I pazzi di Collegno hanno pianto a vedersi portar via i loro cani

I pazzi di Collegno hanno pianto a vedersi portar via i loro cani I pazzi di Collegno hanno pianto a vedersi portar via i loro cani L'amministrazione del manicomio ha deciso di eliminarli, perché costavano troppo, ma la Protezione animali li ha salvati - Ieri la dolorosa separazione - I medici: « E' un danno anche per le cure dei malati » Questa è la storia di diciotto cani condannati a morte e salvali all'ultimo istante dalla po¬ lizia zoofila. Già una volta era- no stali abbandonati dai pariro- ni: caricati in macchina, por-]tati ai piedi rii un alto muro cieco, a Collegno, e lanciati ol-jIre la sommità. Uggiolando rii terrore, avevano sentito l'auto del padrone allontanarsi, senza poterla inseguire. 11 muro è quello del manicomio di Collegno, parecchi lo scelgono per liberarsi del loro cane senza ucciderlo. In quel punto, protegge la cascina dove gli alienati più mansueti sono addetti, a scopo terapeutico, ai lavori dei campi. I cani erano stati raccolti, sfamati e accarezzati da nuovi padroni: poveri esseri, che spos- so sanno esprimersi soltanto con mugolìi, con parole mozze. Ma nell'oscurità della mente so- no rimaste vive la scintilla rici la bontà e il bisogno di affetto, ]Dicono I medici: «In l'ondo, questi cani svolgevano una funjzione utile. Spesso costituivano l'unico legame con quel mondo a i e e e a -j -i o -I a à à e o n di sentimenti che, nella coscienza dell'ammalato, non deve assolutamente inaridirsi. I cani avevano bisogno dei ricoverati e i ricoverati dei cani ». Ma su queste considerazioni hanno finito col prevalere altre, più pratiche. Mantenere i cani costava. E soprattutto — dice l'economo geom. Savoia — erano causa di disordine. Certe notti era un coro insopportabile di latrati, che poteva turbare i ricoverati più gravi. Qualche giorno fa. un infermiere è stato aggredito e addentato. Si è deciso cosi di disfarsi degli animali. L'economo ha dapprima chiesto al veterinario di Collegllo rii eliminarli con un'iniezione indolore. Il dott. Viotto ha ritintalo. Il geom. Savoia si è rivolto allora, al veterinario capo riel comune di Torino, dott. Nava. che ha accettato di trasportarli nel canile municipale. La condanna a morte era soltanto differita. Ieri pomeriggio, un furgone è entrato nelia cascina dell'ospedale psichiatrico. I cani erano stati l'accolti in una legnaia: ma non tutti. Cinque erano scomparsi: nascosti nei recessi della cascina, con i loro padroni che avevano capito quel che sarebbe accaduto. Un cucciolo, nato un paio di settimane fa. è stalo tolto dalle mani degli accalappiatori c adottato da un infermiere del reparlo radiologico, impietosito. « Lo porto a casa al mio bambino, cresceranno insieme », ha rietto. Un altro è riuscito a sfu gire ai lacci ed è scomparso. Ululici sono finiti nelle appositi gabbie rii l'erro. 1 padroni li salutavano: « Ciao Lirella. tu cri brava, acchiappavi soliamo i topi e non facevi male a nes .sullo ». Un alienalo, incapace "rii parlare, ha portato il suo cane in braccio fino al furgone 10 ha consegnato, esprimendo 11 suo dolore con gemiti inarticolati. Al canile del mattatoio il fui', gone è stato accolto dalle guai- cnF-!"''•' zoofile dott. Mario Masselli e;'' Giovanni Rubano. Avevano e e aoo a saputo dell'episodio ed erano intervenuti. « L'Enpa — dice il dott. Masselli — ha deciso di sottrarre questi animali alla morte, anche se nel canile di via Germagnano non c'è più un centimetro di spazio: vi sono ospitali oltre 120 animali. Ma speriamo che qualcuno sia adottato. Sono sani, belli e buoni* . Gli sventurati cani di Collegno hanno trovato scampo nel rifugio della «Lega»

Persone citate: Mario Masselli, Nava, Savoia, Viotto

Luoghi citati: Collegno, Torino