Due ore di vivace colloquio tra Moro e gli industriali

Due ore di vivace colloquio tra Moro e gli industriali Le consultazioni sulla situazione economica Due ore di vivace colloquio tra Moro e gli industriali Il Presidente della Confindustria Cicogna ha affermato che i costi di produzione non possono subire nuovi oneri e che l'aumento dei salari deve essere legato alla produttività Ha inoltre illustrato la difficile situazione delle piccole e mèdie aziende - L'on. Moro ha pure ricevuto i rappresentanti degli agricoltori che hanno criticato le misure per la mezzadria (Nostro servizio particolare) Roma, 11 marzo. Moro e Nenni hanno ricevuto oggi a Palazzo Chigi la delegazione della Confindustria e subito dopo quella della Confagricoltura, guidate dai rispettivi presidenti: Furio Cicogna e Alfonso Gaetani. Le due delegazioni hanno illustrato i propri punti di vista sulla situazione economica del Paese. Gli incontri sono stati piuttosto vivaci, ma contenuti nell'ambito della più rigorosa correttezza. Domani, Moro e Nenni completeranno il ciclo di consultazioni con i rappresentanti degli imprenditori, ricevendo i dirigenti della Confcommercio, dell'Associazione' delle piccole e medie industrie, delle aziende a partecipazione statale. In settimana il Presidente del Consiglio trarrà una valutazione di tutti questi colloqui e in seguito convocherà probabilmente tutti i sindacati insieme e poi tutti gli operatori. L'incontro degli onorevoli Moro e Nenni con la delegazione della Confindustria formata da Furio Cicogna, Angelo Costa, Senatore Borletti, Emanuele Dubini, Renato Lombardi, Nicola Resta, Mario Morelli, Franco Mattei, Rosario Toscani è durato esattamente due ore La sostanza di quello che i dirigenti degli industriali hanno detto al Presidente del Consiglio è contenuta in un lungo comunicato, diffu so dalla Confindustria nel pomeriggio. Ne diamo il testo. «.Siamo sempre stati favorevoli alla consultazione delle organizzazioni dei lavo ratori e degli imprenditori in particolari situazioni eco nomiche. Occorre, però, che questi incontri, per essere utili, portino innanzi tutto all'acquisizione preventiva ed oggettiva di dati di fat to, die soli possono costituire la necessaria premes sa ad un proficuo e costrut tivo confronto degli elementi tecnici e delle relative valutazioni. « Abbiamo segnalato da tempo i pericoli che correva la stabilità monetaria nel nostro Paese. L'inflazione è pericolosa e dannosa da ogni punto di vista, da quello economico a quello morale Abbiamo esposto le nostre convinzioni sulle cause della situazione attuale, che devono essere considerate nel loro insieme. In parti colare abbiamo esaminato i diversi fattori che hanno spinto i costi all'aumento e le conseguenze negative che ne sono derivate agli effetti sia dei consumi interni, sia delle nostre possibilità di esportazione. Tale situazio ne è la logica conseguenza di fatti ed azioni manife statisi negli ultimi anni nel nostro Paese. « Abbiamo inoltre cerca to — prosegue il comuni cato — di chiarire che non si può parlare di una insuf ficienza di offerta rispetto alla crescente domanda monetaria. Il sistema produt tivo italiano può soddisfare largamente la domanda, purché costi e ricavi rit.ro vino un loro equilibrio. A questi effetti è soprattutto necessario un deciso aumen to della produttività di tut ti i settori che lo compon gono per ridurre i costi e ritrovare anche per questa via il perduto equilibrio. Ciò postula, peraltro, un livello adeguato del rispar mio e degli investimenti. « Tale esigenza è particolarmente sentita in termini di competizione internazio naie. Tanto più che noi consideriamo sempre assoluta esigeìiza per lo sviluppo del la nostra economia il man tenimento dell'Italia in una aperta economia internazionale. « Per quanto riguarda la politica dei redditi abbiamo sottolineato che l'attuale redditività delle attività pdmlllrclgaosmmstccrtrdvspsrrnicrc produttive non consente più] di assorbire ulteriori aumenti di costo a carico della rimunerazione del capitale. In queste condizioni, l'aumento del complesso dei redditi individuali non può che essere proporzionato all'aumento della produttività generale del sistema. Noi abbiamo sempre respinto ogni proposta di blocco dei salari che riteniamo