L'industria inglese prevede quest'anno la produzione di quasi 2 milioni di auto

L'industria inglese prevede quest'anno la produzione di quasi 2 milioni di auto L'industria inglese prevede quest'anno la produzione di quasi 2 milioni di auto La riduzione dal 45 al 25 per cento della tassa di acquisto ha avuto favorevoli ripercussioni sul mercato - Sensibile incremento anche nelle vendite delle vetture usate Qualche preoccupazione per le esportazioni in Italia dopo i recenti inasprimenti fiscali CNostro servizio particolare) Londra, 1 aprile. La tassa d'acquisto sulle automobili è stata dall'immediato dopoguerra una prerogativa squisitamente britannica. Fu introdotta dal governo laborista, e successivamente manipolata da tre governi conservatori. Nel 1961 raggiunse il quarantacinque per cento del prezzo di listino, e l'anno seguenti; fu abbassata al venticinque per cento. E' difficile e'' venga ancora ritoccata, salvo circostanze specialissime e per brevissimo tempo: dall' industria automobilistica una persona su dodici trae in Inghilterra, direttamente o indirettamente, il suo sostentamento, e l'attuale situazione è considerata più che soddisfacente L'esperienza britannica pare dimostrare che la tassa d'acquisto ha. più che difet¬ ti in sé, difetti nelle dosi in cui è applicata. Aumentata al quarantacinque per cento del prezzo di listino delle auto causò una grave stasi: nel 1962 la produzione scese infatti in Inghilterra di centomila vetture rispetto al 1961; di contro nel 1963, subito dopo che la purchase tax era stata abbassata al venticinque per cento del prezzo, la produzione salì alla cifra-record di un milione e seicentomila vetture. Sull'onda di questo successo si prevede per quest'anno una produzione oscillante tra il milione e ottocentomila e i due milioni di vetture. Dipenderà in gran parte dalle esportazioni: sotto questo punto di vista gli inglesi si ritengono un po' danneggiati dall'introduzione della tassa d'acquisto in Italia, per il cui mercato avevano già preparato un grandioso programma di vendite. « Il danno » ha dichiarato un portavoce dello Società dei Costruttori e Commercianti di Automobili di Londra, « non sarà comunque eccessivo ». Il portavoce ha detto anche che la industria automobilistica italiana supplirà probabilmente alla caduta di vendite in casa con una crescita delle esportazioni. < Si tratterà di aumentare gli sforzi a tale scopo: l'industria italiana è higly competitive, altamente competitiva ». Lo stesso portavoce ha fatto osservare, non a torto, che la tassa d'acquisto rimane maggiore in Inghilterra che in Italia; e che, sebbene una diminuzione sia desiderabile, nessuno si lamenta. In realtà sia il pubblico sia produttori hanno accettato e si sono abituati alla purchase tax. In genere l'intero sistema di tassazione, diretta e indiretta, è più severo in Inghilterra che nel resto dell'Europa, eccetto forse in Svezia. Effetti deleteri si sono riscontrati nell'industria automobilistica britannica quando l'aumento della tassa è i stato accompagnato da restrizioni, delle vendite a rate. Una elevatissima percentuale di vetture è immessa nel mercato a pagamento dilazionato da uno a due anni: l'introduzione di più rigidi limiti temporali, o di tassi d'interesse più alti, ha sempre spaventato I costruttori. In questi casi i rivenditori di vetture usate hanno fatto affari d'oro- i loro prezzi infatti sono saliti, e un settore non disprezzabi le di mercato si è aggiunto alla loro clientela abituale. Mezzo milione di macchine di seconda mano sono state commerciate in Inghilterra nel 1962. che sarà ricordato a lungo come l'anno nero dell'industria automobilisti j ca britannica. La consapevolezza che si j trattava comunque di prov- | vedimenti politici, destinati a risanare l'economia nazionale, ha sempre consentito agli inglesi di superare ogni intoppo. La loro industria ha risentito del regime di austerity imposto da Selwyn Lloyd nel 1961 e 1D62; ha beneficiato di quello di espansione voluto da Maudling nel 1963. Nel processo di sviluppo, che è stato meno sensazionale che in Italia, l'Inghilterra ha ottenuto adesso un grado adeguato di stabilità, e va avanti senza scosse, con ottimismo. fan Andrews j Ni'ii'iiiiiiiiis (USA) il chilometraggio medio delle donno mtomobiliste è risultato meno della metà di quello degli uomini; si è inoltre stabilito che le donne guidano meno a 20 anni e di più oltre I 40.

Persone citate: Andrews