Dichiarazioni del ministro Saragat alla conferenza stampa a Teheran di Vittorio Gorresio

Dichiarazioni del ministro Saragat alla conferenza stampa a Teheran L'incontro con lo Scià ha chiuso la visita nell'Iran Dichiarazioni del ministro Saragat alla conferenza stampa a Teheran I nostri Paesi, ha detto, debbono mantenere contatti sempre più stretti con il mondo sovietico per evitare che le divergenze ideologiche insanabili si traducano in catastrofe - L'Italia attraversa un momento delicato: entro un anno contiamo di risanare la nostra economia, e allora potremo riaprire crediti all'estero (Dal nostro inviato speciale) Teheran, 9 aprile. Saragat ha concluso ufficialmente questa sera la sua visita all'Iran dopo un colloquio che stamattina ha avuto a quattr'occhi con l'imperatore Mohammed Reza Scià Pahlevi per un'ora e mezzo nella sala maggiore del Palazzo di marmo, la nuova reggia iraniana. E' seguita una colazione In suo onore e infine Saragat ha espresso nel corso di una conferenza stampa la sua soddisfazione per le accoglienze ricevute ed 1 colloqui avuti durante la sua visita. < Ho avuto il piacere di incontrarmi — egli ha detto — con gli esponenti di una classe politica degna di questo nome, consapevole che il suo primo dovere è di procurare il benessere del popolo del suo Paese e a questo fine si orienta sotto la guida del sovrano, il cui largo spirito sociale, il senso del dovere, l'impegno morale e la buona volontà sono ammirati da tutti i democratici del mio Paese ». L'esplicita dichiarazione di simpatia ha aperto al sorriso di molti dei giornalisti iraniani intervenuti numerosi alla conferenza stampa e Saragat ha comunque tenuto a motivarla dichiarando ancora di avere riscontrato una certa somiglianza fra i due Paesi: « Vi sono alcune analogie che spiegherò. Con altri quattordici Paesi d'Occidente noi apparteniamo alla Nato e voi insieme alla Turchia ed al Pakistan alla Cento (Central Trcaty Organizaiion). Sono due accordi regionali che nello spirito dei principi della stessa Carta dell'Orni garantiscono la difesa e l'indipendenza dei Paesi aderenti ». Saragat ha proseguito: « Se l'Onu fosse tanto forte da poter dare piena garanzia a tutti i 120 Paesi che ne fanno parte, i patti regionali sarebbero superflui. La situazione non è purtroppo ancora questa, ma ciò non toglie che i patti regionali secondo l'esperienza di questi amni abbiano dimostrato la loro efficacia perché non solo hanno preservato la pace e l'indipendenza nelle aree di loro spettanza ma pure hanno consentito nell'equilibrio delle forze di avviare con il blocco dei Paesi sovietici un colloquio dlstentivo » La stessa libertà e l'indipendenza dei Paesi cosiddetti non impegnati sono garantite dalla presenza ed esistenza di quelli impegnati, ha detto Saragat, e la sua pertinente osservazione è stata accolta da approvazioni generali, significative in un Paese che viene spesso considerato come attestato sulla linea ideale di demarcazione tra impegnati e non impegnati € In ogni modo — ha proseguito Saragat — nostro obiettivo comune è di mantenere contatti sempre più stretti con il mondo sovietico per impedire che le divergenze ideologiche die da esso ci dividono irrimediabilmente si trasformino in cause di catastrofico conflitto armato » Altre analogie tra l'Iran .e l'Italia sono state riscontrate da Saragat rhlssdddnastmac1dptmssul piano dei problemi sociali Sia pure a livelli differenti es si difatti si presentano nei due Paesi in modi simili e, come l'Italia cerca di risolverli nel quadro della sua tradizione ispirata a libertà, cosi l'Iran si sforza oggi di garantire quel patrimonio civile che si chiama la difesa dei diritti naturali dell'uomo. (Giova qui avvertire che la libertà nel senso occidentale non è un concetto molto chiaro nell'Iran dove parlare di diritti naturali dell'uomo come oggi ha fatto Saragat. risulta più appro priato). A parte le impostazioni ideali la collaborazione fra l'Italia e l'Iran deriva d'altra parte dalia stessa natura delle cose. L'Italia è in grado di fornire assistenza ed aiuti di natura tecnica all'Iran e preci samente di questo genere di assistenza e di aiuti l'Iran ha bisogno nel campo agricolo ed industriale, in quello delle in frastrutture dei manufatti in quello delle ricerche scientifiche e delle opere pubbliche. « Avete ricevuto richieste concrete di aiutof ». ha domandato un giornalista Iraniano « Non abbiamo svolto alcun negoziato ma abbiamo consta tato la possibilità esistente per l'Italia di intensificare rapporti di collaborazione con l'Iran » Ha insistilu n giornalista iraniano alla ricerca di mag giore precisione: « Attinente ranno gli investimenti tinan ziari italiani nell'Iran! » *Per il momento non mi pa re che il problema si ponga -lha risposto Saragat — perché i l'Italia deve fare fronte ad una situazione sua interna abbastanza delicata che speriamo di poter superare con l'aiuto dei nostri amici americani e degli altri Paesi d'Occidente nel termine, diciamo, di un anno. Ma se fra un anno come speriamo avremo ristabilizzato la nostra economia potremo forse ricominciare con aperture di credito anche nei confronti dell'estero. E' sempre meglio dire la verità, come 10 la dico adesso a voi: prima di questo termine nessun uomo politico responsabile si potrebbe impegnare ». A tutta un'altra serie di domande Saragat ha dovuto rispondere per soddisfare la curiosità dei giornalisti iraniani: se l'Italia sia disposta ad interporre i propri buoni uffici fra l'Iran e la Rau, se l'Italia considera positivo o negativo 11 conflitto tra l'Unione Sovietica e la Cina, se il nostro governo di centro-sinistra esprime in Italia la maggioranza della volontà del Paese, e finalmente quali impressioni Saragat avesse avuto dal suo incontro con lo Scià e con i dirigenti politici iraniani del momento. A tutte le domande Saragat ha dato risposte pun tuali e con la conferenzastampa è terminata praticamente la visita nell'Iran del nostro ministro degli Esteri. Domani a mezzogiorno con un aereo dell'Alitalia atterrerà a Ciampino. Vittorio Gorresio