Vecchia di sessantanni la legge per i manicomi

Vecchia di sessantanni la legge per i manicomi Il delitto di Collegno ripropone un grave problema Vecchia di sessantanni la legge per i manicomi Malati che evitano il ricovero per non essere bollati col marchio di "pazzo" I "clinicamente guariti" - La necessità delle case di lavoro - Le evasioni II delitto di Collegllo — levaso dal manicomio che uccide la moglie — ripropone in termini allarmanti il problema degli insani di mente che vivono in libertà. E' un problema che discende da quello più vasto della riorganizzazione degli ospedali psichiatrici. Qui, attualmente, sono tutti assieme: cronici, irrecuperabili, socialmente pericolosi deficienti, epilettici non gravi e S«a\i, alcolisti decaduti, nevio t ci ammalati in via di gua rigtone e perfino sventurati bambini. ptvdcupmo e a . a i a e , à - Ci dice il prof. De Caro, direttore degli ospedali psichiatrici della Provincia: « Accogliamo una popolazione quanto mai eterogenea di soggetti tenuti assieme dal regime giudiziario regolato dalla " Legge del 1901t" sui manicomi e sugli alienati. Regime che non è adatto ad essi, che impone una organizzazione irrazionale, economicamente pesante*. La «Legge del 1904»: sono trent'anni che medici e giuristi, psichiatri e amministratori cercano di cambiarla. In tutto questo tempo hanno ottenuto soltanto che il « manicomio » cambiasse nome e si chiamasse « ospedale psichiatrico ». Tutto il resto è rimasto come 60 anni fa. Anzi, si è fatto più grave 11 problema dei posti. I cinque ospedali psichiatrici nella provincia di Torino (vìa Giulio, Collegno, Grugliasco, Savonera, Regina Margherita) dispongono di cinquemila posti letto. Ogni giorno vi entrano cinque-sei persone, il numero dei « dimessi » è leggermente inferiore. Tutti entrano accompagnati dalla formula « pericoloso a sé e agli altri ». Senza questa formula non si può essere ricoverati: lo dice la legge. Perciò la formula è applicata anche ai casi non pericolosi, non inguaribili, perché il solo modo per ottenere il ricovero di uno psicopatico o di un frenastenico è quello di certificare una pericolosità spesso inesistente. Se bastasse. Il Tribunale emette In un secondo tempo; sentenza di internamento che comporta automaticamente la iscrizione nel casellario giudiziale. La fedina penale porterà il marchio doloroso: ricoverato in manicomio. E' un procedimento che porta spesso a questo risultato: la malattia viene nascosta come un male vergognoso proprio nella fase iniziale, quando più facile sa rebbe curarla. Molti suicidi e molte sanguinose esplosioni di follia sono stati la conseguen za di questo modo di conside rare le cose. Oppure il « men tale » e i suoi familiari si rassegnano a ricorrere all'ospedale psichiatrico quando ormai il male si è cronicizzato e non è più possibile una cura effl cace. Quanti malati sono li- rcemssp! a beri per tema di essere bollati con il marchio di «pazzia »? Molti lasciano l'ospedale giudicati «clinicamente guariti». Lo sono davvero? Quasi la metà di loro — i « recidivi » —ritornano al manicomio. Che fare allora per i malati ritenuti guariti o in parte stabilizzati o in remissione, senza un carattere di pericolosità attuale, ma che «fuori» non possono vivere di una vita autonoma e non possono affatto reintegrarsi nell'ambiente familiare? Da anni si auspica i a j per costoro l'istituzione di ceni tri paraospedalieri, case di la-1 voro controllato. E' il concetto della ergoterapia. In questi | centri «post cura» avverrebbe jun processo -M riadattamento progressivo e il ritorno nell mondo dei « normali » avver rebbe col patrimonio di un recente passato di vita regolare e completa. Tenere, dunque, fuori del manicomio chi può starsene fuori. E tenere fuori — In reparti paraospedalieri anch'essi — i cronici, quelli non più suscettibili di cure. Dice il prof. De Caro: « Ai deficienti mentali adulti, ad alcuni epilettici deteriorati, ai reduci alcolisti e ad alcuni tipi di senili non gravi si adattano molto ! bene le attività agricole, che però non devono far parte dell'ospedale. Ma. un istituto strettamente collegato all'ospedale potrebbe accogliere questi soggetti a capacità lavorativa molto ridotta, assieme ai cronici mentali senza spiccata pericolosità, per i quali non si può far altro che dell'assislenza igienica ». Questi soggetti irrecuperabili appesantiscono il funzionamento dell'ospedale, rendono difficili le cure di tutti gli altri soggetti che hanno bisogno di una terapia attiva. Gli ospedali psichiatrici sono sovraffollati di cronici, e forse per questo è necessario accettare tante richieste di libertà. Altri la libertà se la prendono. Evadono. In genere si tratta di soggetti ritenuti tranquilli, per i quali meno stretta è la sorveglianza. Comunque, una sorveslianza, rigida o me °U1,"/V,'.""**' ,Y6'"? " ro, e stabilita dalla direzione per ogni reparto. Se viene me-«■llllIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIlllllllllllMItIMIII no, si tratta di leggerezza: per esempio, chi deve sorvegliare Si addormenta. Sembra che questo sia il caso dell'altra notte| quanuo è evaso paicolista cronlco cne ha ucciso ,a moglie. E sembra anche che provvedimenti disciplinari vengano presi contro l'infermiere responsabile. Il Consiglio di amministrazione degli ospedali psichiatrici provinciali riunirà domenica per esaminare i recenti casi di evasione da Collegno e da Grugliasco e per decidere nuovi provvedimenti di vigilanza.

Persone citate: De Caro

Luoghi citati: Collegno, Grugliasco, Torino