L'atroce morte dei prigionieri rinchiusi nei vagoni piombati di Massimo Conti

L'atroce morte dei prigionieri rinchiusi nei vagoni piombati IL PROCESSO CONTRO GLI AGUZZINI DI AUSCHWITZ L'atroce morte dei prigionieri rinchiusi nei vagoni piombati Stroncati dal gelo durante i trasferimenti da un Lager all'altro ■ Nei viaggi a piedi i più deboli venivano finiti a rivoltellate (Dal nostro corrispondente) Bonn, 9 marzo. Oswald Kaduk, 57 anni, ex « Unterscharf uehrer > delle SS nel Lager di Auschwitz, coimputato nel processo di Francoforte, ha oggi protestato contro il procedimento giudiziario a suo carico: «La giustizia tedesca — ha detto il Kaduk in tribunale — usa due pesi e due misure. Perché infatti si lasciano in libertà Globl.c ed Oberlaender nonostante die essi siano stati condannati da tribunali della Germania Orientale?». Globke è l'ex sottosegretario alla Cancelleria di Adenauer licenziato da Erhard, Oberlaender è l'ex ministro per 1 profughi costretto anche egli alle dimissioni per i precedenti nazisti. Dopo questi sfoghi di malumore, l'imputato ha cominciato la narrazione dei suoi delitti. Egli ha ricordato che fra le sue vittime c'era anche Joseph Cyrankiewich, l'attuale Premier polacco. « Cyrankiewich — ha detto Kaduk — lavorava in un porcile. Un giorno che abbandonò le sue occupazioni lo picchiai. Il prigioniero però non reagì, né mo¬ saiaagddt«mnsvcnasonrtunvuHIAaènsG strò dolore. Se me ne avessero data la possibilità, lo avrei ammazzato con piacere. Odio i comunisti ». Kaduk ha poi ammesso di aver partecipato a ''parecchie esecuzioni di prigionieri. « Li impiccavamo. Io dovevo togliergli il panchetto di sotto i piedi... ». Non soltanto: egli procedeva anche alla «selezione» dei candidati alla morte e li accompagnava poi nelle camere a gas. I prigionieri venivano spesso trasferiti in altri campi. Dovevano percorrere a piedi decine di chilometri. Per i deboli non c'era scampo: li finivano a colpi di rivoltella al minimo segno di stanchezza. In altre occasioni 1 prigionieri venivano rinchiusi in carri ferroviari piombati. Il freddo era intenso e morivano congelate una dozzina di persone per notte. I particolari dei tragici viaggi sono stati rievocati da un ex prigioniero del Lager, Hans Frankentahl di 37 anni. Il Frankentahl che entrò ad Auschwitz all'età di sedici anni assieme con la famiglia (egli è l'unico superstite), ha riconosciuto sul banco degli accusati uno dei suoi aguzzini, Gerhard Neubert che nel Lager fungeva da « infermiere ». Il teste ha affermato che il Neubert era addetto alla « selezione » dei prigionieri. Neubert ha reagito vivacemente: « Una volta soltanto partecipai a quelle operazioni e l'ho già ammesso ». Il Tribunale ha poi ascoltato la deposizione dell'ex capitano delle SS Konrad Morgen. che ora fa l'avvocato a Francoforte. Il Morgen venne inviato ad Auschwitz dai suoi superiori per condurre un'inchiesta sul fatto che le SS tenevano per sé gli oggetti di valore e i denti d'oro estratti agli ebrei gassati. Al presidente che gli chiedeva se avesse mai pensato di fare qualcosa per mettere fine alle atrocità di Auschwitz, il testimone ha risposto: « Quando mi resi conto pienamente degli orrori di Auschwitz, pensai che bisognava fare qualcosa per mettere termine a quello stato di cose. Ma capii ben presto che non avrei potuto mettere fine agli stermini in massa, giacché avrei dovuto incriminare direttamente Hitler, cosa che a quell'epoca era impossibile. Perciò decisi di fuggire in Svizzera per de¬ nunciare al mondo cosa stava accadendo nell'Europa occupata dai nazisti. Quando mi trovai in prossimità del confine svizzero ebbi un ripensamento e rinunciai ». Il processo di Auschwitz non sarà l'ultimo del genere. Proprio oggi la Procura della Repubblica di Francoforte ha annunciato che nei prossimi sei o sette anni si terranno in Germania altri cinquecento processi contro criminali nazisti. Molti di costoro però vivono all'estero. E' stato chie. sto al ministro tedesco per la Giustizia, Ewald Bucher (liberale), se non fosse possibile ottenere la loro consegna alle autorità di Bonn. Di costoro infatti, almeno per la maggior parte dei casi, si conoscono perfino gli indirizzi. II ministro Bucher ha così risposto: « Facciamo il possibile. Ma incontriamo spesso difficoltà. Vi sono alcuni Stati, infatti, che non ammettono l'estradizione dei nazisti. Prendete per esempio la Repubblica di Ghana. Riceve dalla Germania aiuti economici, e poi, probabilmente, paga con i nostri soldi anche il dr. Schumann, uno dei medici dei Lager tuft'ora ricer¬ cati dalla giustizia tedesca ». Sembra che il dr. Schumann abbia fatto carriera nella Re pubblica africana. Massimo Conti