La folla esasperata dagli orrori di Auschwitz si lancia sugli imputati gridando «a morte»

La folla esasperata dagli orrori di Auschwitz si lancia sugli imputati gridando «a morte» Per la prima volta il pubblici» e insorto al processo di Franeoforte La folla esasperata dagli orrori di Auschwitz si lancia sugli imputati gridando «a morte» La polizia interviene per impedire che gli aguzzini siano picchiati - Il presidente stenta a riportare la calma nell'aula che risuona di grida: «Schiacciate questi porci» - Gli incidenti scoppiati quando un teste ha rievocato lo sterminio di un gruppo di bimbi (Nostro servizio particolare) Franeoforte, 6 aprile. E' ripreso oggi il processo contro i 22 aguzzini nazisti di Auschivitz. L'udienza è stata movimentata da un clamoroso incidente avvenuto quando un testimone, Ludwig Woerl, ha accusato l'imputato Osivald Kaduk di aver sospinto nella camera a gas alcuni bambini ebrei che lo imploravano di non ucciderli. Diverse persone del pubblico, per la maggior parte giovani e donne, sono balzate in piedi dai loro posti gridando «Uccidete la belva », « Schiacciate questi porci », « Impiccatelo », e Uccidetelo, uccidetelo ». Gli spettatori esasperati dall'atroce racconto del teste, si sono scagliati verso il banco degli imputati, ma l'immediato intervento della forza pubblica ha impedito che l'incidente degenerasse in qualcosa di più grave. E' stata la prima volta dall'inizio del processo che il pubblico è insorto in modo cosi violento contro gli imputati. Kaduk, con il volto rosso per l'ira, si è alzato in piedi, ha puntato un dito contro il testimone ed ha gridato: «Dannato bugiardo, menti, menti, menti». Woerl, è saltato a sua volta in piedi ed ha gridato: « E' vero, 10 hai fatto, ti ho visto, non puoi negarlo ». Il presidente del tribunale ha cercato di riportare la calma, ma per diversi minuti l'aula del tribunale è stata un pandemonio. Woerl, in una delle deposizioni più tremende che siano state fatte nel corso del processo, aveva raccontato: « Una mezza dozzina di bambini ebrei, dai tre agli undici anni, erano giunti nel campo sapendo che sarebbero stati uccisi nelle camere a gas. Alcuni di loro, di quattro o cinque anni, vennero da me e mi mostrarono le loro braccia. " Guardate — mi dissero — siamo forti. Possiamo lavorare. Per favore non fateci mandare nelle camere a gas. Non vogliamo morire nelle camere a gas ". Rimasi sconvolto. Dovevo fare qualcosa ma mi fu detto che l'ordine di uccidere i bimbi era stato impartito da Berlino. Tornai dai bambini. Essi volevano rimanere con me, ma — a questo punto il testimone ha cominciato ad urlare — c'era Kaduk, Kaduk l'assassino, il quale estratta la pistola spinse i bambini verso la camera a gas ». Kaduk ha allora violentemente respinto l'accusa e Woerl gli ha risposto gridando: «Stai zitto, adesso non hai più una pistola in mano per terrorizzarci ». E' a questo punto che 11 pubblico è insorto furibondo contro Kaduk. Il presidente del tribunale r riuscito ii ristabilire l'ordine dopo aver intimato pcr quattro volte, a Kaduk di rimettersi a \sedere. L'imputato si è alla fine seduto ma ha gridato: «Sono istato insuitato, non mi potete zittire, è in gioco il mio onore : ,,, 71 Pubblico è di nuovo esploso l'» arida di protesta e alla fine d giudice ha rinviato l'udienza la! pomeriggio. Woerl aveva iniziato la sua lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll deposizione rievocando la vicenda della giovane detenuta di Auschwitz uccisa per aver scritto una lettera d'amore ad un ebreo del campo. Il teste ha detto di aver conosciuto personalmente la giovane, la ebrea cecoslovacca. LUÌ Tofler, nelle prigioni del campo. Essa era stata occupata come segretaria nell'amministrazione del campo: fu portata via dalla Gestapo dopo che fu scoperta la lettera d'amore da lei scritta a un ebreo polacco. « Mi disse — ha ricordato il teste — che sperava che tutto sarebbe andato bene. La mattina dopo mi trovavo nei gabinetti quando 11 " kapo " Jakob mi disse di andarmene perché stava venendo Boger (uno degli imputati). Tornai nella mia cella e sentii Boger chiedere di Liti. Egli condusse la giovane nei gabinetti. Sentii due spari. Quando Boger se ne andò, tornai nei gabinetti e vidi Lili stesa sul pavimento con due ferite al cuore ». Il presidente del tribunale ha chiesto a Woerl se la Tofler fosse stata processata e Woerl ha risposto con tono stupito: «Processo? Non si preoccupavano certamente di processare un ebreo. Ad Auschwitz c'era un modo di dire: gli altri possono morire ma gli ebrei debbono morire ». Woerl, che ha trascorso undici anni in campi di concentramento nazisti per la sua opposizione ad Hitler, ha riferito che per tre mesi fu tenuto in una cella di due metri e mezzo di lato assieme a ' molti altri detenuti, talvolta addirittura una ventina. « II martedì e il venerdì — 7ia aggiunto — Boger veniva a " fare pulizia ". Chiamava per numero un gruppetto di detenuti. Poco dopo sentivo il rumore dei loro pie- di scalzi mentre camminava-no fuori dall'isolato delle pri-gioni. Le vittime lanciavano maledizioni, piangevano, pregavano, imploravano per aver salva la vita. Le guardie \\schernivano. Poi sentivo degli spari e il sibilo dei proiettili ». Boger, ad un certo punto, ha chiesto il permesso di parlare ed ha negato di essere stato lui ad uccidere la Tofler. « Ero presente ma non fui io a sparare — lia affermato — un altro sparò i colpi e la donna fu colpita al collo, non al cuore ». Woerl ha anche chiamato in causa un altro degli imputati, l'e.r infermiere delle «SS» Jo- seph Klehr, accusato di avere ucciso da 2r,00 a S000 detenuti con iniezioni di sostanze letali. Il testimone ha detto di essere riuscito una volta, attraverso una porta socchiusa, a vedere Klehr mentre uccideva in tal modo un detenuto. « Questi, completamente nudo, era tenuto fermo su una sedia da un "kapo" — ha riferito Woerl. — Klehr gli praticò una iniezione nel torace, diretta¬ mente nel cuore ». n. s.

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