elemento artificioso nel sistema economico. La dinamica salariale deve, tuttavia, trovare i suoi limiti in una contrattazione fra parti che, consapevoli della loro responsabilità, siano convinte della necessità di evitare gli effetti inflazionistici del crescente costo del lavoro anche per effetto della scala mobile; e questo non per riversare i danni della stabilizzazione sui lavoratori, ma al contrario per ga rantire ad essi l'acquisizione di benefici effettivi e non illusori. «In particolare, se qualcosa potrà farsi per migliorare la situazione dei lavoratori, ciò dovrebbe essere concentrato sul miglioramento dei salari, evitando per il momento oneri di carattere normativo, che hanno effetto negativo sulla produzione senza adeguato vantaggio per i lavoratori stessi. « Nell'ambito della riduzione dei costi, mediante l'aumento della produttività, abbiamo esposto al Pre sidente del Consiglio tutta una serie di azioni che rite¬ niamo efficaci per il raggiungimento di tale fine. In particolare sono stati sottolineati i problemi delle piccole e medie industrie che in numero di oltre 100.000 aderiscono alla nostra organizzazione. Tutto ciò assume particolare importanza in quanto è prevedibile a breve scadenza (gennaio 1965) un'ulteriore riduzione del 20 per cento dei dazi nei confronti dei Paesi del Mec Ce cioè il 50 per cento del livello attuale) e la completa soppressione di questi dazi forse dal 1° gennaio 1966. « Nei confronti della formazione di maggiore risparmio, abbiamo segnalato la necessità di una politica a lungo termine nei confronti di tutte le forme di risparmio ed in particolare del risparmio azionario. « Abbiamo, infine — conclude la nota — riaffermato la nostra fiducia nel domani e la certezza che, se l'apparato produttivo e l'economia del Paese non saranno sottoposti ad altre scosse, economicamente ingiustificate e controproducenti, potrà essere superata anche l'attuale fase di difficoltà. A questi fini, come già dichiarato in occasione della nostra ultima as semblea, abbiamo confermato di essere pronti per una efficace collaborazione ». L'esposizione dei delegati della Confindustria è stata punteggiata da vivaci bat tute di Nenni il quale ha contestato alcune parti del- la diagnosi da essi fatta sui costi di produzione. Quando poi i delegati della Confindustria hanno sollevato il problema del numero degli operai superiore alle esigenze della produzione, Nenni ha ribattuto che « il fenomeno è molto più complesso e va fatto risalire allo stesso assetto organizzativo della nostra società ed. agli squilibri settoriali, regionali e sociali. Una valutazione della situazione non può prescindere né dal dato dei profitti né dal costo dei capitali». Il vicepresidente del Consiglio ha poi rilevato che sul costo dei capitali hanno avuto influenza diretta le evasioni fiscali, l'insufficienza del nostro sistema tributario, la fuga dei capitali. L'on. Moro tanto nell'incontro con gli industriali quanto nel successivo con gli agricoltori ha trovato modo di ribadire quanto disse ieri a Verona e cioè che se questo equilibrio difficile, contrastato, nel quale è impegnato il psi, dovesse rompersi è dubbio che il Paese possa beneficiare di un equilibrio nuovo di tipo democratico. L'incontro di Moro e Nenni con i rappresentanti degli agricoltori Gaetani, Bignardi, Orlandi - Contucci, Marchiori, Bianchi, Pagani, Carrara e Aldo Bonomi è durato novanta minuti. Anche in questo incontro si è manifestato un contrasto sia pure meno vivace, tra il vice-presidente del Consiglio e la delegazione degli agri coltori, soprattutto sulla va Udita della mezzadria. Alfonso Gaetani ha criticato aspramente le leggi agrarie approvate recentemente dal governo, mentre Nenni le ha difese definendole un contributo all'ammodernamento della struttura e della produttività della nostra agricoltura, per metterla in condizioni di competitività. « Abbiamo documentato — ha poi dichiarato Gaetani — la drammatica situazione nelle campagne, la eliminazione di ogni profitto delle aziende e la scomparsa della rendita fondiaria. In agricoltura, mentre i prezzi sono aumentati ottanta vòlte, le imposte sono aumentate 130 volte e i salari 160 ». Vittorio Staterà CONTI- OOltfrO

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