Bitossi vince a San Pellegrino la terza tappa del Giro d'Italia

Bitossi vince a San Pellegrino la terza tappa del Giro d'Italia Oggi la grande corsa ciclistica arriva a Parma Bitossi vince a San Pellegrino la terza tappa del Giro d'Italia Enzo Moser maglia rosa - Anquetil, Adorni, Taccone, Balmamion e Zilioli in forte ritardo in classifica generale - Il torinese era riuscito a staccare i diretti rivali in una emozionante fase della gara, poi è stato raggiunto - Proteste di Geminiani all'arrivo (Dal vostro inviato speciale) s. Pellegrino, 18 maggio. Il toscano Bitossi ha vinto in volata la terza tappa del Giro, precedendo De Rosso, Poggiali eri altri tre avversari sul traguardo dì San Pellegrino, al termine di una corsa interessante e combattuta, che ha portato Enzo Moser al comando della classifica generale. Una giornata ricca di sorprese, la prima delle quali — ma non in ordine di importanza —, è rappresentata appunto dalla conquista della maglia rosa da parte di Moser. Uà seconda, e più clamorosa, sorpresa è rappresentata dal ritardo col quale cinque dei .favoriti più in vista, hanno finito la corsa rispetto non solo a Moser, ma anche a un loro compagno di pronostico, voglio dire De Rosso, arrivato nel primo manipolo assieme al trentino. Essi sono: Anquetil, Taccone e Zilioli che hanno perduto due minuti; Balma mion e Adorni che ne hanno perduti addirittura tre. Le sorprese sono maturate oggi attraverso tre distinti episodi, lungo un arco di 120 chilometri che va da Boario Terme all'arrivo, ciò che era accaduto nelle prime due ore dì corsa non avendo alcuna importanza. A quel punto co mincia la lunga salita al va lieo della Presolana (altitudi ite 1290 metri) dov'era posto il primo dei due traguardi della montagna della tappa. E' su questa salita che si so no verificati due fatti che avrebbero poi dato l'impronta alla corsa. Primo: De Rosso è entrato in un gruppetto scattato in avanti, ed i passaggi sul colie sono avvenuti nel seguente ordine: Gomez Del Moral ch'era stato l'iniziatore della fuga, transitava, per primo sotto la banderuola rossa, seguito a 35" da Peretti, 43" da De Rosso, Suarez e Rostollan, l'IO" da Stefanoni e Trapè. In tale ordine essi si buttavano nella discesa, raggruppandosi alle spalle dello spagnolo, attardato dallo scoppio d'una gomma. Secondo: contemporaneamente si era sviluppato l'attacco di Zilioli contro la compagnia „ II seguire di favoriti grossi e medi di cui faceva parte. Mancava circa un chilometro alla vetta, quando il torinese partiva di scatto. E lo faceva con tanta decisione che nessuno poteva stargli dietro: né Anquetil, né Taccone, né Adorni, né Balmamion. Ed ecco ch'egli scollinava a l'30" dallo spagnolo, mentre la fila degli altri era a l'45". Fra Zilioli e gli avversari da lui poco prima staccati v'erano soltanto 15", cento metri a occhio e croce. Gli bastarono per spiccarci il volo com'era sua abitudine In discesa. A Castione, sette I chilometri a valle egli aveva ! raggiunto i sette che l'aveva-1 no preceduto lassù; e tutti j assieme (salvo Rostollan) si mettevano d'accordo per prò-1 l'offensiva con la ; massima energia. Andavano almeno a 45 all'ora; guadagnavano continuamente terreno: Zilioli li incitava con l'esempio. Un minuto e 20" a Ponte Nossa (km. 113), un minuto e 30" tre chilometri dopo, ancora 1' e 20" al 120= chilometro. Veloci essi nella fuga, furibondi gl'inseguitori. Che tra selezione in salita e poi in discesa erano rimasti quarantotto. Anquetil aveva avvertito il pericolo, e correva ai ripari ordinando ai suoi uomini di mantenere altissima l'andatura, e prodigandosi lui pure con prolungati allunghi. Che durante l'inseguimento il francese abbia avuto piena collaborazione da parte degli altri favoriti facenti parte del gruppo, non si può dire. In quei chilometri di pianura che portano a Bergamo, è dunque ad un duello Ziliolì-Anquetil che si è assistito, il torinese godendo anche dell'aiuto, ma scarso, di De Rosso. Egli s'era imbarcato nell'avventura: chissà quale molla gli era scattata nel cervello oltre che nelle gambe; chissà perché c'insisteva. Più tardi pagherà lo scotto per questa sparato elegante, coraggiosa, spettacolare. ma inutile. A Nembro l'avventura è finita; è durata 40 chilometri per Zilioli. 