L'Italia alle celebrazioni di Shakespeare con uno spettacolo di Peppino De Filippo di Igor Man

L'Italia alle celebrazioni di Shakespeare con uno spettacolo di Peppino De Filippo // 23 aprile ricorre il quarto centenario della nascita del poeta L'Italia alle celebrazioni di Shakespeare con uno spettacolo di Peppino De Filippo «Le metamorfosi di un suonatore ambulante» ha entusiasmato il pubblico, lasciando divisa la critica - Compagnie britanniche in tutto il mondo per rappresentare le opere del repertorio shakespeariano - Un eccezionale dizionario, con tutte le informazioni riguardanti lo scrittore (Dal nostro Inviato speciale) Londra, 8 aprile. L'Inghilterra celebra il 400" anniversario di Shakespeare con fervoroso impegno, dopo una preparazione durata due anni: si è lavorato tanto perché le varie manifestazioni — teatrali e culturali — fossero di alto livello e contenuto artistico e, nello stesso tempo, avessero un carattere divulgativo. Le celebrazioni hanno avuto inizio con la fine del dicembre scorso, dureranno in pratica tutto il 1964: quel che si è fatto finora premia la civile fatica appassionata dei vari organizzatori, perché è quanto di meglio si potesse attendere sotto il profilo della qualità e della volgarizzazione. Gli spettacoli, innanzitutto. Al Covent Garden sono andate in scena le tre opere shakespeariane di Verdi: Macbeth, Otello, Falstaff, e un trittico di balletti. E' prossima la rappresentazione del Sogno di una notte eli mezza estate, cui seguirà il Mercante di Venezia: entrambi messi in scena da sir Ralph Richardson, uno dei grandi, con Olivier e Gielgud, del teatro britannico. Il complesso ha in programma una tournee in otto nazioni del Centro e Sud America. La Royal Shakespeare's Company, dopo nove settimane all'Aldwich Theatre (Re Lear e La commedia, degli errori) è partita per un giro in 40 nazioni (Europa orientale, Canada e Stati Uniti), e si trova attualmente a Mosca. Un'altra compagnia, la Bristol Old Vie, rappresenterà in dodici paesi dell'Europa mediterranea Enrico IV. La New Shakespeare's Company porterà la Tempesta e il Riccardo II nelle capitali del Medio Oriente. Un diverso complesso, diretto da Harold Lang, dopo aver percorso l'Est asiatico, dall'Afganistan all'India, aprirà in Australia il Festival di Adelaide. Sir Lawrence Olivier 6 in provincia con Otello che rappresenterà nel teatro dell'Old Vie, vicino al ponte di Waterloo, il 23 aprile, giorno della nascita di Shakespeare. Sir Olivier è atteso alla prova con molto interesse. E' la prima volta che fa Otello ed il suo « tentativo » viene 'dopo l'insuccesso di John Gielgud. La « Royal Shakespeare's » diretta da Peter Hall debutterà il 15 di questo mese a Stratford-on-Avon, patria del poeta; verrà rappresentata tutta la serie cosiddetta della «Guerra delle rose », sette lavori che abbracciano più di un secolo di storia inglese. Dalla tragica debolezza di Riccardo II si passa alle « scenate » di Falstaff nelle due parti dell'Enrico IV; all'impero costruito da Enrico V seguono le violenze 'iella guerra delie rose nell'Enrico VI e nell'Edoardo IV; infine la crudeltà totalitaria di Riccardo III che precede la stabilità dei Tudors. E' un progetto ambizioso, al quale Peter Hall lavora senza conceder soste a sé ed agli attori dell'imponente complesso artistico già da tempo trasferitosi a Stratford-on-Avon. Nella cittadina elisabettiana giungerà verso la fine dell'anno la Compagnia shakespeariana canadese di Stratfordon-Ontario, per concludere il ciclo delle rappresentazioni. Si pviò dire, insomma, che non ci sia città, grande o piccola, dell'Inghilterra, o quartiere di Londra, da Chichester al Meomaid Theatre, in cui non venga dato, o sia in programma, Shakespeare. Ma non è tutto: quattrocento almeno, fino ad ora, sono le pubblicazioni dedicate a Shakespeare giunte sui forniti banchi dei librai nelle edicole, nei drugstores. 