I delegati delle città-martiri europee presenti alle celebrazioni d'oggi a Cuneo di Bruno Marchiaro

I delegati delle città-martiri europee presenti alle celebrazioni d'oggi a Cuneo La provincia unanime nel ricordo come nella lotta I delegati delle città-martiri europeepresenti alle celebrazioni d'oggi a Cuneo In poche terre come nel Cuneese, la Resistenza fu combattimento collettivo: 11 mila partigiani, 3 mila morti, 142 comuni colpiti dalle rappresaglie, tre città medaglie d'oro - Due giorni di manifestazioni ufficiali (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 24 aprile. Nell'atrio del municipio di Cuneo è murata una lapide. Sul marmo è scolpito: I.u avrai camerata Kcs-elriug il niuuunieiito che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi Non coi sa^si affumicati dei bonghi Inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove 1 nostri comparii giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sudarono non colla primavera di queste valli che ti vide [uggire Ma soltanto col silenzio dei torturali più duro d'ogni macigno soltanto con la roccia di questo patio giurata tra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo Su q'ieste strade se vorrai tornare al noslii posti ci ritroverai moni e vivi collo slesso impegno puiiulo serrato Intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA aupc«fdQueste parole, dettate da Piero Calamandrei, sono il miglior monumento alla Resistenza che si potesse realizzare, una testimonianza dello spirito che ha animato la lotta contro il nazifascismo nel Cuneese, un documento da far conoscere ai giovani che non hanno vissuto quel tragico periodo della storia italiana. Non è rettorica, come di forzato e di rettorico non c'è Ivnulla nelle rievocazioni della|Dlotta partigiana che si svolgo- vno nella provincia di Cuneo,|dgenagsmsprlovscslecrcvIccvDMiasenvdfdgsm anche se nelle strade sfilano uomini con bandiere e sulle piazze si fanno i discorsi. Qui ci sono migliaia di uomini che « per due inverni > hanno sofferto e rischiato, migliaia di donne che hanno provato l'an¬ dòprtramoCuvis(cva nelle Divisioni vamento > sotto di Piero Cosa • vederli a casa | ni mstele Boe goscia di non e di saperli in pericolo, centinaia di famiglie che piangono ancora i loro morti. Questa gente chiede soltanto che il suo sacrificio non venga dimenticato e che il suo dolore sia rispettato. La lotta partigiana nella provincia di Cuneo è stata veramente una guerra di popolo fatta su piano nazionale: vi hanno partecipato rappresentanti di tutti gli strati sociali, dal mezzadro al professionista, dall'operaio all'intellettuale, con l'unico ideale di cacciare tedeschi e fascisti e rifare un'Italia migliore. Incominciarono i giovani di Boves raggruppati dal capitano Ignazio Vian e da altri ufficiali della IV armata in sfacelo dopo l'8 settembre; poi vennero Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Enrico Martini Mauri, Pompeo Colaianni, Ettore Rosa, Piero Cosa per citare i nomi più noti, e in pochi mesi tutta la pianura, tutte le valli e le Langhe videro il sorgere delle bande di < ribelli >. Nella primavera del 1944 le formazioni partigiane erano divise in quattro grandi raggruppamenti. Il gruppo Divisioni Autonome « Langhe > comandato da Mauri che operaLanghe; il gruppo Autonome <Rinno-jle il comando paciòEtto tuprFropti la Dimbiciai sstoqunoeiaed« cvela unfoqunapodiunti vacon Giocon-1 té dò Giacosa commissario, chelfipresidiava una larga fascia | stra l'Appennino ligure - pie-1 dmontese, Mondovl, Fossano, : mCuneo; il raggruppamento Di-j nvisioni Garibaldi < Piemonte » s(comandante Pompeo Colaian-lF ni noto come Barbato e com-jCmissario Gustavo Comollo), si-,sstemsto nella valle Po, in vai-I fle Maira, in valle Colla di ! pBoves, nella zona di Ormea ' ve nelle Langhe; il raggrup-| le pamento Divisioni G. L. «Duc-jtciò Galimberti» (comandante, REttore Rosa, commissario Det-jdto