Segretario e messo di Barengo confermano ni giudici : Ln carta del «bitter» è uguale n quella del comune di Guido Guidi

Segretario e messo di Barengo confermano ni giudici : Ln carta del «bitter» è uguale n quella del comune GIORNATA NSSRA I*ER S'ERRAR! SOTTO UNA NUOVA ACCUSA Segretario e messo di Barengo confermano ni giudici : Ln carta del «bitter» è uguale n quella del comune E' risultato infatti che il municipio aveva comprato (nel maggio del 1962, quattro mesi prima del delitto) due risme di carta identica a quella che servì all'assassino per scrivere a Tino Allevi - Di fronte a queste nuove rivelazioni l'imputato è apparso molto preoccupato - Dopo la deposizione del messo Francesco Donna, il presidente gli chiede a bruciapelo: «Lei, Ferrari, ha qualcosa da aggiungere su questo argomento?» - Il veterinario, a voce bassissima, ha risposto: «Non ho nulla da dire» - L'udienza di ieri è stata dedicata all'interrogatorio degli amministratori municipali di Barengo e dei proprietari delle cartiere e dei loro rappresentanti - Oggi la Corte ascolta i professori torinesi Tappi e Beccari, consulenti dell'imputato per la stricnina (Dal nostro inviato speciale) Imperio, 29 aprile. La carta che fu adoperata per scrivere il messaggio che accompagnava il bitter all'indirizzo del povero Tino Allevi è fabbricata a Milano, squadrata a Como, venduta in tutta Italia, ma in particolare ai municipi dell'Italia settentrionale. Il Comune di Barengo la ordinò, la ebbe, la usò. La usò anche il vicesindaco, per lo scopo malvagio che è al fondamento dell'accusa? Lo dirà la Corte, fra un paio di settimane, quando tirerà le somme. Quanto a noi, non dobbiamo che registrare i fatti; e i fatti hanno avuto oggi un andamento sinistro per l'imputato: Renzo Ferrari, ancor ieri vivace e battagliero è apparso stracco e inerte. Sfilavano davanti ai giudici il sindaco del suo paese, il messo comunale, il segretario del Comune: Ferrari non li accoglieva più con quella buona cera con cui li accolse un mese e mezzo fa, quando apparvero a testimoniare la prima volta. Ad un certo punto, dopo che aveva testimoniato il messo Francesco Donna, il presidente gli ha chiesto a bruciapelo: «Lei, Ferrari ha nulla da dire su questo argomento? ». Un mese e mezzo fa, il veterinario, posto a confronto con il Donna, lo accusò di mendacio, e lasciò credere che tra lui e quell'uomo vi fosse una ruggine inconfessata e inconfessabile. Oggi, davanti allo stesso Donna, il Ferrari s'è chiuso. Alla domanda del presidente, s'è alzato e ha risposto: « Non ho nulla da dire ». In verità noi non abbiamo sentito queste parole: se le ha dette, le ha dette a voce bassissima, indecifrabile. Ma il senso della sua risposta, certo, era quello: Renzo Ferrari non ha più nulla da opporre, ora che l'onda delle accuse lo investe anche dalla parte che più lo aveva favorito in passato, il suo paese, i suoi amici, coetanei, collaboratori. Pareva davvero un uomo distrutto che vedesse chiudersi lentamente in faccia le porte d'un ergastolo. Questa, l'atmosfera della udienza. Il primo testimonio della giornata è il capitano Alberto Teobaldi. Nei giorni scorsi ha consegnato il sub rapporto alla Corte, ed ora è qui per confermarlo e per presentare i testimoni che gli hanno dato il filo conduttore per risalire il mistero di quella carta da lettera extra strong, nella cui filigrana si leggono le parole Hanshi-Koso. Presidente — Che cosa ha potuto accertare nelle sue indagini? Teobaldi — La carta da lettere usata per lo scritto incriminato è prodotta dalla cartiera «Ventura» di Milano, con stabilimento a Ccrnobbio. La cartiera, però, non produce fogli del formato commerciale. Ho potuto accertare che tra i clienti forniti dalla cartiera c'è la tipografia editrice « Cesare Nani » di Como, che provvede a sua volta a tagliare i grandi fogli del tipo Hanshi-Koso in misure adatte alle esigenze della sua clientela. Il formato è del tutto particolare e cioè . 