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La parte civile contro Tafuri rinuncia a prendere la parola La parte civile contro Tafuri rinuncia a prendere la parola Alle Assise di Napoli - La protesta per il mancato accoglimento d'una richiesta - Presentate soltanto le conclusioni scritte - Il processo rinviato a venerdì prossimo (Dal nostro corrispondente) Napoli, 22 maggio. I patroni delle parti civili al processo Tafuri, il medico che uccise lo studente rivale in amore, hanno deciso di non partecipare più alle udienze e di presentare per iscritto le loro conclusioni. La decisione, maturata ie. ìera in una riunione collegiale e comunicata stamane al presidente della seconda sezione dell'Assise d'appello, è scaturita dall'ordinanza con cui la Corte ha respinto la richiesta avanzata dal prof. De Marsico di un nuovo interrogatorio dell'imputato. Dalla decisione dei giurati i patroni (avv. De Marsico, Cortese, Sansone, Bagrtulo, Verzino e Perone) hanno tratto il convincimento, come essi affermano in una dichiarazione congiunta, che non si voglia dar loro la possibilità di svolgere in pieno il proprio mandato in una causa in cui la personalità dell'imputato è così complessa da richiederne un esame approfondito. L'avv. De Marsico ha fatto inoltre rilevare che, a suo giudizio, ancora una volta fra Magistratura e Foro si va allentando quella collaborazione che ha portato linora ad una soddisfacente applicazione della giustizia. L'avv. Bagnulo, che doveva parlare oggi, si è quindi rifiutato di prendere la parola ed ha consegnato al presidente, dott. Marmo, un fo¬ glietto dattiloscritto conte nente le sue conclusioni. Al loro posto sono rimasti, invoce, i difensori dell'imputato, on. Giovanni Leene e prof. Enrico Altavilla. Quest'ultimo ha precisato che ti difensori pronunceranno rego- i iarmente ie loro arringhe per! che non condividono la prò testa dei colleghi. Preso atto dell'atteggiamento dei patroni di parte civile, al presidente non è rimasto che rinviare il I processo al 29 maggio per la requisitoria del pubblico mini stero. Le arringhe defensionali saranno pronunciate il 1° e il 3 giugno. Quindi la sentenza. a. 1.