Il clown Popov e gli orsi in motocicletta le nuove attrazioni del Circo di Mosca

Il clown Popov e gli orsi in motocicletta le nuove attrazioni del Circo di Mosca E* tornato ieri sera a Torino il celebre complesso sovietico Il clown Popov e gli orsi in motocicletta le nuove attrazioni del Circo di Mosca Festeggiati dal pubblico del Palazzetto dello Sport i quarantotto giocolieri, acrobati, pagliacci e ammaestratori - Sorprendenti evoluzioni dei cavalieri caucasiani di Alibek Festoso e ingenuo come tutti i circhi dei mondo, quello di Mosca, ritornato a Torino dopo quattro anni, è tuttavia diverso per l'incrollabile ottimismo che costituisce il sottofondo di ogni suo numero. Mancano infatti le belve, che presuppongono ed esaltano la naturale ferocia di alcuni animali; al rischio romantico degli acrobati senza rete si preferisce, e ragionevolmente, la sicurezza che dònno i cavi e le cinture; alta leggenda del pagliaccio che ride con il cuore infranto si sostituisce la realtà di un clown intimamente lieto e sereno. Forse va perduta quella che si suole chiamare, del resto con abbastanza retorica, la poesia del circo, ma ne guadagna lo spettacolo quando esso è rivolto, come assicurano che avvenga nell'Unione Sovietica, a un pubblico che chiede soltanto di divertirsi e nel modo più schietto e più semplice. Probabilmente, anche il nostro pubblico non chiede altro se si deve giudicare dalle accoglienze calorose che la troupe sovietica ha ricevuto ieri sera al Palazzetto dello Sport trasformato in un'arena. Sono tutti artisti che i torinesi ancora non conoscevano, poiché lo spettacolo e completamente rinnovato rispetto a quello di quattro anni fa; ma tutti provengono dalla stessa scuola di Stato, grazie alla quale è possibile rifornire continuamente i i)8 circhi dcll'Urss e scegliere, tra seimila artisti, i quarantotto per questa tournée ifaliana (il circo viene da Genova e visiterà poi altre città). Sostituita così una scuola lunga e severa all'insegnamento spicciolo tramandato di padre in figlio (anche se qui non mancano i gruppi familiari), si comprende come questi acrobati, giocolieri, ginnasti, cavalieri, clowns e ammaestratori riescano a stupire anche negli esercizi più elementari se non altro per la precisione e la gentilezza con cui li eseguono. Ma, come in tutti i circhi, si punta naturalmente sulle attrazioni che, anche in questa seconda edizione, sono numerose e interessanti. Incominciamo con Oleg Popov. ?ion soltanto perché il suo nome è certamente il più noto al pubblico occidentale, ma perché davvero questo giovane clown — ha trentatré anni — è uno dei punti di forza dello spettacolo. Sempre sulla pista, a collegare i rari mimeri o a eseguire i suoi esercizi, Popov si guadagna subito le simpatie con quella sua aria di contadino furbo e tranquillo. In un piccolo numero musicale compare, con un partner, anche la moglie di Popov che coraggiosamente imbruttisce la sua fiorente giovinezza in un buffo travestimento clownesco. E giacché siamo in tema di bellezza e di gioventù, ricordiamo Galinu Petrinskaia, che sulla fune verticale esegue un vero e proprio saggio di danza classica. Le altre grandi attrazioni sono gli spettacolosi cavalieri caucasiani di Alibek (82 anni, con lui cavalcano i figli e una nipotino di undici anni), ma soprattutto gli orsi ai Valentin Filatov e i Milaev. I do\dici orsi (per addestrarne uno solo ci vuole un anno, e occorrono almeno cinque anni per riunire un gruppo come lineilo che abbiamo ammirato ieri sera) fanno di tutto: si prendono a pugni, compiono acrobazie, vanno in bicicletta e, al buio, anche in motocicletta. Per noi italiani e forse il numero più nuovo. Ma il numero più sensazionale, uuello che dà il brivido come nei vecchi tempi quando l'orchestra taceva e i tamburi rullavano, è l'esibizione dei Milaev. Immaginate, un colosso composto e tranquillo che, drenato sic una specie di poltrona, regge sulle gambe una scala altissima sulla quale si arrampicano e compiono ardui esercizi sino a cinque persone In tutto sono sette quintali che Milaev porta sulla pianta lei piedi. Completano le due parti del lo spettacolo, senza per questo che si debba considerarli come meri riempitivi, altri eccellenti numeri come i due acrobati che, appesi a un aeropianino, volteggiano con eleganza; i vivaci cagnolini di Antonina Poldi (e uno di essi, tra l'ilarità generale, galoppa intorno alla pista tenendo sulla groppa un gatto); gli «icariani» di Viktor Pliner dove si distinguono giovanissimi acrobati e addirittura un bimbetta di pochi anni che ha commosso e entusiasmato gli spettatori. a> |,|t s L'acrobata Galina Petrinskaia, sulla fune verticale

Persone citate: Alibek, Oleg Popov, Poldi, Popov, Viktor Pliner

Luoghi citati: Genova, Mosca, Torino, Unione Sovietica