22,6 centimetri per 28,6. Si chiama carta «quadrotta» perché non è esattamente in fogli quadrati, ma quasi. Tra i clienti serviti dalla ditta Cesare Nani, è anche il comune di Barengo. Un viaggiatore della tipografia « Nani » visitò nel maggio del 1962 quel Municipio, e ottenne la ordinazione per mille fogli di carta « quadrotta ». Ecco il foglio di commissione. La carta venne inviata: ecco la ricevuta del pacco postale. Presidente — Lei visitò personalmente la ditta « Ce sare Nani »? Teobaldi — Ho visitato, a Como, la tipografia « Na ni »: è composta di quattro locali, uno di questi è il ma gazzino. Su scaffali scorrevoli è, riposta la carta da cancelleria. Le risme di carta in questione, la « qua¬ drotta» extra strong, con la dicitura in filigrana Hanshi-Koso, sono in uno scaffale che reca il cartellino « Modello Japan ». Presidente — In istruttoria lei compì indagini presso il municipio di Barengo, ma non trovò nulla, nemmeno un foglio di questa «quadrotta». Come mai? Teobaldi — Non avevo con me il foglio incriminato, ma solo un facsimile compilato da me, in cui avevo cercato di riprodurre i geroglifici che appaiono nell'originale. Inoltre fui tratto in errore dal fatto che non sapevo che la carta «Japan» è nota in colnmercio come « quadrotta extra strong ». Vidi, nella mia visita agli uffici comunali, una fattura della ditta «Nani» che si riferiva all'acquisto di carta « quadrotta » ma non me ne occupai. Un errore, causato dalla nomenclatura, ha sviato perciò l'attenzione del cap. Teobaldi. Vedremo come questo malinteso abbia sviato anche altre persone. S'interrogano ora i testimoni additati dal cap. Teobaldi e dal maresciallo dei carabinieri Misino, suo collaboratore diretto. Per primo, il capo del reparto vendite della cartiera « Ventura » di Milano, Carlo Terrenghi. Presidente — Le farò vedere il foglio su cui è stato scritto il messaggio del «bitter». Lo guardi bene, signor Terrenghi, e ci dica se lo riconosce. Terrenghi (osserva in controluce il foglio che il presidente gli porge) — Si, è proprio la nostra carta « extra strong ». Solo che è tagliata in modo diverso. Il nostro è un altro formato, quattro volte più grande. Presidente — Già, perche diventa « quadrotta », appunto, quando il foglio viene diviso in quattro. E' questo il tipo di carta'che voi avete fornito alla ditta « Nani »? Terrenghi — E' questo. Presidente — E quella dicitura Hanshi-Koso, che significa? Terrenghi — In giapponese significa « carta fine ». Così anche la cabala della scritta in trasparenza è svelata. Anche il signor Dario Frattini, dipendente della cartiera « Ventura », conferma quanto sappiamo dal teste Terrenghi. Ed ora si passa dal momento industriale della fabbricazione della carta, al momento artigianale. Entra il titolare della tipografia « Nani » di Como, signor Camillo Villani. Vittani — Ci forniamo dalla cartiera « Ventura » da molti anni: precisamente, ci fornisce /'extra strong, modello japan. Sono fogli piuttosto grandi. Noi jyrovvediamo a tagliarli e forniamo queste risme ai clienti, soprattuto ai comuni. Presidente — Già, sono molti anni che sento parlare della ditta « Cesare Nani», perché voi siete i fornitori di modelli per le pubbliche amministrazioni... Perché il vostro taglio di « quadrotta » è così particolare 22,6 per 28,8 centimetri? Vittani — E' un taglio che ci permette di utilizzare con il mìnimo di spreco i fogli che la ditta « Ventura» ci fornisce. Presidente ■— Quando i clienti chiedono extra strong, voi che carta forti ite ? Vittani — Questa. Non abbiamo che questa, di quel tipo. Presidente — E l'avete fornita anche al Comune di Barengo? Vittani — Nel maggio del 1962 il Comune ordinò al nostro viaggiatore una partila di mille fogli extra strong e noi glieli abbiamo mandati. Presidente — Noi abbiamo infatti il documento della commissione... Lo riconosce? Vittani (esaminando la carta che il presidente gli mostra) — Sì, questa è l'ordinazione fatta il 10 maggio 1962 dal Comune di Barengo. E' indicato « deposito di Voghera » perché il