Delmastro), che presidiava ftutte le valli occidentali della tprovincia sino ai confini della rFrancia. Sempre nel Cuneese doperava la Divisione Matteot- mti con due brigate (la 13* e|nla 211). Complessivamente 15ÌSDivisioni con una forza di 10.' rmila 734 uomini. | pPer quanto unico fosse l'o-jcbiettivo finale, quello di scac-j dciare i tedeschi, diversi eranO|li sistemi per raggiungere que-lrsto fine. Gli ex partigiani,] bquando si ritrovano, discuto-iLno ancora adesso sulla effica^ deia o no della spericolata! ed ardimentosa guerriglia dei, t« colpisti»; se le bande do- j svevano essere organizzate con I sla disciplina dell'esercito, s'era'pun bene occupare i paesi dell sfondo valle. Una cosa cornuti-1 mque, è certa: che nel Cuneese nacque un esercito nuovo, di popolo, e che tutti gli oltre diecimila partigiani lottarono uniti, malgrado le contrastanti opinioni dei loro capi e le varie colorazioni politiche deiformazioni. Vicino ai partigiani combat tndfczdt(s1 té una guerra ugualmente dil-jc lficile e qualche volta più ri| schiosa la popolazione civile 1 delle città e dei paesi, sempre : minacciata dalla rappresaglia j nazista. Basta ricordare le stragi di Boves, Peveragno, lFrabosa, Ceva, Val Casotto, jCeretto di Costigliole, Clave,sana, Carrù, Dogliani, MonI forte e di tanti altri comuni ! più piccoli e di frazioni che ' vennero messi a ferro e fuoco, | Le cifre che indicano la par- jtecipazione del Cuneese alla , Resistenza sono più eloquenti jdi qualsiasi discorso: 10.734 furono i partigiani combat tenti; 2016 i caduti; 1670 i fe riti; 180 morirono nei campi di sterminio nazisti; 14.100 i militari internati in Germa|nia; 200 i deportati politici; ÌS0O le vittime civili; 1030 i fe' riti civili; 142 i comuni col| piti dalla rappresaglia; 732 le jcase distrutte; 24 i partigiani j decorati di medaglia d'oro al|la memoria; una medaglia d'olro alla memoria per ttn com] battente del Corpo italiano di iLiberazione; tre città medaglie ^ d'oro: Alba, Boves e Cuneo, ! Ecco perché a Cuneo sen, tono il 25 aprile come una fe j sta loro e la ricordano con I spontaneo entusiasmo e larga 'partecipazione di popolo. Quel sfanno la data ha assunto 1 maggior rilievo in quanto rieno tra nel programma delle Giornate della Resistenza Europea dal 24 al 26. Sono giunte, infatti, stasera per l'inizio delle celebrazioni le rappresentanze delle Città martiri europee di Borova (Albania), Coventry (Inghilterra), Kalavryta (Grecia), Kragujevac (Jugoslavia), Lidice (Cecoslovac--jchia>. Liegi (Belgio), Mar- zabotto, Oradour - sur - Glane (Francia), Rotterdam (Olan da), Varsavia (Polonia), Voi gograd (Unione Sovietica). Numerose città italiane han no inviato loro rappresentanti con i gonfaloni comunali. Gli ospiti sono stati ricevuti stasera dal presidente dell'amministrazione provinciale, prof. Falco e successivamente hanno assistito in piazza Galimberti all'arrivo della fiaccolata cui hanno partecipato migliaia di ex partigiani convenuti a Cuneo da tutte le valli e dal le pianure. Il saluto alle delegazioni straniere è stato rivolto dal sindaco prof. Del Pozzo. Domani alle 10, presso la Camera di Commercio, il ministro delie Partecipazioni Statali Giorgio Bo terrà l'orazione ufficiale e il sen. Emilio Lussu commemorerà il comandante partigiano Ettore Rosa. Nel pomeriggio a Boves verrà inaugurata una stele marmorea dello scultore ed ex partigiano Dunchi; parlerà il sen. Umberto Terracini. Seguirà una visita al cimitero di guerra partigiano a Certosa di Pesio, quindi a Verzuolo in serata parlerà il prof. Franco Antonicelli. Domenica le manifestazioni si concluderanno con lo scoprimento di una lapide a Venasca e un discorso del comandante Barbato al ponte di Valle Curta, in occasione dell'inaugurazione di un cippo. In serata chiuderà pure l'esposizione del bozzetto per ii sacrario delle deportate italiane a Ravensbruck che si era aperta domenica scorsa. Bruno Marchiaro