Nega tutto alle Assise di Torino l'uomo che uccise l'ex amante

Nega tutto alle Assise di Torino l'uomo che uccise l'ex amante La tragedia avvenne il 31 dicembre '62 Nega tutto alle Assise di Torino l'uomo che uccise l'ex amante Abbandonato dalla donna che sfruttava, l'attese in zona Mirafiori e le sparò contro 16 rivoltellate - La vittima stava accompagnandosi con la bimba di un muratore presso il quale da qualche tempo si era rifugiata - Ièri l'imputato ha fornito una nuova versione (si sarebbe difeso ed avrebbe colpito casualmente) smentito da tutti i testimoni E' cominciato ieri, davanti la Corte d'Assise dl Torino, il processo contro Pasquale Scagliola, 55 anni, nato a Capua, residente nel capoluogo piemontese in corso Sempione 122, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abbietti, dl sfruttamento e di calunnia. Lo Scagliola, un ometto basso e grassoccio, con un viso flaccido e gli occhi segnati, uccise con 16 colpi di pistola Caterina Cassineri, nata nel 1919 aBorgolavezzaro (Novara), che per molti anni era stata la sua convivente, e lo aveva mantenuto, in tutto o In parte, con 1 frutti della sua attività di passeggiatrice. Pasquale Scagliola è stato definito un bugiardo costituzionale, assurdo, inconcepibile. Non per nulla i suoi difensori di fiducia, gli avv. Delgrosso e Trebbi, si sono rifiutati di assisterlo, nell'impossibilità di condividere la sua fantastica tesi. In tal modo, ieri alle 9, sedeva al banco della difesa l'avv. Balestra, designato di ufficio dal presidente dott. Moscone. Lo Scagliola, all'inizio della udienza, chiede alla Corte un rinvio per aver modo di nominare un altro difensore di fiducia. L'avv. Balestra, da parte sua, sollecita lo stesso provvedimento, ma allo scopo di provocare un supplemento di perizia psichiatrica dell'imputato, « Desidero precisare — sottolinea 11 difensore — che la mia richiesta è fatta contro la volontà dello Scagliola. Penso, tuttavia, che la sua personalità dovrebbe essere approfondita e lumeggiata soprattutto per la parte riguardante l'anormale capacità di mentire. La perizia del prof. De Caro, su questo punto, non mi sembra sufficiente ». La Corte respìnge le istanze, pur dispo nendo di citare il prof. De Caro sui particolari indicati dal l'avv. Balestra. Viene quindi interrogato lo Scagliola, che dà segni di insofferenza. Egli parla un linguaggio fiorito, nel suo pittoresco accento meridionale che la lunga permanenza a Torino non ha per nulla intaccato. Scagliola — Conoscevo Rina Cassineri da molti anni, come cliente del mio ufficio, ma solo nel 1957 l'assunsi come carne riera. Non ha mai abitato presso di me e non è mai stata la mia amante. Presidente — Come spiega le fotografie con dedica affettilosa e i biglietti amorosi che risalgono al 19461 In questi scritti st leggono frasi come queste: < A te, mio caro Lino, unico uomo della mia vita ». « Due cuori uniti per sempre, fino alla tomba » « Ti voglio tanto bene. La tua bamboletta capricciosa ». Scagliola — Ripeto, era sol tanto una conoscenza. Presidente — E non è vero che abitava con lei, eccettuati i periodi che trascorreva nelle case di tolleranzat Scagliola — Assolutamente no. La Cassineri non abitò mai in casa mia. Dal '57 in poi veniva al mattino, faceva i lavori di casa e se ne andava la sera. Presidente — Sentiremo molti testimoni che affermano esattamente il contrario. Scagliola prosegue negando tutto. Non è vero che la Cassineri abitava con lui in una .soffitta di via Maria Vittoria 32, che lo manteneva, che era la sua amante, che la maltrattava e la minacciava che Io lasciò perché stanca di farsi sfruttare. Non è vero niente. I testimoni dicono tutti il falso. La verità è soltan to quella di Pasquale Scagliola. Nega di essere venuto alla « Stampa > e a «Stampa Sera» per sollecitare un appello dopo la scomparsa della donna, nega che in tasca teneva un ritaglio di giornale con la notizia pubblicata (lo trovò la polizia con una foto della Cassineri), nega di aver fatto ricerche presso l'Aci e l'anagrafe allo scopo dì rintracciare l'indirizzo dell'uomo, il muratore Francesco Gallo, presso il quale la Cassineri si era rifugiata. Presidente — Lei dice che non si faceva mantenere dalla Cassineri. E come si guadagnava da vivere! Scagliola — Avevo un ufficio di consulenze automobilistiche e mi occupavo anche di compra e vendita di vetture. Presidente — Ma non ci ha indicato il nome di un solo cliente. E' possibile che non se no ricordi nemmeno unot La sola pratica che è riuscito a documentare <; stato un rinnovo di passaporto. L'Imputato, sempre a modo suo, racconta poi coinè sì svolse il delitto. <ll 31 dicembre 