Il commosso omaygio degli allievi al prof. Dogliolli illustre maestro di chirurgia e nobile esempio ili vita di Giorgio Lunt

Il commosso omaygio degli allievi al prof. Dogliolli illustre maestro di chirurgia e nobile esempio ili vita Il commosso omaygio degli allievi al prof. Dogliolli illustre maestro di chirurgia e nobile esempio ili vita Presentato un volume che illustra l'opera svolta dallo scienziato piemontese in trentanni di insegnamento universitario - Dalla difficile adolescenza alle audaci innovazioni cardiochirurgiche alle esperienze anestesiologiche - Alte personalità presenti alla cerimonia - I messaggi di Segni e del Papa La scienza medico-chirurgica di tutto il mondo — rappresentata, di persona o In ispirito, dai suoi più illustri esponenti — ha festeggiato ieri sera a Torino i trent'anni di insegnamento del prof. A. Mario Dogliotti, direttore della Clinica chirurgica universitaria e infaticabile combattente nella guerra più micidiale, ma anche nobile, per l'umanità: quella contro la sofferenza, le malattie, la morte. Il salone dell'albergo cPrincipi di Piemonte » appariva, nello stesso tempo, un ecce zionale raduno scientifico e un elegante convegno mondano: accanto alle figure austere delle personalità chirurgiche e mediche, affluite da ogni parte della penisola, spiccavano infatti la grazia e la raffinatezza delle numerose signore. L'iniziativa di rendere un doveroso omaggio all'insigne Maestro era sorta, come è noto, nei suoi allievi. In quelli che, all'inizio della faticosa carriera, traggono quotidianamente dal prof. Dogliotti un esempio di dedizione, di coraggio, di esperienza. .Ad esprimergli il plauso e l'ammirazione erano venuti insieme alle autorità cittadine — il prefetto, il questore, alti magistrati, generali di varie armi il rettore dell'Ateneo professor Allara, il professor Valletta, il professor Bastai ed altri esponenti della vita culturale ed economica torinese — il presidente dell'Ordine dei medici prof. Franchi, quello della Facoltà medica prof. Bolsi, i direttori di tutte le Cliniche universitarie, primari, docenti, uno stuolo di allievi. Da Napoli era venuto il prof. Buggeri, presidente della Società italiana di chirurgia, da Milano il prof. Oselladorè, da Pavia il prof. Donati, da Firenze il prof. Severi, da Bari il clinico prof. Redi e il chirurgo-patologo prof. De Blasi, da Palermo il prof. Nicolosi, da Catania il prof. Basile, da Sassari il prof. Castiglione da Roma il prof. Stefanini, da Modena il prof. Pezzuoli, da Bologna il prof. Placitelli, da Parma il prof. Bobbio, da Milano i prof. Maspes e Trivellini, da Ferrara il prof. Ruffo, da Cagliari il prof. Lenti, da Genova il prof. Malan e il prof. Battezzati, da Siena il prof. Tosatti. Altri valorosi alfieri della chirurgia italiana e internazionale — tra cui i prof. Valdoni e Frugoni —, impossibilitati ad intervenire, avevano inviato al prof. Dogliotti telegrammi di affettuoso augurio. Messaggi di riconoscimento sono anche pervenuti, a centinaia, da scienziati di ogni continente. Non solo nel suo campo, il prof. Dogliotti ha avuto una attestazione che lo ha commosso. Il Capo dello Stato, on. Segni, nell'esprimergli il vivo rammarico di non poter presenziare alla cerimonia, si è associato alle onoranze all'uomo «che ha illustrato la scienza italiana in ogni settore e in tutto il mondo». Dal Vaticano, il card. Cicognani aveva fatto pervenire — a nome di Paolo VI — l'apostolica benedizione e il suo grato apprezzamento per il volume che rispecchia l'attività trentennale del valoroso clinico. A rappresentare la Santa Sede era giunto da Roma mons- Plenteda, per incarico del Card. Ottaviano Gli era al fianco il rettore maggiore dei Salesiani, don Ziggiotti. La Sanità militare era partecipe nella persona del direttore, gen. Scaduto. Sbaglierebbe, chi ritenesse che là manifestazione ha avuto un carattere ufficiale, di conseguenza retorico. Tutte le personalità, i compagni di studio, gli allievi ed ex allievi volevano semplicemente dire al prof. Dogliotti quanto calore e quanta ammirazione lo circondino. Il prof. Dogliotti chirurgo tutti lo conoscono. Il suo profilo segreto, la sua maturazione di scienziato appartenevano invece — fino a ieri 3era — ai familiari e agli amici. Li hanno tratteggiati, con una sintesi efficace e toccante, a turno coloro che più gli sono stati vicini nella vita Il fratello, prof. Giulio Cesare — direttore della Clinica medica — ce ne ha svelato la profonda bontà, l'attaccamento alla famiglia, l'amore per la natura, gli ideali semplici, le sofferte vicissitudini di sergente di Sanità nella prima guerra mondiale. Un compagno di liceo, il prof. Badellino, ha parlato di A. Mario Dogliotti studente vivace e sbarazzino, nella nativa Alba. Sempre pronto allo scherzo, ma anche allo studio. La prematura morte del padre, medico e sindaco galantuomo, quella del fratello Giovanni sul campo di battaglia, l'eroica lotta della madre per allevare i due giovani e assecondarne le aspirazioni. Da queste premesse, sentimentali e romantiche, prende l'avvio la luminosa carriera del chirurgo. Il prof. Biancalana ne ricorda il duro periodo di assistente dell'indimenticabile prof. Uffreduzzi, il prof. Ciocatto le benemerenze nel campo dell'anestesiologia, il prof. Malan rievoca il « professorino » ai primordi dell'insegnamento, il prof. Bolsi l'indefessa attività quale clinico chirurgo a Torino, il prof. Wertheimer di Lione la fama di chirurgo internazionale, il gen. Moricca accenna alle doti di sportivo e di chirurgo militare del prof. Dogliotti, il sindaco ing. Anselmetti e l'ex sindaco avv. Peyron lo ricordano quale cittadino esemplare ed esponente di «Torino '61 » durante le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Il Sindaco ha quindi consegnato al prof. Dogliotti la medaglia d'oro riservata ai cittadini più illustri. Mancava una tessera, al vasto mosaico che compendia la vita del prof. Dogliotti: le sue doti di giornalista. Lo ha collocato, nel giusto risalto, il Direttore de La Stampa, che annovera il valente chirurgo tra i suoi più illustri collaboratori. Il prof Dogliotti ha risposto ringraziando con sincera commozione, ed ha accolto con gratitudine fraterna i do¬ ni che gli allievi e vari sodalizi medici gli hanno offerto quale tangibile segno della sua filantropica attività, al servizio della scienza. A nome degli allievi, il prof. Malan gli ha consegnato la prima copia del volume a lui dedicato, il prof. Bolsi — per la facoltà di medicina — un'artistica targa. Giorgio Lunt iiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiGit