I commercianti chiedono modifiche al progetto per le vendite a rate

I commercianti chiedono modifiche al progetto per le vendite a rate Il Senato inizierà l'esame giovedì in commissione I commercianti chiedono modifiche al progetto per le vendite a rate Affermano che limitare le rate a dodici mesi significa fermare il commercio e danneggiare soprattutto i consumatori meno abbienti - Consigliano un termine più lungo - L'ori. Pella ha proposto 24 mesi - Vive preoccupazioni espresse dalla Confindustria e dai sindacati sulle conseguenze del disegno di legge governativo (Nostro servizio particolare) Roma, 6 aprile. Il progetto di regolamentazione dello vendite a rate sta per cominciare il suo cammino parlamentare che si prevede lungo e movimentato. Giovedì mattina la IX Commissione del Senato, cui presiede il senatore piemontese avv. Bussi, inizierà l'esame preliminare. Il relatore senatore Vecellio illustrerà il progetto che si inquadra nelle misure anticongiunturali. L'art. 1 del disegno di legge elenca i beni oggetto della progettata disciplina (elettrodomestici con prezzo superiore a 70 mila lire; apparecchi radiotelevisivi, ecc., di costo superiore alle 50 mila lire), natanti di oltre 100 mila lire e, infine, motoveicoli ed autoveicoli destinati ad uso privato per trasporto di persone. L'art. 2 fìssa il principio che le vendite a rate debbono risultare in forma scritta; dispone che il pagamento non può essere differito oltre l'anno e che la somma da versare all'atto del contratto non deve essere inferiore al 30 per cento del prezzo convenuto. Stabilisce, altresì, che nessuna clausola può prorogare i termini del pagamento rateale o prevedere il rinnovo delle cambiali. A tal fine, lo cambiali rilasciate a garanzia delle rate devono essere trascritte nel contratto. L'art. 3 prevede la delega legislativa al governo per sospendere o modificare temporaneamente la disciplina prevista. Nell'art. 4 si contempla l'istituzione di un modello speciale di cambiale per le operazioni connesse con le vendite a rate. Le sanzioni penali da irrogare a carico dei contravventori alle disposizioni di legge sono indicate nell'art. 4; a tale proposito è sembrato opportuno aggiungere, per il caso di recidiva, alla pena pecuniaria quella accessoria della sospensione dell'esercizio dell'attività commerciale. La legge — secondo l'art. 6 — si applica a tutti i contratti di vendita a rate conclusi con acquirenti i quali risiedono in Italia. Questa disposizione è stata introdotta per assicurare la generale applicazione di una disciplina d'ordine pubblico In tutto il territorio dello Stato. Il tempo intercorso tra l'approvazione del progetto di legge da parte del governo, che avvenne il 23 febbraio scorso, e l'inizio dell'esame parlamentare di esso, ha consentito una serie di contatti tra i gruppi della maggioranza, dai quali sono scaturite intese per emendamenti al progetto che dovrebbero essere « varati > già durante l'esame preliminare in seno alla Commissione senatoriale dell'Industria. I primi ad esprimere timori sulla portata del progetto sono stati i sindacati. Essi temono che riduca la produzione e quindi i posti di lavoro. L'emendamento più importante che è stato richiesto è di portare le rate da 12 a più di 18. Finora, l'intesa di larga massima tra i gruppi della maggioranza, oscillerebbe tra te 18 e le 24 rate, almeno per le autovetture. Così ha chiesto l'on. Pella nella relazione al decreto catenaccio sulla tassa d'acquisto delle auto. Anche le categorie interessate in questi giorni fanno, nuovamente, udire la loro voce. Un esponente della Confindustria ha detto che essa è contraria, in linea di princìpio, ad ogni intervento dei poteri esecutivo e legislativo nei rapporti contrattuali. Tuttavia, si riconosce che, nel quadro delle misure anticongiunturali, non si poteva non pensare alla disciplina delle vendite a rate. La Confindustria ritiene tuttavia che il provvedimento sia limitato nel tempo, che la rateizzazione venga aumentata da 12 a 18 o ancora meglio, a 24 mesi e che, infine, siano esclusi dalla disciplina contratti di piccole proporzioni. II presidente della Confcommercio, Sergio Casaltoli, a sua volta ha dichiarato che era naturale che la progettata disciplina mirante a contenere la diffusione del sistema di vendita a rate suscitasse grave preoccupazione nelle categorie commerciali, specialmen te in quei settori in cui 11 consumatore fa più largo ricorso al credito, in vista della importanza della spesa da affrontare. < E' stato /atto presente — ha aggiunto — come il disegno di legge lasci fin d'ora intravedere aspetti ed effetti negativi quali la riduzione della proda zione e delle vendite di nume rosi prodotti, con danno certo per larghi settori industriali, commerciali e. artigiani. Inoltre il progetto si riduce in un donno per i consumatori meno abbienti, i quali sono costretti a privarsi di molte cose utili ohe non si possono a ri¬ gore, considerare voluttuarie. <A parere nostro, se il minimo dell'anticipo venisse fissato in misura non superiore al 15 per cento del prezzo della cosa contrattata e fosse limitato in 18 mesi il termine per il pagamento finale, già si otterrebbe lo scopo di contenere le vendite rateali e non si provocherebbe all'economia danni cosi gravi come quelli clic si teme deriveranno dall'adozione dei provvedimenti annunciati. Anche i limiti di valore progettati dovrebbero venire elevati nella misura di lire 120.000 per gli elettrodomestici, apparecchi televisivi e natanti; lire 100.000 per apparecchi radio, magnetofoni e giradischi e di lire 70.000 per macchine fotografiche ed apparecchi cincottici ». v. 8.

Persone citate: Pella, Sergio Casaltoli, Vecellio

Luoghi citati: Italia, Roma