e agoj sto. Con vitto abbondante e accurato, camere confortevoli, cortesia e comprensione. Purtroppo, paghiamo anche per coloro che adottano un diverso sistema: spremere il turista come fosse un limone. Fornendogli un trattamento non migliore del nostro — ansi, talvolta inferiore — mag- tsddgiurano i prezzi, vogliono la I gallina oggi piuttosto che l'uovo tutti i giorni. Le 1600 lire diventano 2200-21,00, per un tvq|/«ambino di pochi anni preten- dono una retta di V,00 lire, | e ria discorrendo. C'è chi esige addirittura 1,500-5000 lire al [giorno per persona, e non i parlo dei grandi alberghi. Dalicanto loro, le agenzie di viag- ssio — che convogliano i novedecimi del turismo estero —|s/issano con noi l'importo del la pensione e al cliente l'au mentano di 1,00-500 lire: non potrebbero limitarsi al lecito guadagno sul viaggio e sulle spese di organizzazione? ». Amedeo Morretta, quando si sfoga non si ferma a metà. Il suo « i'accuse» ha per bersaglio una speculazione ancora più sfacciata: quella che si attua in sordina, nei ritrovi notturni e in ceni negozi. <Una bottiglietta di birra, che io pago 52 lire e la vendo a 60, provate a berla in qualche locale che dico io: vi costerà 1500 lire. Vedete questo spumante dell'Astigiano, non delle marche più pregiate? Mi costa 210 lire, lo vendo a 300. In un cosiddetto " night-club " lo servono a seimila lire la bottiglia. Un caffè 500 lire, un bicchie- qaarino di cognac nostrano 700- 800 lire, e l'elenco potrebbe continuare. Una cravatta, ctoel nel più elegante negozio di To rino o di Milano costa duemila lire, in certi negozi della Riviera la vendono a 3800. I turisti ?ion sono stupidi, si accorgono se li vogliono spennare. Cambiano zona, vanno in Spegna o in Grecia. L'anno scorso, in questo periodo a Loano c'erano oltre cinquemila tedeschi: ii n adesso ne potrete conlare migliaio, forse meno. E' lecito contjnuàre nell'autolesionismo, ^n-a Che le autorità preposte aj turismo si preoccupinot ». n KÌrinor Morretta è uno del mestiere, la sua diagnosi non] può essere sbagliata. A noi atavgfptrhctRpnsRprofani, sia permessa la logica considerazione: se qualcuno haIc il coraggio di additare il male, la altri abbiano quello di trovare pil rimedio. js Giorgio Lunt |s iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimi L'albergatore Morretta intervistato ieri a Loano

Persone citate: Amedeo Morretta