Decisa una nuova istruttoria per l'aeroporto di Fiumicino di Fausto De Luca

Decisa una nuova istruttoria per l'aeroporto di Fiumicino Per ordine della magistratura romana Decisa una nuova istruttoria per l'aeroporto di Fiumicino Il procuratore generale avoca a sé tutte le indagini ancora in corso - L'inchiesta penale riguarda i dipendenti del ministero dei Lavori Pubblici - Si dovrà accertare se negli appalti per l'acquisto dei terreni e per le costruzioni sono state rispettate le norme previste dalle leggi (Nostro servizio particolare) Komn, 30 aprile. Con un'imprevista decisione il procuratore generale della Corte d'Appello dott. Luigi Giannantonio, lo stesso magistrato che ha diretto le indagini sull'affare Ippolito e su ouello dell'Istituto Superiore di Sanità, ha oggi riaperto l'istruttoria sullo scandalo dell'aeroporto di Fiumicino. Torna così all'attualità la complessa vicenda sulla quale nel 1861 il Parlamento svolse, con una propria commissione, una prima famosa inchiesta e che, per tappe successive di particolari istruttorie, era tuttora aperta in sede giudiziaria. Con la sua decisione il dott. Giannantonio ha inteso riunire in una sola inchiesta i vari incartamenti fin qui accumulatisi sull'affare dell'aeroporto «Leonardo da Vinci> e riesaminare la posizione degli uffici, dei funzionari, degli uomini politici che vi furono implicati. La nuova istruttoria è stata affidata al sostituto procuratore generale dott. Gabriotti il quale ha già raccolto sul suo tavolo i numerosi fascicoli riguardanti le indagini fin qui svolte. Testo base è naturalmente la relazione della commissione parlamentare d'inchiesta presieduta dall'on. Aldo Bozzi, che fu consegnata al Parlamento e resa pubblica alla fine di dicembre del 1961. La commissione, come si ricorderà, giunse alla conclusione che in tutta la vicenda dell'aeroporto « tutto d'oro * come allora fu chiamato, a partire dalla scelta della località e dall'acquisto del terreno fino alla sua entrata in esercizio, erano state spesso violate le norme generali della contabilità dello Stato né erano state rispettate, in materia di appalti, le norme a garanzia di una corretta procedura. In seguito allo scandalo alcuni funzionari del Ministero della Difesa furono sottoposti a sanzioni disciplinari: tra questi il colonnello Amici, capo dell'ufflcio-progetti costituito in seno alla direzione dell'Aviazione civile, il quale fu assegnato al Demanio aeronautico di Bari, poi alla biblioteca militare di Roma, e infine lasciò il servizio attivo. Nello stesso tempo (inizio del 1962) si svolse in Parlamento il dibattito sulle conclusioni dell'inchiesta. Le opposizioni mossero forti accuse ai Ministri della Difesa e dei Lavori Pubblici degli anni durante i quali l'aeroporto era stato costruito, ma senza risultato. La maggioranza parlamentare respinse le accuse e confermò la sua fiducia ai Ministri e agli ex-Ministri. Allora, su iniziativa dell'avvocato Vittorio Ambrosini, fratello del Presidente della Corte Costituzionale, tutta la questione fu rimessa nelle mani del magistrato. In data 6 febbraio 1962, l'avv. Ambrosini presentò una denuncia alla Procura della Repubblica. L'istruttoria preliminare fu affidala al sostituto procuratore dott. Giuseppe Di Gennaro il quale si interessò in particolare della posizione dei colonnelli Carlos Toscani, Guido Panunzi e Giuseppe Amici, e dell'ing. Ernesto Lenzi. Fu anche ordinata una perizia, svolta dall'ing. Eugenio Mariani, direttore della facoltà di ingegno, .a presso l'Università di Roma, e dall'ing. Carlo Pandolfo, professore incarica to di geotecnica presso lo stesso Ateneo. Al termine delle indagini il magistrato ritenne che nell'attività dell'ing. Lenzi e dei tre ufficiali non potesse ravvisarsi alcun illecito penale e decise di chiedere l'archiviazione dell'istruttoria. Il 20 ottobre 1963 il giudice istruttore presso il tribunale di Roma dott. Giulio Franco concesse l'archiviazione. Si chiudevano così le indagini sui dipendenti del Ministero della Difesa. Ma rimaneva da esaminare la posizione dei dipendenti del Ministero dei Lavori Pubblici che figuravano nello scandalo. La nuova istruttoria fu affidata dal procuratore capo dott. Pie tro Manca al sostituto dott. Romolo Pielroni. Tale seconda inchiesta, come sembra accertato, non ha fatto molta strada e praticamente ha avuto oggi termine con la decisione della Procura generale della Corte d'Appello che avoca a sé tutte le indagini e decide il procedere con il rito sommario nei confronti degli eventuali responsabili di illegalità. Fausto De Luca

Luoghi citati: Bari, Roma