Parziale delusione a Cannes per l'atteso film di Truffaut

Parziale delusione a Cannes per l'atteso film di Truffaut Parziale delusione a Cannes per l'atteso film di Truffaut La pelle dolce riprende il motivo del triangolo marito-moglie-amante - Solo in alcune scene questa materia abusata si riscatta per l'intelligenza del regista - La ragazza in lutto : pellicola spagnola di umorismo nero tDnì nostro im-iato speciale) 'Cannes, 7 maggio, lSi è respirata, aria sottile al Festival col tanto atteso film di Francois Truffaut, La peau ricuce, («La pelle dolce >, da un copione dello stesso Truffaut p rii Jean Louis Richard), sul quale la Francia ha evidentemente puntato quest'anno le sue carte, come anche si p visto dallo strabocchevole pubblico che ha assistito, mattina e sera, allp due proie-lpMa n parte gli effetti1 zzioni. Ala n sempre gradevoli ohe la ven tilazione dell'intelligenza produce nei bel mezzo d'una stanca, rassegna di film, dobbiamo dire che La peau. dauce ha complessivamente deluso qun.nti, come noi, fervidi estimatori del giovane regista francese, s'erano aspettati qualcosa di paragonabile, sul piano artistico, a «Quattrocento colpi» e. a « Jules e Jim > Forse' "Truffaut s'è fidatoj troppo delle sue doti di sor-I genista, p certamente ha pre sunto troppo circa le capacità d'un soggetto che non solamente è dei più semplici (l'amore d'un nomo anziano ppr una ragazza ), ma anche dei più triti e abusati. La semplicità è una. bellissima cosa, ma imponi» obblighi di scavo che non ci pare il regista abbia totalmente adempiuto. E allora la storia è rimasta molto spesso Femplice e. in qualche punto, anche un tantino ovvia; di che 10 stesso recista, deve aver avuto coscienza, se le ha appiccato un finale, «à sensation ». che può anche far pensare a qualche famoso «caso» rii delitto passionale e certo lega male, o soltanto commercialmente, col resto. Siamo fra i sostenitori delle vicende private, e crediamo anche noi. come Truffaut, che l'amore sia un tema perenne (non è però che i film d'amore si seminino, come egli ha soggiunto; e uno dei pochi, autentici, lo ha appunto dato lui con «Jules e Jim»); ci piace pertanto ch'egli sia tornato sul triangolo marito-moglieamante, ma da un'angolazione diversa, (il marito), e secondo una prassi normale che esclude il condominio, raccontando la storia, di uno stimabile quarantatreenne, il parigino Pierra Lachenay, buon marito e tenero padre, direttore d'una rivista letteraria, il quale votando a. Lisbona per tenervi ima conferenza su «Balzac e 11 denaro », conosce la hostess ".sicule e senza riguardo alla differenza d'età ne prende una cotta. Anche ci piace la faccenda della, hostess, perché se c'è una cosa che possa indurre a. volare un uomo di mezza età è l'avere accanto, la mano nella mano, una splendida ragazza, cui è comandato, come in terra, non accade mai, di essere al nostro servizio. Dell'intelligenza di Truffaut, anche in giornata poco felice, fanno fede le notazioni che precedono lo sboccio di quel- l'amore. Il viaggiatore contem-pia i piedini della hostess,ne cnglie qualche sguardo osorriso fugace con una dispo-sizione per cosi dire oggettiva e fotografica; e in un contesto volutamente grigiastro, Nicole incomincia a spiccare, diventa spettacolo. Questo è vero: l'amore comincia spesso da una ricognizione di particolari, sull'impressione simpatica d'una nuova e più fresca nozione delle cose. Compiuto questo breve corso di * école du regard », Pierre è. vinto, e quantunque Nicole si riveli compiacente e comprensiva, ol- tre obbligo della sua età, 1 ay- ventura prenderà fatalmente la desolata cadenza degli amo- ri clandestini, costretti a. rin- SS? Mt^tt^»™ no Una"fuga a PeniàJlnoZÌelione* d^aUra^f££(•mesta volta su Gide) dà inmisura di quell'inceppamento.pi ridesti, sospetti eE' una donna aspra.omprare un appartamento perè e Nicole. Ma la ragazza.li conferenziere è rapito dagli organizzatori, e la povera Nicole aspetta in