Gisela Elsner, ragazza semplice e spregiudicata detesta la musica, la cucina e il femminismo

Gisela Elsner, ragazza semplice e spregiudicata detesta la musica, la cucina e il femminismo Gisela Elsner, ragazza semplice e spregiudicata detesta la musica, la cucina e il femminismo Ha abbandonato la sua famiglia, «troppo borghese», e la Germania, afflitta da «provincialismo galoppante» - Vive in due stanze della vecchia Roma, tra i popolani - E' andata a scuola dalle suore - I ricordi della fame alla fine della guerra (aveva 7 anni) nel suo libro «I nani giganti» Komn, 8 maggio. Abita in una casa d'angolo, tra via Governo Vecchio e via del Corallo, Gisela Elsner, la ragazza tedesca che ha vinto il Premio Formentor « Opera prima »: sei milioni di lire anticipati sui diritti d'autore, e il suo libro, I nani giganti tradotto in tredici Paesi. — In Roma mi piace questo — dice la ragazza, allungando le mani che ha nodose e magre, contrastanti con la rotonda freschezza del volto, a indicare il quartiere dove abita: Roma vecchia, e, ancora, almeno nei piani bassi degli edifici, non restaurata, non adattata completamente allo snobismo dell'attico che cresce (abusivo) sulle terrazze di mattoni rossi. Per raggiungere le .stanze dove abita Gisela si fanno scale che tagliano il fiato, sporche, popolate di bambini, i panni stesi sulle ringhiere nel cortile. — Questo piace — ripete Gisela nel suo italiano faticato. — ... Si può avere illusione, i:i Roma, di stare insieme, gente di tutte situazioni sociali. In città moderne non più possibile... Ricchi tutti in una parte, poveri tutti in altra parte. Però una cosa non mi piace di Italia: i poveri sono più poveri di tutti altri paesi che lo ho visto. Le chiediamo perche non vive in Germania: perché gli scrittori tedeschi hanno voglia di fuggire dal paese dove sono nati. — Perché Germania è un paese che ha perduto suo cuore. Germania r.on ha capitale... ecmfiginEtltctgnrrvmcan/aagcesddprefGdbGermania è malata. E sua ma lattia si chiama provincialismo|sgaloppanle... irGisela Elsner ha i capelli imc-lto neri, tagliati a frangia csu calmi occhi trasparenti, di iduna sfumatura viola-celeste. E' mpettinata come Cleopatra, oisJ,"'^"6"" G,'e,'° '"^ ™'U "'_ Questa pettinatura - os serviamo — le ha già fruttato qualche diffidenza... Si è sent to di lei ''ne 6 un'esistenza- lista in ritardo. ; vrdi discute lin-o non péttlnature.ltci mRisponde- - Mi infischio. Si O e libro ha quattordici giorni che è in librerie tedesche. Quando non riesce ad esprimersi in italiano, la Elsner si fa aiutare dal suo compagno, il pittore Hans Platscheclc. Si ripiglia il discorso sopra gli scrittori, e in genere gli intellettuali tedeschi che se ne vanno dalla Germania. La Elsner racconta che ha provato a stare a Monaco, dove era la «centrale:» del «Gruppo '47». — Ma oggi uno solo scrittore importante, in Monaco, si chiama Wolfgang Koepen. Altri tutti via... Il «Gruppo '47» è formato dagli scrittori che, per primi rianimandosi, nella vuota e terribile Germania del dopoguerra, tentarono di creare un movimento culturale anti-conformista. Il poeta Enzensberger, che era uno dei capi, è stato anche il primo a leggere, l'anno scorso, il dattiloscritto de / nani giganti, e a proporlo all'editore. Chiediamo a Gisela quanti anni aveva quando è finita la guerra. — Io avevo sette anni. — E che cosa ricorda? — Rumore di bombe, e giocare con bambole sottoterra, e quando sono scappata di casa dopo, per vedere impiccati di Norimberga. Ma fame ricordo più di tutto. Non dimentico più fame. In mio libro c'è storia di cannibalismo, grottesca, e viene, penso, da mia grande fame, bamhina, fame dì tutta Germania. — Dove è nata? A che tipo