viaggiatore Casartelli che ricevette l'ordinazione è di Voghera. E' un'orgia cartacea, stamane, in Corte d'Assise: le deposizioni si frantumano in una moltitudine di chiarimenti sui tipi, di carta in uso, sulla nomenclatura, sul peso, sul prezzo, sul modo di ricevere e di evadere le ordinazioni. Ecco il viaggiatore Franco Casartelli, e poi tutti gli altri segmenti di cui è composto questo cerchio che si va lentamente saldando. Casartelli — Sono viaggiatore e produttore della ditta « Cesare Nani » di Como. Nel maggio 1962 andai a Barengo, in uno dei miei soliti giri. Mi rivolsi al segretario comunale: « Vi serve carta da cancelleria? ». Il segretario chiamò il messo, che era di là, e il messo disse che c'era bisogno d'un paio di risme di carta extra strong. Mi consegnò un foglio a mo' di campione. 10 lo puntai sulla commissione e passai il tutto alla ditta. Camillo Roda — Sono occupato presso la ditta « Cesare Nani » di Como. Mi fu trasmesso il foglio di commissione di questa extra! strong andui alla pila di carta « japan » che abbiamo noi in magazzino, tolsi le due risme, confezionai il pacco, e lo spedii. Questo e 11 modulo di spedizione posi ale. Il pacco pesava 2 chili e 200 grammi; l'imballo, due etti e mezzo. Arturo Girola — Io sono l'impiegato addetto al controllo dei prezzi presso la ditta « Cesare Nani ». L'ordinazione di carta fatta dal Comune di Barengo, evasa il l-'f maggio 1962. importava una spesa di SS00 lire, come risulta dalla fattura. Vengono al pretorio la signora Franca Protti in Porta e il viaggiatore Paolo Ricci. Ricevuta, nel febbraio del 1962, una ordinazione dal comune di Barengo di due risme di carta bianca ti po « Japan », provvidero a spedire qualche centinaio di fogli con pagode e casette in coTitroluca alla piccola amministrazione comunale. La quale però ne ricevette, forse per evrore, un po' meno del richiesto: sicché a maggio, quando si presentòil viaggiatore della « con- correnza » e cioè il Casar-telli i civici amministratori di Barengo erano già a cor- to di questa carta, e perciò gli ordinarono le due famo se risme di « quadrotta extra strong » sulle cui trasparenze anziché casette e pagode, appare la scritta Hanshi-Koso. Questo sottile intreccio di equivoci di tipo cartaceo-orientale si combinò consentimento di paesana solidarietà barenghina, che cer- to dovette spingere gli ami-ci e co-amministratori comunali dell'imputato a favorirlo in qualche modo o almeno a non infierire su di lui. Ecco come si sdipana la matassa. E' sul pretorio Francesco Donna, il messo comunale, faccia angelica, occhi chiari, espressione conturbata. Presidente — Proibisco ai fotografi di ritrarre quest'uomo. Egli stesso mi ha pregato di ciò. E' vero signor Donna? Donna — No. Presidente — No? Ma se m'ha detto prima che non voleva fotografie in aula! Sbalordimento e ilarità generale. Il messo rettifica: conferma il suo <: no » ai fotografi, non al presidente. Come si vede, è uomo facile alle confusioni, e quest'esordio ne è la prova spettacolare. Ma vediamo come s'intrecciarono i nodi degli equivoci tra le dita del messo, coetaneo e amico del Ferrari. Presidente — Lei, quando fu chiamato qui a de¬ por re la prima volta, dÌ8seche il vicesindaco Ferrarivenne in municipio il 20 o21 o 22 agosto del 1962. Donna s\ Presidente — E il Fer-rari le chiese un foglio dicarta. Lei porse un foglioprotocollo e vide che il Fer-rari lo speziava in due. Al lora gli disse: « Ce n'è anche dell'altra, carta non intestata ». E porse un foglio in bianco. Il Fcnari lo prese, si ritirò nell'ufficio del segretario comunale, con la « Lexikon », e si mise a scrivere qualcosa. Pochi giorni dopo, il 28 agosto, il Ferrari si ripresentò in municipio verso il mezzogiornoLe chiese: « Ce n'hai anco-ra di quella carta?». E leiclic rispose? Donna — // Fcnari mdisse anche: «Hai lettoquclìa storia del bitter? Io!non c'entro, ma c'è di mez-\zo un altro uomo... ». Io gl 1indicai lo scaffale: c'era una risma completa, e un'altra Hncominciata, di