I fiori si colgono soltanto al mattino

I fiori si colgono soltanto al mattino !*«»»• citi aiiin il uiavtlino I fiori si colgonosoltanto al mattino Non strapparli, ma reciderli con un coltello o forbici adatte - Il taglio deve essere fatto obliquamente A un fiore reciso non resta che morire lentamente e noi possiamo aiutarlo a durare In bellezza. Per coglierlo, il momento migliore è il mattino, e non per poesia'diciamo: quando la rugiada lo imperla. Anche a Dante infatti apparve al « giorno novo » Matelda « che si già cantando e scegliendo fior da. fiore» mentre « li augelletti » salutavano «con piena letizia l'ore prime ». La rugiada pare, fra gli altri, un attributo di primavera, è dei tempi sereni; ma sempre i fiori vanno colti turgidi di linfa, non col sole alto: perciò dl mattina o di sera. Si pensi come nei mesi estivi, nei luoghi caldi non refrigerati dal mare, le piante appaiono stanche sfibrate per troppa evaporazione, e languide le foglie. Chi traslocherebbe un ammalato quando brucia di febbre? Non si strappi mai un flore. Intanto il più delle volte non ci si riesce, poi è un danno per il fiore stesso e una inciviltà. Nelle gite campestri, nei boschi, negli arenili, che sembrano di nessuno, è compatito; tutti fummo tentati di stroncare qualche ramo di arbusto, ma si rimpiange di non avere con sé un coltellino o le forbici adatte. (Per la montagna invece è un vero vandalismo e Impoverimento di quella flora; un discorso serio da farsi a parte). Nel recidere, il taglio sia netto e obliquo in maniera che, nella sezione del ramo rimasto sulla pianta, l'acqua scivoli via meglio; essendo preziosa l'acqua d'innaffiamento che risale i canali della linfa ascendente, ma dannosa quella che si infiltra dall'alto nei rami feriti. Nel cogliere le Rose si lasciano — lungo il ramo che le porta — due o tre gemme «occhi vegetanti» da dove nasceranno i futuri steli fioriferi, e si pratica 11 taglio appena al di sopra dl una foglia perché non rimangano in vista tronchetti monchi. Le Rose di media e piccola dimensione si colgono in boccio; lineile grosse vanno colte semiaperte perché un boccio verde e duro di una varietà con molti petali non troverebbe mai la forza di fendere il calice e svolgersi ampiamente. Io scendo in giardino e studio sul ramo la rosa proporzionando il taglio al vaso in cui la metterò. Ai fioristi le rose i gladioli i garofani arrivano pressoché chips;. Commercialmen¬ te in fatto di proporzioni al è perso l'occhio. Al calcolo che uno stelo lungo viene pagato di più, ecco rose sia grandi sia piccole col gambo di un metro. La rosa Baccarà è di un color rosso speciale "brace vellutata" c recisa dura più di ogni altra; ma non ha slancio nel bocciòlo e anche aperta è una tazzina di caffè di quelle tonde. Più alta la presentano, più (mesto suo — diciamo — difetto apparisce. Anni fa tenni corrispondenza con un amatore il quale aveva scoperto come la proporzione per gli IriR fosse di uno a dieci; esempio: un Iris di nove centimetri era degnamente sostenuto da uno stelo di novanta. Esatto. L'Iris è una lancia con un morbido fiore terminale e altri quattro o cinque ramificati sullo stelo sbocciami man mano. Per le rose da taglio, di norma con un solo More, la proporzione potrebbe essere diminuita. I Oso dire che lo sforzo dei J floricoltori di innalzare tanto lo stelo sia — a mio avviso — sprecato. Gli Iris si colgono chiusi, appena l'affusolato boccio principale sia rigonfio e lasci intravvedere il suo colore; così si mandano per regalarli o per le esposizioni. Messi a bagno di sera a temperatura ambiente, il giorno dopo saranno tutti dischiusi. Le infiorescenze delle Composite, quelle che per intenderci sono fatte a "margherita" a raggiera, con un bottone centrale, vanno colte aperte: Astri, Calendule, Crisantemi, Dimorfoteche, Gerbère, Margheritoni, Tagete, Zinnie. In bocci semiaperti si recidono le Peonie i Tulipani i Lupini e tutti quei fiori di cui fossimo indecisi. E* troppo tardi cogliere un fiore quando se ne vede il pòlline, (piando nelle rose si scopra il giro degli stami che va incipriandosi, o nei gigli la polvere gialla, pastosa, ha già sporcato l'interno della corolla. Qualcuno stacca addirittura gli stami dai gigli bianchi per evitare l'inconveniente. I fioretti spontanei di campo o di bosco, dallo stelo come erba, si colgono con prudente e delicata mano: violette odorose, margheritine, muscari, anemoni e ranuncoli, viole del pensiero (e sono deliziose quelle silvestri), primule, non-ti-scordar-di-me, campanule e fiordalisi. E fra questi ce n'è qualcuno che di certo avrà colto Matelda nel suo prato di ante-paradiso. Gina Sgaravatti

Persone citate: Astri, Gina Sgaravatti, Lupini

Luoghi citati: Iris