Drammatico confronto tra un SS e una ex-internata di Auschwitz

Drammatico confronto tra un SS e una ex-internata di Auschwitz II processo ili Francoforte contro i 2«? nazisti Drammatico confronto tra un SS e una ex-internata di Auschwitz La donna era l'interprete dell'aguzzino e ha denuncialo le sue atroci crudeltà - Il presidente della Corte minaccia di incriminare un ex nazista, ora funzionario di polizia, per le sue reticenze durante la deposizione (Nostro servizio particolare) Francoforte, 13 marzo. Una ex-internata del campo di concentramento di Auschwitz ha dichiarato oggi, alla ripresa del processo contro i ventidue aguzzini del Lager, che uno degli imputati era stato battezzato il « Diavolo di Auschwitz» per la sua crudeltà. Da teste, signora Maryla Rosenthal, che aveva svolto attività di interprete e stenografa nel famigerato campo di sterminio, ha dichiarato alla corte che il < Diavolo di Auschwitz» era l'exsergente delle SS Wilhelm Boger. Invitata dal presidente a dire tutto quanto poteva essere utile ai fini dell'accertamento della verità, la testimone, una donna sui 55 anni, ha esclamato: < Venni arrestata mentre stavo per sposarmi e al mio arrivo ad Auschwitz fui assegnata al blocco di baracche comandate dal Boger. Con me venne arrestato anche il mio fidanzato. Cinque giorni dopo avremmo dovuto sposarci. Io, come ho detto, finii nelle mani del "Diavolo di Auschwitz" ». Presidente: < Che intendete per "Diavolo di Auschwitz" »? Teste: « Gli internati avevano battezzato così Wilhelm Boger. Nella mia qualità di interprete dovevo assistere ai suoi interrogatori dei prigionieri. Qualche volta parlavano, qualche altra no. Quando non parlavano, Boger li ammoniva che li avrebbe messi nella "macchina per parlare", che i prigionieri chiamavano invece "l'altalena Boger"». Sia la pubblica accusa che altri testimoni hanno indicato nel Boger l'inventore della crudele forma di tortura. I prigionieri venivano legati per i polsi a due cavi metallici, con le braccia dietro la schiena, quindi venivano appesi ad una trave di legno. Il Boger li sospingeva avanti e indietro percuotendoli ferocemente. Nella maggior parte de: casi dopo questa tortura morivano. Teste (riprendendo il racconto): «Alla fine *di questa tortura i prigionieri venivano portati via in barella. Non potevano pili né stare in piedi né sedere. Pochi sopravvivevano ma quelli che non morivano subito non erano più e'seri «mani e non avrebbero p.ù potuto essere interrogati né da Boger né da nessun altro. Ma nella maggior parte dei casi morivano alcune ore dopo. Ogni volta che vedevo le vittime di Boger scoppiavo in singhiozzi. Se lui mi vedeva, piangere mi diceva che dovevo vedere quelle cose in modo impersonalo. Presidente: « Anche nei vostri riguardi fu crudele il Bogert ». Teste: < No, nei miei riguardi non fu mai crudele, ma aveva fama di essere una delle guardie più crudeli di Auschwitz Poi guardando direttamente verso l'imputato che siede nella prima fila, la signora Rosenthal ha esclamato: « Mi dava delle razioni extra, scarpe ed abiti che io dividevo con gli altri prigionieri. Probabilmente senza quegli aiuti sarci perita come tutti gli altri componenti della mia famiglia ». Ad udire queste parole il Boger ha sorriso verso la testimone ed ha annuito con la testa per indicare che quello che ella diceva era proprio varo. E' stato poi chiamato a deporre un altro testimone, Josef Windeck, un ex «Kapò» di Auschwitz che venne arrestato per crimini di guerra e si trova attualmente in carcere in attesa di comparire ad un altro processo contro altri ex guardiani del campo di Auschwitz. Il Windeck ha fatto una deposizione cosi confusa che il presidente, d'accordo con le parti, ha deciso di rinunciare al suo interrogatorio. Nell'udienza pomeridiana, è stato chiamato a deporre Helmut Bartsch che, in qualità di capitano delle < SS > aggregato al ministero degli Interni, ebbe il compito di condurre una inchiesta nel campo dì Auschwitz. Oggi, il testimone ricopre la carica di funzionario di polizia a Krefeld, nella Ruhr. Interrogato dal presidente, 11 teste ha dichiarato che quando venne inviato ad Auschwitz si rese conto che vi si commettevano molte < irregolarità », ma non approfondi la cosa perché non era suo compito farlo. Presidente: «Intendete dire che veniste al corrente di tutte queste "irregolarità" e non faceste nullaty. Teste: «No, non era questo il compito che mi era sta to assegnato ». Presidente (visibilmente eccitato): «Sicché, nel vostro lavoro se venite a conoscenza di un assassinio mentre state investigando su un furto ve ne lavate le mani perché non rientra nella vostra specifica indagine. Chi, quando, dove e come avvennero gli assassina in massa ad Auschwitz? Questi sono gli interrogativi ai quali avreste dovuto dare una risposta allora e dovreste rispondere oggi. Sostenete quindi di non avere alcuna risposta da dare a queste specifiche domande, è esatto?». Teste (rosso in volto): «Sì». <SÌ ». Presidente: « Vi rammento che state testimoniando sotto giuramento e che potreste essere accusato di falsa testimonianza. Non dovete avere paura qui. Tutti noi sappiamo che quelli furono tempi di terrore e che conseguentemente allora potevate aver paura di indagare sulle atrocità che venivano commesse, ma oggi dovete dire la verità, tutta la verità! ». Teste: «Quello che ho detto è la verità. Non ho mai visto uccidere nessuno. Ho solo sentito parlare di queste cose. Nonostante il grado che occupavo nelle "SS" mi era impossibile venire al corrente delle questioni di dettaglio riguardanti gli assassini in massa ». Presidente: « Conoscete qualcuno degli imputati presentif». Teste: «Sì, ne ho conosciuto qualcuno, ma non posso dire nulla in relazione ai crimini dei quali sono accusati ». Scuotendo la testa, visibilmente seccato per 11 comportamento del teste che era stato citato dall'accusa, il presidente Hofmeyer ha rinviato l'udienza a lunedì prossimo. a. p. La prima udienza della causa

Luoghi citati: Auschwitz, Francoforte, Ruhr