1962, nel pomeriggio, mi trovavo in zona Mirafiori per visitare alcune autorimesse. Ad un certo punto, in via Nallino, mi sentii chiamare e mi trovai di fronte la Cassineri ed il Gallo. Lei mi chiese libretti di lavoro per il perio do trascorso presso di me co me cameriera. Risposi che aurei sistemato ogni cosa, ma intervenne il Gallo e pretese imseIointrnssflatcM1cmscptcmheapmGgvslsgaclsnn o e o o a e e o o a i a o i e e ò n a o o o ima grossa cifra, non ricordo se 800 mila lire o un milione. Io replicai: " Lei non c'entra in questa faccenda", ma l'altro cominciò a darmi spintoni. Poi mi sono saltati addosso tutti e due e l'uomo estrasse una pistola. Allora tirai fuori anche la mia e cominciò la sparatoria. La Cassineri si trovò in mezzo, tra due fuochi e casualmente fu colpita". Presidente — Casualmente? Ma se ò stata raggiunta da 16 colpi di pistola! Scagliola — Il Gallo scappò, con la sua auto, mentre io rimasi sul posto. In seguito, spontaneamente, mi recai al commissariato e consegnai la pistola. Presidente — Lei ha raccontato questa storia, finora, in cinque diverse versioni. Come mai, in un primo tempo, non ha detto che anche il Gallo era armato di pistolat Scagliola — Quella che dico adesso ò la verità. Si vede che prima mi hanno interpretato male. Ma il muratore Francesco Gallo, il muratore che, dieci giorni prima del delitto, aveva accolto la Cassineri in casa sua, perché sì occupasse di lui e delle sue due bambine, smentisce recisamente lo Scagliola. Gallo — La Cassineri, che avevo incontrato per caso in corso Massimo d'Azeglio, voleva abbandonare la sua tri sta vita. Sono separato da mia moglie e decisi di prendere con me quella donna. Il giorno del delitto, con mia figlia Gianna, di 10 anni, la Cassi neri stava recandosi alla scuo la, ad attendere la mia mino re, Cristina, di 7 anni. Io ero a lavorare e non seppi della tragedia fino a sera, quando rientrai e fui fermato dagli agenti. Viene ascoltata Gianna Gallo, una graziosa bambina, con due vispi occhietti neri. E' disinvolta e per nulla intimidita. « Papà era a lavorare ed 10 uscii con Rina per andare a prendere mia sorella. Ad un certo punto, mentre cammina vamo, sentii una voce. Mi voi tai e vidi un uomo con una pistola in mano. In scappai, ma Rina non ne fu capace. L'uomo sparò alcuni colpi di pistola. Poi non ho più visto nulla perché mi rifugiai in una panetteria». Giuseppe Lo Russo vide tut ta la scena, senza poter Inter venire: «Ho visto un uomo che sparava a una donna e una bambina che scappava La donna è caduta; l'uomo si è scostato di qualche passo ha trafficato un po' con la pi stola, poi è tornato vicino alla sua vittima ed ha continuato a sparare ». Anche Amilcare Giaccardl, che passava in auto con l'ami co Felice Savogin, fu testimo ne dell'omicidio. «Sono sicurissimo che l'assassino è lo Scagliola. L'ho visto mentre, sparava, l'ho seguito, l'ho pedinato, ho raccolto la pistola che aveva buttato via. Solo allora, con il mio amico Savogin e con un altro passante, 11 signor Tropea, sono intervenuto ed ho fermato lo sparatore. Egli minacciava di denunciarci tutti, ma noi lo abbiamo fatto salire su un'auto e lo abbiamo condotto al commissariato. La pistola l'ho consegnata io agli agenti ». Presidente — C'era un altro uomo accanto allo Scagliola e alla Cassinerit Giaccardi — No, non c'era nessuno. Tutti lo smentiscono, ma Scagliola non si scompone: «Se 5io?i /ialino ri'sfo il Gallo e la sua macchina, questi testimoni sono tutti falsi ». Il dott. Moscone lo invita a controllare le sue parole: «Lei si è già buscato una denuncia di calunnia per aver accusato falsamente il Gallo di omicidio ». Alcuni vicini di casa, di via Maria Vittoria 32 e di corso Sempione 122, riferiscono sui rapporti e sulla convivenza de'lo Scagliola e della Cassineri. Anch'essi, secondo l'imputato, direbbero il falso. Ma ucndnncvIcitiiiiiiiiiiiitiittiiiitiiiii i ili Mi una vecchietta, Delfina Giàchino, che abitava proprio nella soffitta accanto a quella della coppia, ha la memoria buona: « Ricordo ;iersino dice — quando lui chiamava il taxi per condurla alla stazio ne, quando lei doveva andare nelle case. Io allora commentavo: "Ecco, la signora torna in collegio" ». Oggi verranno ascoltate altre testimonianze e-poì il processo, probabilmente, sarà rinviato alla prossima settimana. II perito psichiatra, prof. De Caro, si trova infatti a Cagliari per motivi professionali e non può rientrare Immediatamente, g. a. Pasquale Scagliola, al banco degli imputati a Torino La piccola Giovanna Gallo in tribunale. Accompagnava Caterina Cassineri quando costei fu uccisa

Luoghi citati: Cagliari, Capua, Novara, Torino