Un giovane elettrotecnico si impicca in soffitta perché ha perso l'impiego

Un giovane elettrotecnico si impicca in soffitta perché ha perso l'impiego Dm flirtili della solitudine nella grande città Un giovane elettrotecnico si impicca in soffitta perché ha perso l'impiego Ventisette anni; era giunto dal Sud con il diploma e molte speranze - Sospeso dall'azienda per un grave errore, non si fa più vedere - La macabra scoperta Una madre si uccide gettandosi dal sesto piano | rimi | , i ì 1' ! In una sofiitta di via San Secondo un giovane elettrotecnico si è impiccato perché non trovava lavoro e si riteneva un tallito. Si chiamava Giovanni Brancatlaano e aveva 27 anni. Era giunto due anni fa da Samo iCalabria) con il diploma Idi elettrotecnico che i genitori erano riusciti n fargli premiere (con molti sacrifìci. Solo a Tei con molta voglia dt lavo rare, un po' di teoria, pratica nessuna. Aveva trovato quasi subito un impiego, che dopo pochi mesi aveva migliorate andando alla « Robotti > di via Andorno. ditta cli apparecchiature e Installazioni elettriche. Era addetto aU'ufllcio approvvigionamenti. Una paga discreta, mandava qualche soldo a casa, pagava H mila lire al mese per una sotiitta di via San Secondo 23 che aveva affollato in modo decoroso e teneva nella massima pulizia e ordine. Per distrazione o perché non sufficientemente pratico del lavoro, verso la line dello scorso dicembre aveva fatto mancare una fornitura allo stabilimento che la f Robotti » ha a Potenza e ne era derivato un grave danno per la ditta. Già in altre occasioni il giovane era stato ripreso; questa volta la direzione lo aveva punito con tre giorni di sospensione. Passati i quali, il Brancatisano non era ritornato al lavoro, ma aveva ratio sapere olio restava, a casa in mutua. in effetti, sombra che fosse soltanto demoralizzato, avvilito, corcasse tranquillità per ritrovare il proprio equilibrio. Alla Robotti . non avevano saputo più nulla di lui. Dopo qualchesettimana il direttore amnuni-stralivo lo aveva incontrato egli aveva detto che si giocavail posto per una cosa da poco e gli aveva suggerito di scrivere una lettera chiedendo di ritornare al lavoro che avevaabbandonato in un momento di {SII gItebsètèAdrasconforto e di turbamento psichico. Il giovane aveva ascoltato il consiglio, ma la risposta lo aveva sconvolto: si, la ditta lo riprendeva, ma riteneva che non fosse ancora maturo per incarichi di responsabilità; lo riassumeva in ollicina dove avrebbe fatto un po' di pratica, soltanto in un secondo tempo sarebbe ritornato in uflìclo. Non era andato in ditta, non aveva fatto sapere nulla di sé, aveva cominciato a cercare un altro posto. Tre mesi di ricerche vane: il giovane era «profondato in un cupo pessimismo, aveva perso il sonno, si ora tormentato nel pensiero ili ossero sfortunato o, peggio, incapace. Duo settimane fa lo ha raggiunto il fratello Vincenzo, che aveva terminato il servizio mi-j litare e che ha subito trovato nlavoro come gruista. Giovanni mnon gli ha detto di essere di- Ivsoccupato: continuava a uscire calla ricerca di un impiego op- qpure per restare solo con le|ssue tetre idee. Ieri mattina Vincenzo è andato al lavoro alle sei e mezzo e Giovanni lo ha salutato come sempre, senza lasciare capire la sua intenzione. Verso mezzogiorno un compaesano, Giuseppe Abruzzese, che ha la sollitta vicino a quelile, del Brancatisano. rincasando ha visto in portineria una letjtorà indirizzata a Vincenzo: veiniva da Samo ed era della maidre. L'ha prosa por portarla al'l'amico. «C'è una lettera di tua irltspatpsDclo i i e e r » r . mamma .* gli ha detto attraverso la porta socchiusa della sofiitta. Nessuna risposta. Ha spinto l'uscio e non ha visto nessuno. E' andato a posare la lettera sul tavolo e poi, voltandosi per venire via, ha visto nell'armadio a muro spalancato ili corpo di Giovanni pendere ad |una sottile fune fissata a un Jtubo dell'acqua. — Una giovane madre si e | uccisa ieri sera gettandosi da j una finestra del sosto piano della sua casa. E' Piera Maina, 39 anni, abitante con il marito j Franco Castellano, il tiglio Gior( gio di la anni e la madre Marina di 70 anni al quarto piano di corso Lecce 96. Quindici giorni ta le era morto il padre dopo i lunga malattia: questo dolore, e un esaurimento nervoso, hanno tatto maturare nella Castellano l'idea del suicidio. ieri alle 19 la donna ha infilato il soprabito e ha detto che scendeva per un acquisto. In casa c'erano la madre e il tiglio, il manto era ancora al lavoro. Una volta nell'ascensore la Castellano anziché premere il bottone per il pianterreno è salita di altri due piani. Sul pianerottolo del sesto na appoggiato l'ombrello al muro, si e levata il soprabito e l'ha posato sulla ringhiera, ha aperto la finestra e si è seduta sul davanzale. Vi è rimasta torse mezzo minuto. Da una casa di Ironte l'ha vista una inquilina. che però non ha fatto a tempo a dare l'allarme. La Castellano bì è lanciata nel vuoto Subito è accorsa genii figlio della vittima ha udito 1te. i - vociare contuso e. incuriosito e steso a vedere cosa losse suc¬ o ce8ao. , ,.jt.ini nanno cercato di -(allontanarlo, ma egli ha preteso - di guardare chi era la persona a che si ora gettata noi vuoto ed - ha riconosciuto la madre. La oisventurata donna ora ancora -iin vita, ma è morta mentre la (portavano all'ospedale. |nj|òtcc\ Giovanni Brancatisano li

Persone citate: Brancatisano, Franco Castellano, Giovanni Brancatisano, Giovanni Brancatlaano, Giuseppe Abruzzese, Piera Maina, Robotti

Luoghi citati: Castellano, Ironte, Potenza, Samo