L'invettiva alla Camera dei Comuni è lecita a patto che sia arguta e geniale di Mario Ciriello

L'invettiva alla Camera dei Comuni è lecita a patto che sia arguta e geniale L'Inghilterra si appassiona allo "humour,, ilei deputati L'invettiva alla Camera dei Comuni è lecita a patto che sia arguta e geniale E' un'arte (dicono gli inglesi), oggi purtroppo in decadenza; non di rado in Parlamento risuonano insulti volgari Gli ultimi «grandi dell'invettiva» furono Churchill e Bevan - Il «premier» Home non ha fama di uomo pronto alla battuta - Il laburista Wilson ha la lingua tagliente come una lama, ma finora ne ha fatto uso con moderazione (Dal nostro corrispondente) Londra, marzo. Si comincia a respirare aria elettorale. Il mandalo del governo non scade che in ottobre e diffìcilmente il Paese sarà chiamato alle urne prima di giugno: Vìa I partiti hanno già imbracciato le armi e saggiano la resistenza avversaria. E' un'atmosfera gradita agli inglesi. Nel calore della battaglia, rifiorisce una delle più antiche tradizioni britanniche, l'invettiva politica. Senza spirito fazioso, ma con divertita passione, i cittadini seguono i coloriti duelli verbali combattuti ai Comuni ed in mille comizi- Fra i molti clichés sull'In la/iilferra tino dei più radicati è quello secondo cui le lotte L0;j(jc;,e Sl disputano, in que st'isola, con linguaggio pacato. Il cerimoniale parlamentare 6 più dignitoso che altro ve, maggiore è il rispetto per la forma: ma fino a un certo ^punto. Ai Comuni, capi deli governo e dell'opposizione si fronteggiano distesi con i pie- di sul maestoso tavolo su citi fulge la «mazza», simbolo!delle libertà democratiche. \Lo stile delle diatribe poli-fiche e giornalistiche è sem-pre stato qui più tagliente chein altri paesi. La marcia <lellademocrazia britannica ncgliultimi secoli ò accompagnatada scritti irriverenti, beffarde]vignette, entusiasmanti tornei\parlamentari. La tendenza a\ parlare con chiarezza ha contribuito al fenomeno. Nel '700, Daniel Defoc, insigne scrit tore e giornalista a puntare contro le autorità i:„.t!ira i primi i '[igli esplosivi « obici di carta » della stampa, spiegava: « Qual è il migliore stile? Quello con ci!! un uomo, rivoltosi a cin- quecento persone di diversa condizione e cultura, riesce a| tarsi capire da tutti, tranne \che dagli idioti e dai pazzi ». E per «farsi capire» occorrono sarcasmo, humour, invettiva. L'uso di queste armi t dunque ammesso: anzi incoraggiato. Ma ad una condizione. Che la sciabolata sia arguta, pitto- resca, geniale. Come insegnò Il'ex premier Lloyd George ^«ogni insulto dev'essere unaiscintilla di storia». Anohe quiìvi sono deputati la cui fanta- sia non sa immaginare che «buffone!» «sciocco! » e così \ vìa: ma gli stessi colleglli di partito li ascoltano annoiati. Purtroppo, è un periodo magro per l'arte dell'invettiva. Nessuno ha più toccato i vertici raggiunti da Aneurin Bevan e da Churchill. Un editoriale deIJ'Evening Standard lamenta: «Gli alterchi politici sono da qualche tempo sotto la media. Speriamo che le prossime elezioni portino ai Comuni duellanti di maggior calibro ». Il premier e il capo dell'op- ^posizione hanno deluso l'attei sa. Sir Alee Douglas-Home sa « incassare » senza battere ci olio (lo dimostrò quando, no minato ?tcl '60 ministro degli !Esteri, un giornale tuonò che \non s'era visto nulla, di , « più folle » dal giorno in cui {Caligola fece senatore il suo i cavallo), ma non sa assalire, \Nei giorni scorsi, ha definito 'n laburisti «cornacchie grac\chinnti>i BriUa piuttosto nello ]humour cnn cul parla dl „ \stcsso 0 d „ affaH intenm. \ zionali. Due esempi: «Non soino bravo in questioni economiche. Per comprenderle, dc- !vo disporre dei fiammiferi su i . ,. 