Fu bruciato viva per punizione un internata che tentò il suicidio
Fu bruciato viva per punizione un internata che tentò il suicidio Atroci testimonianze ai processo di Auschwitz Fu bruciato viva per punizione un internata che tentò il suicidio Drammatici confronti nell'aula del tribunale che giudica i ventidue aguzzini nazisti: i testi lanciano tremende accuse, alcuni imputati negano disperatamente (Sostro servizio particolare) Francoforte, 16 marzo. Drammatico confronto, oggi, al processo contro 1 22 aguzzini del campo di sterminio di Auschwitz. L'ex-sergente delle SS Wilhelm Boger, uno dei maggiori imputati, ha interrotto la deposizione,di un teste, un ex-internato del campo, per negare di avere mai ucciso a fucilate 1 prigionieri. Il testimone Herbert Kurz aveva appena dichiarato alla Corte di avere visto una volta Boger uccidere da 80 a 90 prigionieri con una carabina di precisione di piccolo calibro, quando l'imputato è scattato in piedi % gridando: «Non è vero, non ho mai sparato contro nessuno. Non era nelle mie competenze ». Kurz, membro del partito comunista tedesco, era stato arrestato nel 1933 dai nazisti e da allora (ino alla liberazione da parte dei russi, aveva passato gli anni da un campo di concenti-amento all'altro. Egli ha anche identificato un altro imputato, l'exsergente delle SS Oswald Kaduk, asserendo che questi era particolarmente pericoloso quando era ubriaco (e lo era spesso). Kurz ha detto di avere visto l'imputato mentre prendeva a calci e picchiava un ragazzo di sedici anni, internato nel Lager, fin quando questi non perse i sensi. A richiesta del presidente, il teste ha detto di non sapere se il ragazzo sopravvisse. E' stata poi data lettura della deposizione resa in istruttoria dalla signora ame rleana Helcn Mehler, morta alcuni mesi fa. La signora Mehler, nativa di Berlino, fu internata ad Auschwitz nel 1942 e vi rimase fino alla fine della guerra, svolgendo le mansioni di stenografa. La parte più importante della deposizione della signora americana è quella nella quale ha affermato che l'imputato Boger torturava i prigionieri per puro sadismo, e non per ordini ricevuti dal suoi superiori. La Mehler aveva identificato il Boger come colui che torturò e poi uccise Lilly Topler, una donna il cui nome ò stato fatto di frequente in questo processo. La Topler venne uccisa dalle SS per avere inviato una lettera d'amore a un internato del campo. «Boger torturò anche un'altra prigioniera che aveva cercato di fuggire travestita in uniforme di ausiliaria delle SS. Lilly venne condannata a morte. Tentò di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi. Quando si fu ristabilita venne bruciata viva. Questa era la punizione per coloro che non riuscivano a uccidersi ». Anche il teste Hermann Weihrauch, che ha deposto nell'udienza pomeridiana, ha identificato in Wilhelm Boger uno dei più spietati aguzzini del Lager. Ha detto che Boger veniva chiamato la « bestia di Auschwitz » e che era stato particolarmente addestrato nell'arte di torturare i prigionieri: una volta lo vide colpire violentemente a go initate un internato ritenuto colpevole di furto. Il disgra ziato inori poi la stessa sera. In apertura di udienza il presidente aveva reso noto che l'imputato Heinrich Bischoff non potrà essere processato nell'attuale giudizio perché gravemente ammalato di cuore. Si trova ricoverato in un ospedale di Essen. a. p.
Luoghi citati: Berlino, Francoforte
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