È corretto dire «confindustria» per indicare la situazione economica?

È corretto dire «confindustria» per indicare la situazione economica? . DIFESA DELLA LINGUA È corretto dire «confindustria» per indicare la situazione economica? In questo senso, la parola non è usat? dai buoni scrittori; né l'aggettivo « congiunturale » si trova nei vocabolari Ma i classici sono i primi a consentirci qualche audacia: erano meno legati a norme rigide di certi pignoli d'oggi Le circostanze politiche hanno portato alla ribalta la parola Congiuntura, e come avviene sempre per le parole di moda anche questa ha pie SO a significale più che non dovrebbe. In lingua Congiuntura vale dapprima Congiungimento, termine dove si col legano le parti: la congiuntura della corazza, delle ossa ecc.; e in seconda accezione Occasione caso, da che l'antico adagio che «L'uomo si conosce in tre congiunture, alla col lera alla borsa e al bicchiere» Infine fu preso anche per Op portunità (e più chiaramente se col rincalzo dell'aggettivi: • buona congiuntura) onde il Magalotti: « Piglierò la congiuntura di domandargli... » e i vecchi trafficanti: «Chi sa perdere congiuntura, non s'a datti a mercatura ». Superfluo rilevare la crescili ta carica semantica di questi: termine nell'uso recentissimo che toltogli quei sensi dimessi e quel carattere neutro, ne ha latto una parola assoluta e grave, quasi un segnale d'aliai me, compendiarne espressimi come «situazione difficile» i momento delirato *■. e via dicendo. Cosi riassunto e rinvi¬ gorito, Il sostantivo ha immediatamente prodotto, sulla desinenza in auge ale (obiettaie cosale fattuale tribale ubica zionale) l'aggettivo Congiunturale, ignoto ai vocabolari più recenti, e per naturale contraccolpo Anticongiunturale (< un attacco al Governo per la sua politica anticongiunturale ») Si registra, non si condanna; che se per tutte le parole vale il criterio dell'utilità, per quelle della politica che sono parte della politica stessa, esso vale il doppio e solo quando non serviranno più se ie potrà discutere Si pecca contro la lingua anche per eccesso di difesa e falsa opinione dell'errore, come fanno specialmente coloro che noli ammettono l'arazionalità della lingua stessa, la quale segue leggi che la ragione non conosce Un lettore ha indirizzato al nostro Giornale una vibrata protesta in nome delle nuove generazioni per il seguente titolo comparsovi il giorno 25 febbraio: « In Olanda c'è un ministro, la signora Schouwenaar, incaricato di aiutare la gente a risolvere I loro guai »; e la riprovazione va a quel plurale loro concordato col singolare gente. Eppure il lettore dovrebbe sapere che peculiarità dei nomi collettivi (Gente Popolo Folla Schiera Flotta Mandra ecc., e anche meno: Coppia Paio Dozzina Duetto Terzetto ecc.. e persino Ciascuno Ogni Ognuno Parte) siano essi ac- j compagnati dal complemento partitlvo o no, è appunto di potersi costruire col predicato in plurale, e per estensione, quando l'orecchio lo patisce, anche col pronome; il che va sotto quella generosa figura di Sillessi (dal greco- compartecipazione) detta anche costruzione di pensiero o ad intelligentiam. in grazia della quale la mente raddrizza quel che secondo grammatica va storto. Se la sillessi nelle sue varie forme fosse peccato, nessun classico si salverebbe dalle censure dei ragionieri della lin- [ gua. da padre Dante («Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto»: che cosa'.' il soggetto sottinteso allegrezza), al Boccaccio (« ... non giucando nel quale l'animo dell'una delle parti convien che si turbi ». cioè nel quale giovo), al Manzoni («Questa buona gente son risoluti d'andare a metter su casa altrove»); nel quale ultimo esempio, come nel nostro caso, la discordanza si riferisce al numero, e tale la si ritrova nel Boccaccio («Poiché la gente videro ch'egli era vivo»), nel Pulci (* Corsono in piazza ugiuin subitamente»), e in tanti altri maestri Gli antichi fidavano sull'intelligenza molto più di noi, e perciò il loro parlare era tanto meno scheletrico e più vivo e balzante del nostro. Del resto geniali discordanze si fanno anche ila noi. senza sospetto nei complimenti (Lei è troppo buono) o quando diamo un predicato plurale a un soggetto singolare congiunti con un complemento di com pagina (Monzeglio, coi suo. giocatori, sono partiti per Ro ma), n usando inflessibilmente i participi Atteso Considerato Nonostante con oggetti di genere e numero diverso (atteso la sua età, nonostante queste cose), o finalmente nell'uso di Mezzo, invariabile, dopo un sostantivo (un'ora e mezzo); e insomma la sillessi, come tante altre figure dai nomi difficili, è semplicemente un pezzetto di natura che squarcia la grammatica. Leo Pestelli

Persone citate: Leo Pestelli, Magalotti, Manzoni, Mezzo, Monzeglio

Luoghi citati: Olanda