48 per Gomez! Del Moral. Cinquantotto cor-I ridori formavano ancora ili primo gruppo. Il terzo e decisivo episodio l ha'preso lo mosse dall'attacco che il toscano Bitossi (ven-| titré anni e mezzo, mai vinto! una corsa d'importanza, da j un pezzo gregario fedele di Nencini) sferrava poco prima di Bergamo. Nella immediata rincorsa alla disperata, il gruppo si sfasciava seguendo Fontana ch'era il più svelto a reagire, una dozzina di urcladspagm uomini riusciva a raggiunge-]Dre il toscano. Piena offensiva] ccon bersaglio Anquetil, Zilio li. Adorni, Taccone e tutti gli altri — salvo De Rosso ch'era di nuovo nella pattuglia d'assalto. In dieci chilometri essi portavano il loro vantaggio a un minuto. In questa fase, l'inattività degli uomini di Zilioli. di Balmamion, di Adorni ha sorpreso. tafpdBsl'lad Da quali sottili, misteriosi cai coli erano guidati per rifiu- tare ogni collaborazione ai francesi — che erano i soli a prodigarsi nell'inseguimento? Nel finale i corridori hanno dovuto superare la Forcella di Bura, ripidissima, con tratti sassosi. I quattordici di testa l'hanno affrontata assieme, ma la fatica era tale che i meno disposti non tardavano a ce- dere. Prima Battistini, poi Maserati che aveva dato la sua ruota a Cribiori per foratura, poi Mealli, infine Pambianco. Sul culmine, intanto Poggiali passava per primo, con De Rosso, Moser e gli altri a pochi metri. Poi la discesa, spaventosa — al termine della quale dieci chilometri mancavano al traguardo. La stanchezza e le forature volevano altre vittime: Partesotti, Fontana, Mugnaini restavano indietro e rimanevano in sei a disputare la volata sul vialone d'arrivo. Bitossi vinceva facilmente, a braccia alte, mentre venti voci gridavano ad Enzo Moser: « Sei primo in classifica! ». All'arrivo, musi lunghi fra i battuti, ed amarezza non del tutto ingiustificata in Anquetil. Il suo direttore sportivo Geminiani diceva: « Se gl'italiani corrono per batterlo, sì, il giuoco è valido; ma se è soltanto per farlo perdere, non è bello ». Vittorio Varale Ordine d'arrivo: 1. Franco Bitossi (Springoil) che percorre i 193 km. della tappa in 5 ore 39'1G" (media km. 36,270); 2. De Rosso a due lunghezze; 3. Poggiali; 4. Carlesi; 5. Everaert; 6. Enzo Moser; 7. Cribiori a 37"; 8. Fontana a l'6"; 9. Mugnaini liti.); 10. Pambianco a l'45" ; 11. Taccone a l'5S" ; 12. Pelizzoni; 13. Dancelli; 14. Ceppi; 15. Anquetil; 16. Ferrari; 17. Fontona; 18. Nencini; 19. Zilioli, col tempo di Taccone. Con 2'53 ' di ritardo sono arrivati : 27. Zancanaro; 30. Adorni; 32. Balmamion:- Classifica generale: 1. Enzo Moser 13 h. 20'17" ; 2. Poggiali a l'I"; 3. De Rosso (id.); 4. Everaert (id.); 5. Carlesi (id.); 6. Cribiori a l'32"; 7. Dancelli a l'55"; 8. Mugnaini a 2'7"; 9. Fontana (id. ); 10. Pambianco a 2'46"; 11, Pelizzoni a 2'59" ; 12. Zilioli (id.); 13. Taccone (id.); 14. Hoevenaers; 15. Nencini; 16. Ceppi; 17. Aldo Moser; 18. Anquetil; 19. Fontona; 20. Ferrari; 23. Adorni a 4'2"; 27. Zancanaro a 4'4" ; 30. Balmamion (id.). Balletti (da sinistra), Adorni e Zilioli poco dopo il via da Brescia (Telefoto)

Luoghi citati: Bergamo, Boario, Brescia, Castione, Italia, Nembro, Parma, Ponte Nossa