Agli aggressori della «miss» 4 anni ciascuno uno dei giovani colto da una crisi di pianto di Antonio Antonucci

Agli aggressori della «miss» 4 anni ciascuno uno dei giovani colto da una crisi di pianto Concluso al Tribunale di Vigevano il processo per la scabrosa vicenda Agli aggressori della «miss» 4 anni ciascuno uno dei giovani colto da una crisi di pianto L'accusato che è scoppiato in lacrime è sposato e padre di due bimbe - Gli imputati (entrambi di Alessandria) rimarranno in libertà in attesa della sentenza d'appello - La reginetta di bellezza ha assistito indifferente al dibattimento (Dal nostro inviato speciale) Vigevano, 6 marzo. Il Tribunale di Vigevano (gres. dr. Geremia, p.m. dr. Maiani) ha inflitto quattro anni ed un mese di reclusione ad Aldo Baldi (detto « Peppino»), di 33 anni, rappresentante di commercio, e quattro anni a Sergio Salarili («Mimmo »), cameriere, 20 uniti, ritenendoli entrambi colpevoli di violenza e ratto ai danni di « miss Casale », la diciannovenne operaia orafa A?tna Afaria Bordon. Il Tribunale li ha condannati inoltre al pagamento delle spese processuali, a quelle di parte civile commisurate in 72 mila lire, salvo i danni morali da liquidarsi in separata sede. (Erano stati chiesti dieci milioni). Per entrambi un anno di condono. Il Salardi ha ascoltato la sentènza con una specie di stupore pietrificato, mentre il Baldi che ha moglie ed è padre di due bambine, è stato colto da una crisi di pianto. La Bordon, la quale aveva seguito l'intero dibattimento come una specie di piccola sfìnge (eccettuato il suo interrogatorio dove sembrava smarrita) è rimasta imperturbabile. La difesa ha immediatamente interposto appello, il che lascia ai due giovani il beneficio della, libertà provvisoria, goduta sinora dopo quattro mesi di carcere preventivo. Il Tribunale è rimasto in Camera di Consiglio per oltre un'orù 'e tre qiiartl; indizio sicuro della complessità della matassa da dipanare. Vioten-' za a scopi immorali, ratto, percosse. Questo l'atto di accusa. Nessuna prova, all'infuori delle verosimiglianze che potevano scaturire dalle dichiarazioni dei tre, con la sola donna in qualità di teste con giuramento. In mattinata, il secondo difensore, avv. Delponte, sussidiato poi in sede di replica al pubblico ministero dal precedente difensore avv. Punzo, aveva tentato di demolire tutti e tre i punti di accusa. Premessa essenziale, secondo la difesa, è questa: la signorina Bordon non è minimamente credibile. Ella cominciò con l'imbastire un castello di bugie parlando di un assurdo ratto al centro di Casale, av venuto all'imbrunire mentre erano poco più delle sedici, e mentre lei aveva dato ai ra pitori, per lo meno a uno, il « Mimmo », un appuntamento tipico di avventura galante. Lei, proprio lei, di sua inisiativa. Tanfo vero che in un primo momento dell'istrutto ria, lei doveva essere rinviata a giudizio per calunnia. Se ciò non avvenne fu per la sua tempestiva ritrattazione e perché una bugia di donna « non costituisce reato:. Quindi nien te ratto, è una circostanza ca duta da sé. Violcnzat La giovane, fu lei a suggerire di recarsi fuori Casale, indicando lei stessa la zona della Baraggia, come la preferibile e la più tranquilla. Si è parlato di un bosco, dice la difesa, ma quale bosco nel- la Baraggia? Comunque, lei era pienamente consenziente e non ignorava di sicuro quale seguito poteva avere la sua piccola avventura pomeridiana di un giorno d'agosto. Violenza? Afa la signorina ha pure ammesso, interrogata come testimonio, di avere ricambiato il bacio del Salardi nella prima fase della gita, e che « non ci abbia provato piacere» è un'altra storia. Violenza! Ma si comincia col mangiare insieme panini, bere vermut, e poi si passa in una trattoria, e ci sarebbero infinite circostanze per fuggire o per gridare aiuto, poiché la gita si è protratta per oltre quattro ore, t non tutte sullo stesso posto. C'era dunque, conclude la difesa, un buon accordo, guastatosi soltanto all'ultimo momento. Percosse! Qui nessun dubbio, e la difesa sembra un po' imbarazzata. Ma il Salardi, in sede di confronto con la Bordon, aveva attribuito un suo schiaffo o più d'uno a «una scena d'amore», cioè di gelosia, senza che la vittima lo smentisse. In sede d'istruttoria, lei aveva parlato di svenimento, di percosse ricevute da tutt'e due, ed erano altre bugie Placidamente il pubblico ministero precisa che il ratto ai cui sono imputati il Baldi e Salardi non parte da Casale Si può anche ammettere che la signorina fosse consenziente nell'imbarcarsi a Casale, che trovasse magari romantico quel primo bacio scambiato sulle rive del Po, seguito da una merendina in trattoria. Ma da questa trattoria la signorina domanda di essere riportata a Casale, i due la fanno salire in macchina e deviano invece per una stradicciuola. Ecco il momento in cui si effettua il rat to, ecco dove comincia la vlo lenza, secondo II P. M. La don na vede tutto l'orrore della si tuaztone, piange, ed entrano in scena gli schiaffi per indurla ad abbandonare qualsiasi resi stenza. Ultimo soffio della difesa. La signorina non protestò affatto per la deviazione campestre S'irrigidì soltanto contro un tentativo del Baldi di approfittare pure lui di una situazione che avrebbe dovuto esser favorevole soltanto al Salardi, tra le cui braccia si rifugiò tutta trepida. Alla Corte d'Appello chiarire i dubbi. C'è soltanto da chiedersi come mai al Baldi, attore non violento dell'avventura, sia toccata una pena maggiore, sia pure di un mese, che all'attore violento, al «duro». E' che il Tribunale ha trovato, nella sua condotta, non soltanto gli estremi del protagonista ma anche quelli del complice necessario per portare a buon esito « un agguato ». Antonio Antonucci La giovane ex «miss» casal ese Anna Maria Bordon fotografata ieri mattina all'arrivo in Tribunale a Vigevano Sergio Salardi, a sinistra, ed Aldo Baldi i due giovani condannati per l'aggressione alla ragazza di Casale