Allarme alla Casa Bianca per la crisi nel Sud-Est asiatico

Allarme alla Casa Bianca per la crisi nel Sud-Est asiatico Lta situazione si aggrava nel Laas e net Vietnam Allarme alla Casa Bianca per la crisi nel Sud-Est asiatico Washington ripete: «Se sarà necessario, interverremo» - I partigiani comunisti (istigati da Pechino) continuano ad attaccare - L'ambasciatore Stevenson (richiamato d'urgenza da Londra) terrà oggi all'Orni un «importante discorso» (Dal nostro corrispondente) New York, 20 maggio. Nei circoli diplomatici di Washington si è oggi diffusa la sensazione che la crisi dell'Asia sud-orientale stia assumendo un'allarmante gravità. Un nuovo mònito del Dipartimento di Stato e l'improvviso ritorno dell'ambasciatore americano all'Onu Adlai Stevenson da Londra (dove doveva tenere una serie di conferenze) hanno acuito l'impressione che la crisi possa precipitare. Dopo varie conversazioni fra il presidente Johnson e Dean Rusk e consultazioni transoceaniche con Londra, ieri sera è stato deciso che Stevenson ritornasse subito a New York per assumere personalmente la direzione della delegazione americana all'Onu. Oggi la Casa Bianca ha annunziato che domani al Consiglio di Si curezza Stevenson farà un di scorso estremamente impor tante sulla grave situazione creatasi nell'Asia sud-orientale Al Dipartimento di Stato oggi pomeriggio l'addetto stampa William McLoskey ha ripetuto per il secondo giorno consecutivo il monito che gli Stati Uniti non escludono l'impiego di « alcuna misura necessaria al mantenimento dell'indipendenza del Laos ». Oggi però nessuno ha aggiunto privatamente, come avvenne ieri, che il governo americano non prevede l'invio di truppe americane nel Laos ma pensa soltanto alla possibilità di mandarne nella Thailandia. McLoskey ha detto che il governo americano riconosce ancora l'accordo di Ginevra e continuerà ad appoggiare 1! governo neutrale di Souvanna Phouma nei suoi sforzi per respingere gli attacchi combinati del Pathet Lao e dei comunisti del Vietnam settentrionale. L'ambasciatore della Thailandia si è incontrato oggi con il sottosegretario di Stato per l'Asia sud-orientale William Bundy per esaminare i più recenti sviluppi, ma uscendo dal Dipartimento di Stato ha detto soltanto che fino a questo momento il suo governo non ha creduto necessario chiedere l'invio di truppe americane per proteggere i confini del paese. A Washington si teme che gli avvenimenti nei tre Stati (Laos, Vietnam. Cambogia) facciano parte di un piano strategico incoraggiato dalla Cina comunista per intensificare al massimo la crisi nell'Asia sudorientale. L'allarme alla Casa Bianca non è dovuto soltanto a considerazioni diplomatiche. Tutti gli sforzi cell'America dall'avvento di Lyndon Johnson sono diretti a mantenere lo « status quo » dovunque sia possibile, almeno lino a dopo le elezioni del novembre prossi mo, e ad evitare a tutti i costi una crisi che proietti la politica estera al centro del dibattito elettorale. Nel dare assoluta priorità al mantenimento dello « status quo i non era sofpmtc soltanto il presidente Johnson, ovviamente interessato a non fornire all'opposizione armi per la campagna elettorale, ma anche il segretario di Stato e i diplomatici di carriera, che sanno come il peggior modo di fare della diplomazia è condizionare le decisioni di politica estera alle emozioni dei dibattiti elettorali. Al mantenimento dello « status quo > erano diretti tutti gli sforzi per dare nuovo vigore al governo e all'esercito del Vietnam meridionale e le forti pressioni diplomatiche citate sui generali di destra che con il loro colpo di mano dettero inizio alla crisi del Laos. Il presidente Johnson e il segretario di Stato sperano ancora di evitare una grave crisi e per questo hanno mobilitato tutte le risorse diplomatiche disponibili ed hanno perfino chiesto al governo inglese di prendere l'iniziativa a Pechino. Di giorno in giorno, però gli esperti del Dipartimento di Stato diventano sempre più pessimisti. Si teme infatti che la Russia non sia più in grado di frenare le forze comuniste del Laos e del Vietnam meridionale come potevano invece ancora fare un paio di anni fa e non ci si aspetta che la Cina comunista intervenga a moderare una crisi che, a parere di molti, ha essa stessa intenzionalmente aggravato. vice

Persone citate: Adlai Stevenson, Dean Rusk, Johnson, Lyndon Johnson, Stevenson, William Bundy