di famìglia appartiene? — Io sono nata il Norimberga. Mia famiglia è borghe- l'zesicachfapfocodmlipvesetoe arqracomzembri ase industriale, padre ingegnere. tutti molti tecnici, molti integrati in sistema, come di cono americani. Io a scuola di monache tanti anni... Però mio patire mai è stato nazista, mai. E oggi mai marxi- U — «Jne cosa ne pensa di II1(ladchinfr.coPer fare la scrittrice, e vi- mvere liberamente, prima a Pa-|ririgi. ora a Roma, Gisela hai ludovuto troncare i rapporti con poia famiglia. zu— Che cosa „„.,.,. cotedesca che è" stata u«sTsa|po m-,vi=tQ w0„..i ■' ~" -"iQ Onusta Wannmger. la ragazzalp l'anno scorso in via Veneto? — Penso tutte queste ragazze vittime di industria di evasione. Vengono in Roma, cercano cliché «dolcevita», cliché « grande amore », tutto falso, non è loro colpa, è colpa di industria, cinematografo, fumetti, e tutte queste cose... — Che valore ha per lei il danaro? — Quando preso telegramma premio, erano ventimila lire in mie tasche. Il danaro dice che le serve per due cose: viaggiare e scrivere. Ora ha incominciato il secondo romanzo. Non ha l'automobile, si veste in pullover e calzoni, abita in questa casa arredata principalmente con i quadri di Platscheck: neoflgurativi, tenuti su toni plumbei, con qualche rosso guasto, come verminoso. Nelle due stanze, sedie spaiate, una di vi psBcdngNpctdscNgqsdrGpNmini di Vienna, rotta, una ! tabranda coperta da un plaid, pi libri. [S— Le piace cucinare? — No. Brucio tutto quanto, anche mani, faccia, tutte cose. — Le piace la musica? — No è un disturbo... ctovD — Pensa che una scrittriceIcpossa avere dei ligli? 'v— Non penso. Lavoro di-«scrittrice è molto concentrato.IdBuona scrittrice sarà madre i—cattiva. Gisela Elsner non si studia di essere simpatica, e nemmeno di farsi bella, di meravigliare con l'anticonformismo. Non sembra una snob. Non ha paura di dire che non le piace la musica (e non le importa di Bach): non ha paura di dire che non le piace il regista Ingmar Bergman: «Fa complicate cose semplici ». Non ha paura di dire che legge libri gialli e niente altro, quando lavora. — Quando io scrivo, scrivo | sei. otto ore il giorno. Orario di ufficio, mattina, e pomeriggio. Gli scrittori che ama sono tunrDsTbullsesnzdzpGogol. Kafka, Becket, Brecht. Non conosce gli italiani, aspet-jb ta a legeerli, quando avrà ini- l parato la lingua. Non le piace PSimone De Beauvoir, trovaldche il femminismo è superato: almeno nei paesi in cui è vissuta: Germania. Francia. Danimarca, Svezia. Ammette che in Italia la ctdn condizione della donna è diversa. Non si fa illusioni sulla «durata» culturale dei libri di oggi. «Per questo — dice — ho chiamato mio libro con¬ tributo... non romanzo. Come uomini di scienza che portano contributi non possono fare altro, così scrittori oggi ». Dice che non è più possibile scrivere come Balzac o come Thomas Mann: credere, in buona fede, di costruire un universo perfetto, dentro un libro. L'ultima domanda è se ha letto II giovane Haldcn dello scrittore americano Salinger, e se ci sono rapporti tra il suo libro — di cui è protagonista, egualmente, un ragazzo — e il libro americano. Nega, con violenza. Candidamente spiega che il ragazzo di I nani giganti non è un personaggio: è un trucco ver- bale, stilistico, per raccontare le cose come se fossero viste Per la prima volta: l'occhio di un ragazzo (nel libro si chiama Lothar) è lo strunien to più acuto di cui si possa disporre, per vedere intenda niente la realtà. Adele Cambria la wimifme del premio Formentor Gisela Elsner fotografata a Roma dove vive. La giovane scrittrice tedesca ha vinto il Premio Formentor «Opera prima», con il suo libro « I nani giganti» (Telefoto)