Scarcerato l'impresario di Casale Ferì due ladri colti in flagrante di Augusto Minucci
Scarcerato l'impresario di Casale Ferì due ladri colti in flagrante Scarcerato l'impresario di Casale Ferì due ladri colti in flagrante Gli è stata concessa la libertà provvisoria - Forse sarà denunciato per lesioni gravi e porto abusivo di arma da fuoco - Il patetico incontro con la moglie dopo dieci giorni di carcere (Dal nostro inviato speciale) Casale, 17 aprile. Dopo dieci giorni di carcere, tornato a casa Pasquale Grupico, l'impresario stuccatore che feri a colpi di rivoltella due ladri colti in flagrante mentre svaligiavano il suo appartamento. Il procuratore della Repubblica dott. Janelli, nfatti, in considerazione delle modalità in cui è avvenuto il erimento, gli ha concesso la ibertà provvisoria. Quando, a mezzogiorno in punto, Pasquale Grupico è apparso sul portone del carcere, a moglie, Anna Chimente, e parenti erano là ad attenderlo da oltre due ore. Si è guardato attorno con aria marrita, poi ha visto la moglie che gli correva incontro, allora ha aperto le braccia c ha lasciato cadere il fagottino di indumenti che aveva in mano. In mezzo alla strada, con e auto che passavano, Pasquae Grupico e la moglie sono rimasti abbracciati senza dire una parola per molto tempo, poi sono scoppiati a piangere e si sono rifugiati sulla vetura che li attendeva per porarli a casa: finalmente erano di nuovo assieme, nsafaatPtaqasastseaaoitsavscscPasquale Grupico, ventiset-1 tenne, è un impresario stuccaore. La definizione di impresario fa pensare a una sarabanda di milioni, ma in realtà l Grupico è poco più di un operaio. Lavorava con quattro dipendenti e quando aveva finito di impiastricciarsi le ma¬ gr ni con la scagliola doveva pensare alle fatture, alle forniture, ai progetti e ai preventivi. A furia di sacrifici era riuscito a farsi un piccolo gruzzolo e aveva deciso di andare ad abitare in una casa nuova in via Provvidenza. Domenica 5 aprile aveva fatto il trasloco. I mobili erano ancora da sistemare, e per questo motivo i due coniugi avevano affidato la figlia Rosetta di 13 mesi ai nonni che abitano in via Caccia. Martedì sera 7 aprile erano andati a trovare i parenti e dopo essersi intrattenuti sino alle 22 erano tornati a casa. Appena entrati nel cortile, avevano visto la luce del loro appartamento accesa e due ombre: erano i ladri. Tornati in strada, avevano avvertito per telefono la polizia e in attesa degli agenti il Grupico sorvegliava la palizzata che ancora cinge l'edificio. Improvvisamente vide i due ladri che stavano scavalcando la staccionata per fuggire. L'impresario intimò loro di fermarsi, ma i due fecero un balzo e si diedero alla fuga. Il Grupico 11 rincorse e per intimorirli sparò un colpo di pistola In terra. Ma i ladri non si fer inarono, anzi, visto che il Grupico stava ormai per raggiungerli, l'aggredirono: allora riprese a sparare. Uno dei due ladri, Angelo Molinai-i, 26 anni, rimase ferito all'addome: la pallottola, entrata all'altezza dell'ascella si- nlatra, andò a fermarsi contro la quarta vertebra; l'altro, Walter Partesana, fu ferito alla gamba. Il primo dovette subire un delicato intervento e per molti giorni si temette per la sua vita. Il giudice istruttore, esaminando i fatti, si trovò di fronte ad alcuni lati oscuri. Il Grupico aveva dichiarato che i due l'avevano aggredito con il col¬ tello, ma l'arma non venne trovata. D'altra parte i due giovani affermavano, non solo dl non essere 1 ladri, (tesi insostenibile perché nelle loro tasche erano stati trovati degli oggetti appartenenti all'impresario), ma addirittura ili essersi fermati all'intimazione dello stuccatore. Per questo motivo le indagini e gli interrogatori sono stati molto laboriosi, ma si è riusciti infine a ricostruire l'episodio in tutte le sue drammatiche fasi. Inoltre, i due ladri, che come è noto sono zio e nipote, dopo molte reticenze, hanno ammesso di essere stati gli autori dei furto. Con tutta probabilità verranno rinviati a giudizio per furto pluriaggravato, mentre il Grupico sarà denunciato per lesioni gravi e porto d'arma abusivo. Abbiamo trovato i due coniugi in casa dei parenti in via Caccia; entrambi sono ancora sconvolti dalla drammatica esperienza vissuta. Abbiamo chiesto all'impresario i motivi per cui aveva la rivoltella senza possedere il porto d'armi, c Arcuo paura — ci ha detto —; sono stato minacciato più volle per telefono e per lettera. Questa, anzi, la portai alla polizia e denunciai il fatto. Alfio chiesto il porto d'armi ma non mi venne concesso. La rivoltella la tenevo nella macchina e avrei voluto non usarla mai. «Anche quando ho sparato, l'ho fatto solo perché si fermassero; volevo solo indietro la mia roba. Invece uno mi ha aggredito. Sono sicuro che aveva in mano un coltello. Ha gridato "ti ammazzo", allora ho sparato ». Si passa una mano sugli occhi come per cancellare il ricordo, i: Ora basta; ce ne andremo da Casale. Torneremo in Calabria ». Augusto Minucci L'impresario casalese Pasquale Grupico accolto dalla moglie all'uscita dal carcere
Persone citate: Anna Chimente, Walter Partesana
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