Ferrari consegna un elenco delle sue avventure per dimostrare che non era geloso della Lualdi di Guido Guidi

Ferrari consegna un elenco delle sue avventure per dimostrare che non era geloso della Lualdi L'accusa sostiene: "Voleva quella donna a tutti i costi 99 Ferrari consegna un elenco delle sue avventure per dimostrare che non era geloso della Lualdi Dice: «Se sarà necessario i miei avvocati lo presenteranno ai giudici» - I patroni della difesa hanno fatto citare per oggi la moglie di Giuseppe Mattei (l'altro amante della vedova) e una maestra di Bussoleno, amica del veterinario (Nostro servizio particolare) Imperia, 19 marzo. Ieri l'alibi cronologico domani quello psicologico. Ieri si è controllato se Remo Ferrari ebbe il tempo di spedire da Milano il pacco con il « bitter» avvelenato; domani si controllerà se egli può avere avuto inoriti fondati, e quali, per compiere il delitto. « Dicono che sono responsabile perché non potevo vivere senza la moglie di Tino Allevi perché ero geloso — si sfogava un giorno Renzo Ferrari all'inizio dèi dibattimento, quando erano ancora in pochi a conoscerlo — Dicono di me tante cose... Dicono che soltanto con la Lualdi... insomma avete capito... ma che devo fare per difendermi? Devo portare, qui, l'elenco di tutte le signore o signorine con cui sono stato? Certamente, se mi si costringe... Ma se potessi evitarlo, ne sarei più contento. Ve lo immaginate: pretendere che la signora Tal dei Tali venga in quest'aula per spiegare ai giudici che quella volta è venuta con me e vederselo pubblicato su tutti I giornali d'ftalia? Non sarebbe serio da parte mia... Io, comunque, l'elenco l'ho fatto e l'ho consegnato ai miei avvocati se proprio sarà necessario... >. Che sia necessario non vi sono dubbi. Secondo l'accusa il dott. Ferrari ha avuto una causale per cui gli indizi contro di lui finiscono di assume re un notevole valore: era innamorato di Renata Lualdi, ne era geloso, la pedinava, voleva averla tutta per sé, ut addirittura, non voleva vendi carsi di lei. Per controbattere questa tesi non vi è che unargomento: dimostrare che, per lui. Renata Lualdi non era se non una semplice avventura, come tante altre. Più semplice a dirsi che a farsi, ma Renzo Ferrari ha mandato in giro a chiedere ai suoi amici che venissero a spiegare come in fondo, quella tal fa¬ l , e ma di rubacuori non era poifrutto soltanto delle sue van-\ferie, ma si è sempre poggiatasu solide basi: questi amiciverranno domani in aida. Per esempio, il dottor Do-menico Borgna, un grossista di medicinali di Cavour, che fra l'altro era in vacanza a Sanremo nello stesso periodo (tra il 1 e il 13 agosto 1962, quando Renzo Ferrari era ad Arma di Taggia) e del veterinario di Barengo, o meglio delle sue relazioni sentimentali, sa e può riferire tutto. Per esempio, il dottor Giovanni Giorsino, di S. Salvatore di Savigliano, concessionario dei prodotti Squibb per la provincia di Cuneo, al quale il Ferrari, nell'aprile-maggio 1962 dette l'incarico di cercargli un alloggio, da acquistare o da affittare, perché — gli disse — intendeva sposarsi con Giovanna Barda, figlia del medico condotto di Caltignaga. Se davvero in quella primavera Renzo Ferrari era in procinto di concludere il fidanzamento con il matrimonio perché mai — sostiene la difesa — già nell'estate successiva avrebbe dovuto essere preda della gelosia per l'amante al punto di compiere il delitto* Non solo. Il dott. Giorsino dovrebbe dire qualcos'altro, cioè che Renzo Ferrari gli confidò di essere ossessionato da una signora (Renata Lualdi, evidentemente), la quale «trasferitasi in Riviera, non lo lasciava in pace >. Vi sarà anche il dottor Eugenio Ferrerò, di Monza, un funzionario della Squibb, che sull'attività sentimentale, di damo così, di Renzo Ferrari dovrebbe pure sapere tutto o ni quasi. Il dott. Eugenio Ferre. , a i e ¬ ro dovrebbe spiegare ai giudici che, se all'ex veterinario di Barengo fu assegnata la rappresentanza della Squibb per le province di Savona e di Imperia, ciò avvenne per ordine della direzione generale della società e non su sollecitazio ne dell'interessato, come l'ao i.citsa sostiene per dimostrare -\ehe il veterinario volle, in quel a'modo, avere la possibilità di i\incontrarsi con Renata Lualdi {trasferitasi nel frattempo con -ìil marito ad Arma di Taggia. Il dottor Giorgio Merlone, i a a e a e o l 2 n — a a a l * è ò a n e i o . i pr e a o o un altro funzionario della Squibb a Torino, non solo può dire come il Ferrari fosse molto diligente e preciso nel suo lavoro, ma può spiegare in che cosa sia consistito questo lavoro. Esso non consentiva al veterinario di spostarsi ad Arma di Taggia soltanto che lo desiderasse. Circostanza, questa, di particolare importanza se si tiene conto che, secondo l'accusa, Renzo