'un tavolo e muoverli come uno [scolaretto»; «Se Kruscev vuoile offrirmi un ramoscello d'oli- vo- sono dispostissimo a seder vi so',ra con Iui' in Pacifica coesistenza ». | Harold Wilson ha una Unaua come un rasoio ma l'ha usata finora con moderazione. Chi lo conosce afferma che la affila per le ultime settimane di campagna elettorale. Ma ha già lasciato due indimenticabili definizioni di sir Alee. Quando l'ex lord divenne premier, lo definì « un elegante Ianacronismo ». E con lo stes ^o stile pacato ma tagliente, icosì cominciava un discorso ìsulla economia nazionale: « Sir Alee è un simpatico ragazzo ma di queste cose non se ne \ intende ». Da qualche anno il più apprezzato esponente dell'invettiva parlamentare è il laburista George Wigg, un esperto di problemi militari, fra i personaggi più amati della Camera. Nell'ultima settimanaha detto del premier: «Que-sta bizzarra petulante creatu-ra, che saetta la lingua comeuna vipera», «Questo scaltrodissimulatore». E ha bollatoil ministro dell'Aviazione come «un pitocco e un ciarla- tano ». a ili e i i o e, o o „ . - u o - a a e. a e a e. e s e, o Durante il recente dibattito sul bilancio militare, si ò assistito a vere zuffe verbali. Il conservatore Williams: « L'o norevole membro del collegio elettorale di Dudley (George Wigg) continua a fare il serpente. Ma e troppo viscido ». Wigg replicava: « Le parole dell'onorevole membro di Exeter (Williams) non mi turbano. Dovessi scegliere fra i suoi insulti e i suoi complimenti, sceglierei i primi. Se non altro sono sinceri ». Poi, commentando un discorso tenuto fuori del Parlamento da Sir Alee, Wigg Qualificava il premier « Una piccola, squallida, incompetente creatura ». Il presidente della Camera protestava ma "Wigg sosteneva che la sua definizione era lecita « perché ispirata da parole non pronunciate tra le pareti dei Comuni Siamo lontani, come si vede, dall'arte dei grandi maestri. Una bruciante risposta di John Wilkes alla Camera nel '700 figura, ancora sui libri di storia. Il segretario di Stato lord Sandwich lo minacciò: « Lei, signore, morirà o di peste o di capestro »; Wilkes ribatté: * Dipende da cosa abbraccio. Se la sua amante o i suoi principi ». Disraeli chiamò Peci «un ladro dell'intel- rjijgenza altrui», Gladstone «un o e retore pedante, inebbriato dall'esuberanza della sua verbo sitai, e l'intero governo liberale «una catena dl vulcani estinti ■>. Il gallese Lloyd George ha lasciato volumi di motteggi. Di Neville Chamberlnin tlisse che, al massimo, poteva essere « un discreto sindaco ptio raa I di Birmingham in un anno dij e-j magra» (lo fu veramente) e u-lc/ie vedeva i problemi es/cril ej ■< dall'estremità sbagliata di uni o tubo municipale di scarico».; o Di un eminente vescovo angli-\ o-cono dichiarò che è impossi-1 a- bile « fare un buon prelato con : limo studioso di terz'ordine, uni I! predicatore di quinta categoria e un prete irascibile ». Dopo Will.es, le massime vette rimangono il laburista Aneurin Bevan e sir Winston Churchill. Le loro tenzoni nel dopoguerra, non sono più state superate per intelligenza, lepidez. za, cultura e mordacità. I due uomini si stimavano e s'ammiravano. «Winnie» fu il primo a ridere quando Bevan, visto entrare ai Comuni il premier Macmillan, interruppe una filippica, contro il ministro degli Esteri Selwyn Lloyd, e chiese: « Perché dovremmo lanciare sassi alla scimmia, quando è arrivato il suonatore d'organetto? ». E rise ancora di più quando seppe, che Bevan aveva definito Hugh Gaitskell < una essiccata macchina calcolatrice ». Nel suo periodo aureo Churchill usava la lingua come la penna di un caricaturista. Attlee: « Una pecora vestita da pecora», Cripps: «Una doratura sbiadita», Ramsey Man Donald: « Un prodigio disossato». Ma il suo capolavoro fu quasi muto. Gaitskell, allora ministro dell'Energia, stava leggendo ai Comuni un'ostica dissertazione satura di statistiche. La. Camera lo seguiva attentamente, ma l'attenzione si affievolì quando i deputati {notarono che Churchill, in pieI di, stava, cercando qualcosa j nelle tasche e sotto il suo seg! già. Gli occhi di tutti erano ormai rivolti, curiosi, verso « Winnie». Gaitskell perdette il filo elei discorso: nel profonrlo silenzio, Churchill alzò lo sguardo e, con l'aria di un bimbo colto in fallo, disse all'innervosito oratore: « Ho perduto la mia mentina ». Scoppiò una fragorosa risata. Il giorno dopo, un quotidiano riferiva, l'episodio sotto il titolo: «La caduta della Pastiglia». Mario Ciriello

Luoghi citati: Birmingham, Inghilterra, Londra