Uccise a coltellate all'Opera di Vienna la piccola ballerina mentre si spogliava

Uccise a coltellate all'Opera di Vienna la piccola ballerina mentre si spogliava Uccise a coltellate all'Opera di Vienna la piccola ballerina mentre si spogliava L'imputato, un giovane dall'aspetto docile e rispettoso, ha rievocato davanti ai giudici l'orrendo delitto • «Per un attimo ho avuto compassione — ha detto — ma poi ho pensato che era una donna e l'ho colpita; odiavo tutte le donne» (Dal nostro corrispondente) Violimi, (i nprile. Trecento persone facevano la coda stamane all'alba dinanzi al Palazzo di Giustizia di Vienna per poter assistere al processo contro Josef Weinwurm, il giovane disoccupato che nell'aprile dell'anno scorso massacrò a coltellate nel luogo più caro al cuore dei viennesi, il teatro dell'Opera di Stato, la ballerina undicenne Dagmar Fuhrich. Josef Weinwurm, un giovanotto dall'aria sveglia, i tratti regolari, il contegno docile e rispettoso, non ha la faccia dell'assassino. La gente si domandava se è possibile davvero che egli sia il « mostro v di Vienna, la « belva » che per tutta la primavera e parte dell'estate 1963 terrorizzò la capitale austriaca, accoltellando all'impazzata le donne che incontrava. Weinwurm stesso ha dissipato ogni dubbio. Dopo essersi sottoposto docilmente ai lampi dei fotografi e avere ascoltato con compunzione la lettura del capo di imputazione, alla domanda rituale « Si riconosce lei colpevole? », ha risposto sottovoce: elfi riconosco colpevole, ma non vote 10 farlo, non so perché l'ho fatto ». Da queste prime parole, si è intravvista la impostazione difensiva dell'imputato. Gli ò impossibile negare, date le prove schiaccianti, ma gli è forse possibile dimostrare di essere malato di mente e di avere terrorizzato, ferito e ucciso sotto l'influsso di un inesplicabile raptus. Raccontando il delitto dell'Opera, Weinwurm lo ha descritto in tutti i particolari, suscitando orrore e compassione. « Da anni — ha detto — odiavo le donne. Già da ragazzo ho minacciato e ferito donne e ragazze, semplicemente perche ciò placava 11 mio odio contro di esse». Quel fatale 12 aprile, appena una settimana dopo es sere stato rilasciato da una casa penale di lavoro, l'odio di Weinwurm verso le donne era stato particolarmente forte. La mattina aveva avuto un diverbio violentissimo con la madre, che accusandolo di vagabondaggio gli aveva negato denaro e lo aveva cacciato di casa. Lui le aveva rubato una horsa contenente un po' di soldi e un coltello a serramanico, deciso con quel- lo a sfogarsi accoltellando laiprima donna che avesse lncon-|trato in un luogo appartato, Come l'assassino Moosbrug ger, famoso personaggio vien- nese di un libro di Musil. Ave va poi vagato di osteria in osteria, nel pomeriggio era quasi ubriaco, quando era entrato all'Opera per cercare una donna da colpire. Due ne aveva incontrate, e aveva voluto ferirle perché lo avevano guardato in modo of- fensivo. Ma sempre era intervenuta gente. Poi aveva udito voci di bambine e dinanzi a lui era comparsa la vittima predestinata, la piccola Dagmar. L'aveva invitata a seguirlo alle docce e a spogliarsi per farle una visita medica. « La bambina aveva eseguito, per mia disgrazia — ha detto oggi l'imputato — perché aveva fiducia in me. Quando ho visto che si spogliava, per un attimo ho avuto compassione e ho esitato. Ma quando ho pensato che era una donna, l'ho colpita senza sapere perche ». Così negli altri casi: accoltellò una spettatrice in un cinema perché lo aveva guardato ridendo in modo strano, una studentessa americana in una chiesa perché gli aveva messo addosso i suoi grandi occhi provocanti, una commessa in un parco perché era intenta alla lettura e non si curava di lui, una portinaia perché aveva spiato i suoi passi. « Non so perché l'ho fatto. So soltanto che erano donne, e che il coli/irle placava il mio odio ». Nonostante questa confessione allucinante, già fatta in istruttoria, nonostante che Weinwurm sìa stato per due anni in un manicomio, gli psichiatri di ufficio sono dell'opinione che l'imputato è perfettamente sano di mente. Gli psichiatri della difesa sostengono invece che egli è menomato. Per cui la causa diventa un processo di psichia- tri. Agli atti vi sono le prove.la piena confessione. Ma ilprocesso è incerto. Soltanto lamoderna psichiatria potrà di¬ re se questo giovanotto bio.i-do dall'aria per bene, che ha terrorizzato Vienna pcr quat-tro mesi, è davvero un (ino-stro », una belva o un miserorottame. t. j. IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMII Illllllllll I In Tribunale a Vienna Josef Weinwurm, assassino duna bimba undicenne (Telefoto «Associated Press»)

Persone citate: Dagmar Fuhrich, Josef Weinwurm, Musil

Luoghi citati: Vienna, Weinwurm