camera o ciondola per le strade col pericolo d'essere presa per una sgualdrina. E intanto Truffaut non ha mancato di darci una ghiotta, sebbene alquanto facile satira degli ambienti intellettuali della provincia. Ma è tempo che Franca, la moglie, esisea. ma sensibile, fisicamente attaccata, al suo uomo. Dopo una scenata che dimostra la fragilità di quella famiglia, i coniugi provvisoriamente si se parano, e Pierre vagheggia di non nuoa alle aenture, hallorniai capito che le è impos-|oper un melanconico pasto in cibile inserirsi nella vita di un uomo non più giovane e che ha tanti attacchi. Tanto vale Unirla subito e dirsi addio. Allora Pierre, liberato dagli affanni di quell'amore impossibile, affanni che il regista ha sottolineato con finezza anche umoristica, telefona alla moglie; ma quella è uscita da mezzo minuto. Si siede trattoria, ed ecco affacciarsi la moglie che ha subito l'ultimo affronto: ha trovato in tasca al marito le fotografìe della bella e giovane rivale. Si è resa conto di non poter lottare e d'altra parte non si rassegna. Eccola dunque, e non si perde in chiacchiere. Estrae di sotto all'impermeabile un fucile da caccia, e spa¬ ra sull'adultero uccidendolo. E' tutto, ed è poco. La peau si accoda, senza novi tà di accento, e salvo il tinaie fuori chiave, a una lunga tradizione di 1 brevi incontri >, costretti a rientrare per amore o per forza. Non soltanto il racconto manca del vigore e degli estri ch'erano nei precedenti film di Truffaut, ma anche la macchina da presa si fa trovare stranamente pigra e quasi atona, nonostante!cbtsl(taslltsgdumlspgcredi(sgdgbddlF le sue divagazioni sopra certi oggetti (pompa della benzina. ciò smette finalmente il nero bottoni d'ascensore, rotelle di telefono), che non si sa che senso vogliano avere. Resta la finezza di alcune pagine (quasi tutte nel nucleo centrale della gita degli amanti a Rennes), la perseverante castità del linguaggio (si veda la scena in cui Pierre deliba la dolce pelle del titolo), le intuizioni psicologiche clie si son dette, e soprattutto la sagace scelta e l'ottima prova del protagonista Jean Desailly, un attore di teatro e di cinema finora rimasto in seconda luce, e che anche con la maschera floscia e triste centra perfettamente il suo personaggio. Più convenzionali invece, come le loro rispettive figure, Franeoise Dorleac (Nicole) e Nelly Benedetti (la moglie). Preannunciata alla stampa di una partecipazione funebre in tutta regola, La nino de luto («La ragazza in lutto») è un saggio d'umorismo nero spagnolo, a vividi colori, firmato dal giovane regista e sceneggiatore Manuel Summers. La bella Rocio è la seconda figlia d'una ricca famiglia borghese della bassa Andalusia, dove i lutti non si prendono a gabbo. Finito quello della nonna, Ro e rivede il suo innamorato Rafael, da cui per molti mesi l'aveva tenuta lontana la rigida educazione impartitale in un ambiente caricaturalmente retrivo. Mentre gli innamorati si riabbandonano ai loro sogni, muore il nonno della ragazza: secondo lutto, seconda separazione. Rafael non ne può più, e propone a Rocio di fuggire con lui. L'amore grande ch'ella gli porta, vince la sua enorme riluttanza; ma quando sta facendo le valigie, muore il padre di lei in conseguenza d'un raffreddore, e siamo daccapo: Rafael se ne andrà solo e disperato. Comicità non sempre fine no alacre, ma spesso efficace, con graffiatiti allusioni al costume, eccedenti il burlesco. Il pubblico aveva bisogno di scaricarsi e si è divertito; applaudendo i giovani interpreti Maria José Alfonso ed Alfredo Landa. Da ricordare anche il cortometraggio francese La douceur du villane, un bel ritratto di paese, opera di Francois Reichenbaeh,il regista di «Un coeur gros comme ca».Domani venerdì, il Festival riposa dalla rassegna, e riposando « ricorderà», con retrospettive antologiche, Cocteau e Shakespeare (l'ordine è alfabetico). Leo Pestelli

Luoghi citati: Andalusia, Cannes, Francia, Lisbona, Pierre, Rennes