quella stes so carta. Presidente — E lei gli consegnò queste due risme. Donna — No, se le prese lui, perché io, signor presidente, non ce la faccio, sono senza una manoFrancesco Donna agita il jsuo moncherino di mutila ;to. E' un attimo, ma im- portante : perché mai menti ebbe quest'uomo, che ap- 1 pare come l'immagine stessa dell'onestà umile e oscura? Il presidente avverte questo momento assorto della deposizione. Tace un attimo, e riprende. Presidente — Lei, l'altra volta, ci disse che con la carta della ristna incominciata erano stati compilati i fogli di convocazione del Consiglio comunale, i fogli dello stato di famiglia. Invece, quei fogli risultano diversi. Come mai? Donna —- Mi sono sbagliato, in buona fede. Erano fogli forniti dalla ditta « Porta » Presidente — E invece, quella che lei consegnò al Ferrari? Donna — Erano di un'altra fornitura, quella della ditta « Nani ». Feci io stesso quell'ordinazione al viaggiatore, Casartelli, nel maggio del 1962. Presidente —■ E perché, allora, insistette a dirmi che non erano stati fatti altri acquisti di carta di questo genere ? Donna — Mi è sfuggito. E' stato un errore. Non ricordavo più di aver fatto due acquisti. Presidente ■— Pensi qua\le importanza poteva avere un errore di questo genere \di acquisti. Se ne rende \conto? Donna ■—■ Non l'ho fatto in malafede. I due tipi di carta erano simili, quello \della « Nani » e quello della l« Porta». Tutti e due por\tav«n0 Qualcosa in fiflTono. 1 Presidente — E tutte o'd"e era»° di carta «quadrotta». Sa che cosa vuol atre « quadrotta »? \ D°nna — Pensavo che [volesse dire «carta a quao 'aretti ». - dgftdRo l a i . - Presidente — E così, quando la Corte vi ha ordinato di mandare qui tutte le fatture degli acquisti di carta fatti dal Comune in questi anni, da Barengo ce le avete mandate tutte, fuorché quella giusta! Ci avete mandato campioni, moduli e fatture di ogni tipo, ma non quella che c'interessava. Come mai? Donna —■ Nella fattura della ditta « Nani » era ,\scritto «carta quadrotta», [Noi si pensava: quadrotta, i quadretti... E così non l'abo\biamo mandata. Ci pareva o che non dovesse interessare. -, L'ombra della bugia tra-|i,scorre sulla chiara frontel del Donna, imperlata di sudore. Il presidente lo guarda, così disarmato e trafelato. Passano alcuni attimi. Il presidente sorride, s'aggiusta la toga. Continua. Presidente — E questa fattura della ditta « Nani »? Donna — Ce l'ha il segretario. Presidente — Meno male. E il segretario, anche lui fece confusione tra carta quadrotta e carta a quadretti? Donna — Anche lui. Procuratore Generale — Ritornò, in seguito, il viaggiatore Casartelli a Barengo? Donna — Sì, ma non gli abbiamo più ordinato di quella carta. Non gli abbiamo più ordinato nulla. Sa, perché noi alterniamo le nostre ordinazioni: ora a questo e ora a un altro. Presidente — Insomma, da quando il Ferrari si portò via quelle due risme, voi a Barengo siete rimasti senza più un foglio di quel tipo. Francesco Donna annuisce. La sua deposizione è finita. E' a questo punto che il presidente chiede al Ferrari se voglia dir qual¬ cosa su quest'episodio che parve così tenebroso, su quest'uomo che fu accusato, proprio da lui, di mendacio. Ma il Ferrari ha un'aria rassegnata e stracca, stamane: come abbiamo detto, non ha nulla da aggiungere, nulla da togliere, nulla da rettificare. Sembra avverta la gravità della sua posizione, ora che s'è intravisto il retroscena sentimentale degli strani « qui prò quo » del Comune di Barengo circa la carta «quadrotta ». Entra il segretario comunale, Attilio Riccardi. Era in ferie, all'epoca del delitto, e quando ritornò udì dal messo le novità sul vicesindaco inguaiato. Riccardi — Non dissi nulla in istruttoria perché non volevo impicciarmi di quest'affare. Presidente — Ma celiando, qui in udienza, ordinammo nuove indagini sulla carta, le fu chiesto di spedire tutte le fatture esistenti in Comune relative agli acquisti di carta di questi ultimi anni. Lei me ne mandò