Ferrari era sconvolto da una travolgente passione per la moglie di Tino Allevi: che pas. sione era mai questa — replica la difesa — se in un anno Renzo Ferrari si sarebbe incontrato con Renata Lualdi sei, otto, dieci volle al massimo T Poi il veterinario, in questa fase del processo, può fare affidamento sui suoi compaesani. Il dottor Maurizio Bigotta, segretario comunale di Momo, doveva andare con lui a Milano la mattina del 23 agosto 1962 per svolgere anch'egli una pratica all'Università. Rinunciò al viaggio soltanto all'ultimo momento, cosicché può sembrare davvero singola, re che il Ferrari abbia pensato di portarsi dietro un testimone se quella mattina si mosse veramente da Barengo per speelire da Milano, così come sostiene l'accusa, il pacco col «bitter» avvelenato. Agabio Varallo, propagandista di medicinali nelle province di Novara e Vercelli, è in grado di dire che il fidanzamento del Ferrari con la signorina Giovanna Barda non era un «alibi» per mascherare meglio la passione per l'amante, come insinua l'accusa. Il dottor Gino Boniperti fratello del famoso giocatore della Juventus e umico d'in fanzia del Ferrari, deve par-lare delle relazioni sentirnen tali del veterinario oltreché della rettitudine e serietà di. mostrate nella vita e nel lavoro. Infine c'è una signora, una maestra di Bussoleno, Giorgiana Monateri, molto amica di Renzo Ferrari, A lei l'imputato scrisse nell'imminenza del delitto, (estate 1962); la signora rispose nel settembre 1963 — quando ormai il veterinario era in carcere da oltre un anno — con una lettera estremamente affettuosa. E sì potrebbe intuire facilmente perchè la signora si sia decisa a venire dinanzi ai giudici: un sacrificio, il suo, nobile e generoso, forse necessario, Ma m quella che dovrebbe,essere per l'imputato la gior-\nata più importante sarà interrogato Sergio Rubinetti di Barengo che ricorderà ai giudici come il veterinario gli curò un cavallo usando, guarda caso, stricnina; verrà sentito Aldo Rionda, il garagista che gli riparò l'auto nell'agosto 1962 perché — egli spiega — doveva andare all'università di Milano «per '.certi documenti >. (Singolare assassino questo Ferrari — sostiene la difesa — che lascia tracce importanti del viaggio che avrebbe compiuto per realizzare il delitto spedendo il pacco con l'aperitivo avvelenato). Infine i giudici ascolteranno la moglie di quel tal Giuseppe Mattei che della signora Renata Lualdi è stato, e forse lo è tuttora. l'« ultimo favorito >. E' importante l'intervento di Italia Novara in Mattei, che abita a Diano Castello ed è da tempo separata di fatto dal marito 1 Può darsi. Se non altro consentirà agli avvocati Luca Ciurlo, Carlo Torgano e Franco Moreno di dimostrare che Renata Lualdi non è stata sincera quando ha negato di essere stata l'amante di Giuseppe Mattei nel periodo . . in cui l assassino organizzo erealizzò il delitto. Per Renata Lualdi, quella di\domani, non sarà una .giorna-ita molto semplice, non tanto per eiuello che si potrà dire in aula a favore dell'uomo, di cui vuole la condanna, quanto, invece, per quello che si dirà di lei. Tra l'altro, infatti, saranno chiesti chiarimenti al commissario di P. S. dott. Carlo Angotti e al questore di Novara, dott. Salvatore Pavone. Sono chiarimenti che la riguardano molto da vicino. In un loro rapporto, riservato alla magistratura, essi illustrarono al giudice istruttore la sua personalità ; e il quadro non è stato davvero lusinghiero. A parte il racconto di certi suoi presunti precedenti, dei quali si è già parlato (l'amante torinese che al momento <m{e nogge ,e regn,0 %r,nM0 lire e che Je donnva clmuail,„. mila lire per ogni incontro,\ certi suoi colloqui con Giuseppe Mattei e così via), forse tiene' conto ricordare quello che di \ Renata Lualdi è scritto nelì rapporto infiato al magistrato di Sanremo nel settembre "'2: «Complessa e poliedrica aerare la figura di questa donna sconvolgente nella sua leggerezza e nei suoi rapporti sessuali pre-matrimoniali ed extra-coniugali; pertanto la bilateralità della relazione col Ferrari è qualcosa di relativo e viene quasi a mancare considerando il suo carattere facile, si direbbe vizioso, che non conosce limiti, né limitazioni morali, legata alla famiglia soltanto per un senso di opportunità, sempre libera nelle sue volizioni >. Parole dure, alle quali Renata Lualdi ha replicato lasciando intendere che esse erano soltanto il frutto di pettegolezzi paesani. Ma quali elementi possono avere indotto il questore di Novara e il dott. Angotti ad esprimere un giudizio cosi severo nei suoi confronti* E' quello che i studici desidereranno sapere domani: per dire se Renzo Ferrari è r . , . colpevole o innocente, essi de- \VOn0 °°»™°ere be«° ancne c!" i sono i suoi accusatori. Guido Guidi