Le SS di Auschwitz si divertivano a far sbranare i prigionieri dai cani

Le SS di Auschwitz si divertivano a far sbranare i prigionieri dai cani Terribili testimonia urne al processa di Francoforte Le SS di Auschwitz si divertivano a far sbranare i prigionieri dai cani Un altro "passatempo" era quello di affogare gli internati in un canale Molti deportati si impiccavano per sfuggire a morte più atroce - Drammatica deposizione di un colonnello olandese che fu chiuso nel Lager (Nostro servizio particolare) Francofone, 23 marzo. Il Tribunale di Francoforte che sta processando i 22 aguzzini del campo di sterminio di Auschwitz, ha ascoltato oggi la drammatica deposizione di un ex deportato torturato da Wilhelm Boger, uno degli imputati. Con la voce rotta dai singhiozzi, il testimone Hugo Breiden ha puntato un dito contro Boger gridando «assassino, assassino, assassino >. Il teste ha detto che un giorno fu consegnato a Boger dopo che le guardie lo avevano sorpreso mentre introduceva di nascosto viveri nel campo. Boger lo accolse prendendolo a calci nello stomaco. Nella stanza si trovava anche una donna della Gestapo la quale chiese a Boger se doveva uscire. Bogen rispose:* Lo massacrerò aneli" se rimarrete »; poi colpì Breiden alla nuca con un cavo me tallico. Piangendo, il teste ha ricordato che l'imputato lo legò quindi sull'« altalena », lo stru mento di tortura da lui eia borato. « Altri prigionieri mi dissero successivamente che mi aveva dato Vt5 colpi — ha det to Breiden —. Svenni un paio di volte ma ogni volta qualcuno mi gettò addosso dell'acqua finché persi completamente la conoscenza ». Il secondo testimone della giornata è stato il colonnello Antonius Franz Van Velden, della « reale fanteria di marina» olandese. Van Velden era stato trasportato ad Auschwitz nel 1942 dopo essere stato arrestato ad Amsterdam dalla «Gestapo» per aver tentato di fuggire in Inghilterra. Egli ha formulato numerose accuse contro l'imputato Franz Hofmann, capo delle guardie ad Auschwitz. Hofmann, ha detto, controllava ogni giorno le condizioni nel campo e in particolare sorvegliava le pe riodiche retate delle «mum mie » che dovevano essere uc cise nelle camere a gas. Ls « mummie » erano i detenuti malati o ridotti all'estremo delle forze i quali non volevano farsi ricoverare nell'ospedale del campo per paura di essere uccisi. Hofmann, ha detto Van Velden, ordinò che periodicamente le guardie effettuassero una retata di questi detenuti per trasportarli nelle camere a gas. L'ufficiale olandese ha detto che nelle baracche adibite ad ospedale le condizioni di vita erano tremende. «J pri<7i'o?iieri erano ammucchiati come sardine e non ricevevano cibo e medicine. Venivano inviati in ospedale ad attendere la morte. Molti si impiccarono per sfuggire agli orrori della morte per inedia». Van Velden ha aggiunto che ogni mattina doveva comunicare il numero dei detenuti morti durante la notte. « Una notte — ha detto — morirono XlS.'f persone ». Il testimone ha inoltre accusato Hofmann di essere stato il responsabile della morte dì molti bambini di Auschwitz. « La Gestapo — ha detto — aveva lasciato liberi i bambini piccoli di girare nel campo ma, a quanto'sembra, essi davano sui nervi ad Hofmann. Fece radunare tutti i bambini e U inviò ad una scuola per muratori sita nel campo. Un giorno, la scuola fu smantellata e apprendemmo che i bambini erano stati tutti uccisi con iniezioni di sostanze letali». Allorché Van Velden ha riferito che l'imputato Hofmann uccideva i prigionieri non solo picchiandoli, ma anche divertendosi a prenderli di mira alla testa con bottiglie di birra vuote, l'imputato è balzato in piedi gridando: « Questo non è vero, Van Velden». Il teste si è voltato lentamente verso Hofmann e seccamente gli ha detto: «.Quando parlate con me, Hofmann, dovete chiamarmi signor colonnello ». Hofmann, arrossendo, è scattato sull'attenti replicando: « Sì, signor colonnello ». Un altro testimone, il falegname, Jakob Sebastian Kronauer, ha narrato di un tentativo di rivolta ad Auschwitz di alcuni detenuti, fra cui lui stesso, che si erano impadroniti di alcune armi. Il piano andò a vuoto perché un soldato tedesco fischiò casualmente, e i prigionieri credettero che quel fischio fosse il segnale della rivolta. Kronauer ha aggiunto che lo stesso Boger organizzò la ricerca e la punizione dei ribelli, che furono quasi tutti fucilati. Il testimone ha narrato altri episodi di ferocia da parte delle SS ad Auschwitz, ricordando che Boger, una volta che scoppiò un incendio in una fabbrica di armi dove lavoravano i detenuti, « sembrò impazzire e torturò terribilmente tutti i prigionieri che stavano nella fabbrica ». Un'altra volta, ha detto Kronauer, una SS inviò un ragazzo di 15 anni a prendere dell'acqua: «Poi udimmo uno sparo, accorremmo e vedemmo il ragazzo morente e vicino Boger con la pistola fumante ». L'imputato si è alzato a que¬ svptactsaauccmcdrcfcni« sto punto gridando: <Non è vero, non è vero. Io mi occupavo solo di questioni importanti ». Kronauer ha poi detto che a due detenuti che avevano cercato di fuggire venne aperto lo stomaco e i loro cadaveri squarciati furono mostrati agli altri prigionieri In segno di ammonimento. Un'altra volta, un sergente delle SS, Moli, uccise a colpi di pistola due sacerdoti prigionieri dopo averli messi insieme dentro un barile che fece rotolare dal pendio di una collina. Il barile veniva riportato sulla collina da alcuni prigionieri, e nuovamente fatto rotolare. Kronauer ha anche riferito che spesso le SS si divertivano a far affogare I prigionieri in un canale presso il campo: « Quando i prigionieri tentavano di risalire a riva, le SS li picchiavano con del bastoni e li ricacciavano nell'acqua, oppure scatenavano contro di loro dei cani arrabbiati che li facevano letteralmente a pezzi». Identificando uno degli imputati, l'ex sergente delle SS Oswald Kaduk, il falegname ha riferito che questi era uno dei più feroci esecutori di condanne all'impiccagione. Egli pretendeva che fossero i condannati stessi a mettersi la corda al collo, e tutti lo obbedivano perché sapevano che rifiutandosi sarebbero stati frustati sul volto da Kaduk. Questi dava poi il calcio alla sedia del condannato. Una volta il falegname vide Kaduk frustare sulla faccia un uomo che, per rottura della corda, era caduto a terra già semi-asfissiato, e poi farlo impiccare di nuovo. Un giovane milite delle SS condannato perché aveva aiutato alcuni prigionieri, si rifiutò di mettersi la corda al collo e Kaduk Io frustò sul volto mettendogli poi 11 cappio e impiccandolo personalmente. a. p.

Luoghi citati: Amsterdam, Auschwitz, Francoforte, Inghilterra