L'Austria vuole un oleodotto che eviti il territorio italiano
L'Austria vuole un oleodotto che eviti il territorio italiano Collegherebbe Vienna a Capodistria L'Austria vuole un oleodotto che eviti il territorio italiano Sostituirebbe il precedente progetto Trieste-Vienna - Forse è solo una mossa tattica per affrettare le trattative con l'Eni (Dal nostro corrispondente) Vienna, 3 aprile. Al posto dell'oleodotto Trieste-Vienna, da costruire in compartecipazione con la società italiana Eni, la Azienda petrolifera di Stato austriaca (Oemv) ha ora allo studio un progetto di oleodotto che aggiri il territorio italiano: esso dovrebbe iniziare a Capodistria, passare nei pressi di Lubiana ed entrare in Austria tra Maribor e Leibnitz. Una commissione di studio, che si è recata nei giorni scorsi in Istria e ha esaminato le installazioni portuali di Capodistria e il tracciato in territorio sloveno, sta ora stendendo il rapporto sul progetto. Secondo le prime indiscrezioni, l'oleodotto jugoslavo presenterebbe maggiori vantaggi di quello italiano: più breve, su un tracciato più facile, farebbe spendere molto di meno per i bassi costi del lavoro in Jugoslavia. Si è tuttavia dell'opinione che molto diffìcilmente l'oleodotto attraverso la Jugoslavia sarà realizzato. Esso presenta infatti, in misura maggiore, una difficoltà analoga a quella che linora ha impedito l'accordo tra Eni e Oemv, cioè la questione del finanziamento e del controllo degli impianti. L'Eni, per quanto riguarda il progetto Trieste - Vienna, chiede di costituire due società distinte, una per il territorio italiano e un'altra per il territorio austriaco, proponendo di avere la maggioranza del 51 per cento in Italia, e viceversa. Una terza società dovrebbe amministrare le installazioni portuali. Gli austriaci non sono disposti ad accettare, sostenendo che ciò darebbe all'Eni praticamente il controllo totale sul prodotto destinato alle sue raffinerie di Schwechat e addirittura la possibilità di chiudere i rubinetti. Ora, volendo fare un oleodotto jugoslavo, le cose non cambiano per nulla. E' chiaro infatti che il governo di Belgrado non potrebbe, a norma di costituzione, concedere a una azienda straniera 11 controllo di un impianto industriale sul suo territorio, come gli austriaci vorrebbero. Questo è noto anche a Vienna; il progetto CapodistriaVienna appare quindi una mossa tattica per affrettare le trattative con l'Eni. Tale mossa non è la sola: la Oemv. appoggiata da industrie petrolifere straniere, accenna anche ad allacciare Vienna con l'oleodotto russo che dagli Urali arriva a Bratislava (a 40 chilometri dalla capitale austriaca) o con la «pipeline > franco-tedesca. Marsiglia-Karlsruhe. Si ritiene comunque che le trattative con l'Eni verranno riprese presto, su una base concreta. t. s.
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