quattro, ma non quella della dit- ta « Nani », cioè proprio quella che c'interessava. Riccardi — L'ho portata con me. Quando ebbi quell'ordine, invitai anche il maresciallo dei carabinieri di Momo ad assisterci nella ricerca. Controllammo una per una tutte le fatture. Giunti a ciucila della ditta « Nani » leggemmo: « carta quadrotta» e pensammo alla carta a quadretti. Era presente il maresciallo, abbiamo pensato: « Be', non vale la pena di mandare anche questa fattura ». E non la mandammo. Procuratore generale — Guarda caso, era proprio quella che c'interessava. Presidente — E' strano davvero: ci avete mandato fatture e campioni di tutti i generi. E i fogli della risma da cui fu. preso il foglio incriminalo, non li avete più trovati? Neanche uno? Ma che ne avete fatto? Segretario comunale — Documenti, minute... Presidente — Che lussi, a Barengo! Si vede che è un comune molto ricco! 11 sindaco, Gaudenzio Ramajoli, svelto e nervoso, chiude la serie barenghese. Presidente — Quando venne qui la prima volta, lei ci disse che non sapendo spiegare il mistero di quel foglio dato dal Donna ul Ferrari, fece ricerche affannose, telefonò a destra e a sinistra, all'Esattoria, alla ditta « Porta ». Insomma, ci disse che gli era restato « il pallino della carta ». Ma la carta non venne fuori, e il « pallino », allora, è venuto a noi. Ha capito? Sindaco — Io non conosco i fornitori, non m'interesso degli acquisti di cancelleria: il messo ini dice che aveva consegnato al vicesindaco un foglio di carta da ciclostilo: allora mi diedi da fare, telefonai a Domodossola... A farla breve, anche il sindaco cercò lungo la strada sbagliata, rivolgendosi alla ditta « Porta » che non aveva Hanshi-Koso, e non alla « Nani » che lo aveva ; e poi, incespicò nell'equivoco della « quadrotta » che non è « a quadretti », e infine anche lui si rimette all'evidenza, si prende un piccolo rimbrotto, e con un inchino in tutta fretta si congeda. Così, il pasticcetto alla barenghese sarebbe completo: ma c'è da interrogare ancora il maresciallo Mario Lavagnino, comandante della stazione dei carabinieri di Momo, cui fu affidata, per dir così, la sovrintendenza temporanea della inchiesta sulla carta presso il municipio di Barengo; temporanea, perché poi arrivò il capitano Teobaldi e le cose presero un'altra piega. Maresciallo Lavagnino — C'erano tutte queste fatture, e anche quella della ditta « Nani ». C'era scritto « carta extra strong quadrotta». Ci dicemmo: ciuesta forse non interessa, e così... Giudice Varalli — Nel dubbio, era meglio spedire anche quella. Invece, come mai? Maresciallo — Non ero io il responsabile di quella ricerca. Io credevo che interessasse solo la carta bianca, e non ciucila a quadretti. Procuratore Generale — Già, ma quadrotta non vuol dire quadretti. Presidente — Ammetta che e stato uno sbaglio, via! E' stato anche interrogato il tesoriere del Comune, Pierino Rossi, della sede di Momo della « Banca Popolare di Novara » : breve e persuasivo, spiega che lui è completamente estraneo a qualsiasi affare cartaceo municipale. Paga quando c'è da pagaie, incassa quando c'è da incassare: tutto qui. Per domani, i due illustri professori torinesi Tappi e Beccari, consulenti a logica. Ci diranno come poterono ipotizzare che Tino Allevi sia morto per ingestione di anticrittogamico o, in ultima analisi, anche per collasso cardiocircolatorio. L'attesa è veramente grande. Gigi Ghirotti Il capitano Teobaldi, a sinistra, e il maresciallo Misino i quali hanno svolto le indagini sulla carta da lettere. Nella foto a destra: depone il messo comunale Donna ll sindaco di Barengo, geo ria mentre tentava di sfugg m. Ramaioli, ieri ad Impeire ai fotografi (Tel. Moisio) l dott. Renzo Ferrari fuma mentre, ammanettato, vie- e ricondotto in carcere. Ieri al termine dell'udienza imputato appariva affaticato ed abbattuto (Tel. Moisio) l dÌPer la prima volta il dottor Ferrari non ha sorriso (Vedere a pagina VII il servizio di Guido Guidi e altre fotografie)