Assolto e scarcerato il maestro di Voghera non è responsabile della morte dello scolaro

Assolto e scarcerato il maestro di Voghera non è responsabile della morte dello scolaro FINITO L'INCUBO PER L'INSEGNANTE ACCUSATO DI OMICIDIO Assolto e scarcerato il maestro di Voghera non è responsabile della morte dello scolaro Rapidissima conclusione del processo in Assise - Il « super-perito » dice che l'alunno è spirato per malattia - Il medico di famiglia conferma che il piccolo era molto cagionevole di salute - Il P. M. rinuncia alla requisitoria - Piangendo di gioia, l'imputato torna in libertà dopo quasi tre mesi di prigione (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 24 marzo. La Corte d'Assise di Pavia ha assolto stamane il maestro di Voghera, Angelo Pollini, con la formula più ampia e cioè «per non aver commesso il fatto ». L'accusa era terribile: omicidio preterintenzionale, aggravato dalla sua qualità d'insegnante per aver provocato la morte del suo alunno Giovanni Battista Dalera, di 11 anni, con uno schiaffo. La pena prevista (da 10 a 18 anni) aveva reso inevitabile l'arresto preventivo del Pollini avvenuto il 9 gennaio di quest'anno, dopo circa tre mesi di istruttoria. Il rinvio in Corte d'Assise poggiava sulle dichiarazioni dei compagni di scuola del piccolo, gli alunni della terza elementare della «Dante Alighieri» di Voghera — che sem bravano concordi nella versione dello «schiaffo», sia pure da alcuni definito « scappellot to» — e sitile conclusioni pe ritali d'ufficio del prof. Forna ri, le quali attribuivano la mor te del Dalera a un'emorragia cerebrale per trauma, ossia in seguito a un colpo ricevuto sul la testa. Al processo in Corte d'Assi se, la situazione appare subito rovesciata. I compagni di scuola, tutti quanti, una venti na, dicono di « no » che non c'è stato «lo schiaffo», al massi mo uno « schiaffettino », cioè quello che si suol chiamare un «buffetto» paternalistico A giustificazione della «novi tà», quasi tutti dichiararono di avere avuto «paura», ossia una soggezione panica dell'ap parato della' giustizia. Non so lo, ma tutti quanti non hanno che parole di elogio per il loro insegnante, dicono che è « bravo » e gli « vogliono bene ». Va ricordato che il Pollini godeva la stima generale della popolazione nonché quella dei suoi superiori i quali, in circa venti anni d'insegnamento, non avevano mai ricevuto lamentele sul suo conto. Sui precedenti ottimi del maestro, deposero pure parecchi genitori di suoi alunni, padri o madri. Restava l'essenziale: la perizia Fornari. Il babbo c la mamma del piccolo morto deposero con giuramento die la salute del figlio era «ottima ». In contrasto, si ebbero dichiarazioni, sempre sotto giuramento, da parte di insegnanti precedenti,lsecondo i quali la salute deliDaleia era più che cagionerò- le (Anche questa mattina èÌCgiunta alla Corte una lettera del medico di famiglia, dotto-\ressa Franca Marcone Lou-I franchi, con l'affermazione.} esplicita che il ragazzo era\sofferente di parecchi mn-Uanni). I A parte ciò, la difesa lav-ìvocali Mantisolili di Voghera .e Mazzola di Milano) oppone-'nano alla perizia ufficiale del prof. Fornari una consulenza di parte del prof. Cavititelo, dove si prospettava l'ipotesi di un'emorragia cerebrale colle- gota a una grave malattinibroncopolmonare. I legali del\Pollini facevano istanza perìiti un i mulinimi immillim una superperizia. La Corte ac-ìescoglicva l'istanza, e affidava si l'Incarico al prof. Caio Mario pCattubeni, magnifico rettore dell'Università di Milano e or-\cldinario di medicina ligule. ri La superperizia è stata Jet-In tu stamane verso le ore nove.| nDi li a poco più di un quarto laUl'ora, la sorte favorevole dei m Pollini poteva considerarsi de-\mcisa. Le conclusioni del prof, Cuttubeni sono categoriche: * a) non vi sono elementi sto¬ adfamnrerico-clinici ed obbiettivi ilio-; mnei a comprovare la concausale di un fatto traumatico nel determinismo della emorragia mortale: b) la morfei sa:mò essere esclusivamente at-\ tribuita ad un processo mor- leboso del tutto naturate, puri l'i mimiliiiimmi i imi imi essendo da escludere la prcesistenza di un fatto qroncc polmonare ». Abbiamo trascritto le conclusioni alla lettera. Da esse risulta chiarissimamente che nno «schiaffo» (se mai vi fu) non soltanto non fu causa dei la morte del Dalera ma nemmeno una concansa. Questa morte va «esclusivamente » at i ributta alla cattiva salute del ragazzo, il quale avrebbe fatto la stessa fine da un moull'altro, anche se il maestro Pollini, il 1.', ottobre non lo avesse interrogato e redarguito, perché non aveva mento saputo rispondere, Era previsto che dopo lettura della superperizia e l'eventuale requisitoria del iiiiiimmimimimimmimmmiiiiimiimi lar P. M. dottor Vadi, il processo sarebbe stato rinviato a dopo Pasqua per la discussione finale. Il presidente della Corte guarda, il P. M. Che cosa vuol fare? Egli si alza e allarga le braccia come chi voglia dire che è «inutile continuare a discutere». Precisa quindi che egli ritira l'accusa aggiungendo pure che «questo processo non sarebbe stato nemmeno celebrato se l'ultima perizia fosse arrivata prima». Chiede quindi che il Pollini sia assolto «per non aver commesso il fatto». Per la difesa, parla l'avvocato Manusardi, anche a nome del collega. Poche parole soltanto. Non bisogna prolungare nemmeno di un minuto inutile in più — egli dice — la carcerazione di un innocente. Si associa Quindi alla richiesta del P. M. La Corte si ritira e resta in camera ili consiglio i pochi minuti indispensabili a vergare la sentenza assolutoria. Scilo appena le dieci. Il pubblico accoglie il verdetto con ap plausi. Il Pollini, emozionatissimo, ha le lacrime agli occhi. E' superfluo ricordare che egli si era sempre proclamato innocente. Fuori del palazzo di giustizia lo attendono un piccolo gtuppo di amici c di parenti. Timorosa che la scoprano i fotografi e, quindi, seminascosta, c'è anche sua moglie, la signora Lidia, una donna forte ma che scoppia ogni tanto in risate nervose, i.ei non ha mai dubitato dell'assoluzione del marito, e cita con orgoglio la frase di una sua lettera: «Non puoi pensare come si sia lieti con la coscienza tranquilla ». Doiio avere espletate le formalità di scarcerazione, di poco più lunghe dell'ultima fase processuale, e cioè verso le il. i coniugi sono partiti in macchina per Voghera. PsPg Il maestro Angelo Pollini, in casa a Voghera, con la moglie dopo l'assoluzione

Luoghi citati: Milano, Pavia, Voghera