1 Penguin's Books pubblicano un dizionario shakespeariano in edizione popolare al prezzo di nove scellini. E' un'opera eccezionale, dov'è possibile reperire un vasto repertorio di biografie, saggi, informazioni, fatti, personaggi, eccetera che comunque abbiano attinenza con il poeta. Bellissimo anche un vocabolario delle citazioni, al prezzo di venticinque scellini. Mentre i cosiddetti libri da tasca, che costano dai tre ai quattro scellini, diffondono una cospicua serie di antologie critiche, saggi, scritti sull'età shakespeariana vedono la luce un libro tutto di illustrazioni, una importante biografia scritta dal Groswe e, dello stesso autore, una pubblicazione sui sonetti che risolve diversi problemi filologici e di interpretazione. Insieme con la Francia, la Germania, la Grecia, l'Irlanda la Polonia e la Russia, l'Italia partecipa alle celebrazioni con le Metamorfosi di un suonatore ambulante di Peppino De Filippo, nel quadro del Festival mondiale in corso all'Aldwich Theatre, per iniziativa della Royal Shakespeare's Company, dell'impresario Peter Daubeny e del Junday Telegraph. Dopo l'accademico Tartufo dellp Comédie FranQaise, accolto jon freddezza dalla critica insieme ad un FU à la Patte di Feydeau, e il successo di stima degli attori dello Schiller Theatre (Andorra, di Max Frisch, e Clavigo, di Goethe), Peppino ha ieri sera trasformato la veneranda platea dell'Aldwich in un catino ribollente di risate e di battimani. Applaudivano anche quanti avevano mostrato di stupirsi come mai a rappresentare l'Italia non fossero stati scelti « i Giovani > con la loro straordinaria m nscena dei Sei personaggi . /ero lo Strehler del Galileo con tutto il suo fasto di « rito ambrosiano » per citare la piccante definizione di Ennio Flaiano. Applaudivano perché si erano divertiti, non perché si fossero ricreduti. C'era molta attesa a Londra, forse troppa, per questa rappresentazione di Peppino che si diceva derivata da uno spunto secentesco, tipico della « commedia dell'arte ». Pulcinella e Colombina sono molto popolari in Inghilterra, dove corrispondono a Punch e a Judy. Mentre i giornali a larga tiratura scrivono con entusiasmo dello spettacolo e su tutti fa spicco il severo Bernard Levin, cerbero del Daily Mail, a cui, di solito, non ne va mai bene una, i critici della grande stampa lasciano trasparire una certa delusione. Pur non lesinando complimenti a Peppino, attore straordinario, ricco d'una enorme carica comica quant'altri mai, pateticamente metafisico e insieme aggressivamente plebeo, addirittura aristofanesco in determinati momenti, i critici osservano come in realtà la sua fatica di commediografo sia imparentata, piuttosto che alla commedia dell'arte, aila farsa della bella epoque. Il Times rende omaggio alla potenza espressiva di Peppino che, con il minimo sforzo (uno sguardo, un gesto) ottiene effetti considerevoli, ma scrive che la commedia risale più propriamente al'.a romana Atellana, conservando il cliché dei caratteri comici di Molière e di Shakespeare. 11 Guardian pensa che in un lavoro non suo (La patente di Pirandello, ad esempio) Peppino sarebbe riuscito a dare l'esatta misura della sua personalità di attore completo e autentico. Si lamenta la lentezza del primo atto e l'eccessiva preoccupazione riservata all'intreccio, che poi è quello classico della pochade: il vecchio danaroso che concupisce la donzella vagheggiata dal giovin signore. Alla fine, grazie agli sforzi combinati di alcuni amici e all'inventiva del più stupido — ma solo all'apparenza — di essi, il nobiluomo impalma la fanciulla lasciando il vegliardo scornato. Ma si elogiano senza mezzi termini la musica, dovuta allo stesso Peppino, le canzoni cantate dal bravo Rondinella, il ritmo da balletto a partire dal secondo atto al finale che 6 una festa di colori e suoni.Peppino viene lodato oltre che come protagonista anche come concertatore dello spettacolo, il (piale, in definitiva, è un sublime pastiche: Goldoni, Molière, farsa francese, sceneggiata napolitana, teatro dei burattini, commedia da scavalcamontagne, tarantella e « tamburinata ». Peppino De Filippo trascina all'ilarità senza rimedio soprattutto quando, in una delle sue metamorfosi, si finge la statua di marmo di Giulio Cesare, una statua sui generis che, ad ogni giro di manovella, compie elaborali gesti e movenze. Sussulta Peppino, brandendo una spada di cartone, minuscolo e bianco su un piedestallo di car-tapesta, immobile nella sua maschera dolorosa e corrucciata ma snodata nelle piccole membra sì da somigliare a un paradossale oggetto posseduto da una meccanica allusiva e lacerante. E il pubblico non riesce a trattenere le risate. Igor Man