«II Ferrari mi ossessionava con la sua gelosia» dice la vedova del commerciante ucciso col bitter

«II Ferrari mi ossessionava con la sua gelosia» dice la vedova del commerciante ucciso col bitter Intervista con l'ex amica del veterinario processato a Imperia «II Ferrari mi ossessionava con la sua gelosia» dice la vedova del commerciante ucciso col bitter «Ma ne era innamorata?» le è stato chiesto -« Sì. L'ho detto anche ai giudici »-« Se fosse assolto, se risultasse che l'assassino è un altro, lei lo sposerebbe? » - « Mai, per carità » (Nostro servizio particolare) Imperia, 4 marzo. « Se Renzo Ferrari venisse assolto, se i giudici, cioè, dicessero che con assoluta certezza non è stato lui ad uccidere Tino Allevi, lei signora, lo sposerebbe? ». Renata Lualdi, alla domanda, non ha mostrato né di essere sorpresa ne, tanto meno, di essere seccata. Si è limitata soltanto a dare uno sguardo al giornalista che l'aveva interpellata così bruscamente. Poi ha risposto senza un attimo di esitazione: «Mai, per carità di Dio! Ho sempre rifiutato di seguirlo ogni qualvolta me l'ha chiesto e non era, allora, accaduto nulla: perché ora dovre, cambiare idea? Non potrei: i#mlei figli sanno troppo bene quanto male egli ha fatto al padre loro». « Ma se risultasse chiara¬ mente che l'assassino è un altro? » si è insistito. « Sarebbe lo stesso — ha replicato Renata Lualdi — il male a mio marito glielo ha fatto anche quando era in vita». E, anziché sfuggire le richieste di spiegazioni, come finora c sempre avvenuto, è rimasta in attesa che ne arrivassero delle altre. L'udienza era stata interrotta da qualche minuto. Renata Lualdi aveva concluso il suo interrogatorio: non sembrava affatto stanca, si mostrava calma, quasi sollevata. E le richieste di spiegazioni puntualmente sono arrivate. « Ma che tipo è questo dottor Renzo Ferrari?» ha voluto sapere un giornalista. Renata Lualdi si è aggiustata con un gesto istintivo, quasi meccanico, il collettino formato da due piccoli risoni e ha spiegato senza alcun imbarazzo: «E' un tipo abbastanza comune, un ingenuo, forse un sempliciotto. Si presentava abbastanza bene, era educato, gli piaceva parlare molto: tutto qui ». Ma ha aggiunto subito dopo, quasi in fretta: «A me comunque piaceva». «Ne era davvero innamorata? » ha insistito un altro giornalista, fatto più audace dall'arrendevolezza di colei che con tanta facilità ora si lasciava intervistare. «L'ho detto anche ai giudici — ha spiegato la signora Lualdi. nient'affatto preoccupata di tante domande così indiscrete — ne ero anzi molto innamorata». «E fino a quando lo è stata?» si è voluto sapere. « Fino al momento in cui — ha risposto — non ho lasciato la cascina nel Novarese, fino al momento in cui cioè non mi sono trasferita ad Arma di Taggia ». «Lontano dagli occhi, lon tano dal cuore? ». Renata Lualdi non ha rispo sto, ha fatto finta di non avere sentito. Ancora una domanda: «Scu si, sa, signora, ma che impressione le ha fatto il dott. Ferrari, soprattutto negli ultimi tempi? ». < Mi dava la sensazione che fosse diventato un po' matto — ha spiegato Renata Lualdi con un tono nella voce che sembrava denotare sempre maggior sicurezza. — Da prin cipio, certi suoi atteggiamenti mi fecero anche piacere. Poi, a poco a poco, cominciò a minacciarmi, ad ossessionarmi con la sua gelosia non giustificata ». «E adesso cosa fa, lei, come vive? ». < Adesso vivo lavorando — ha sottolineato — lavorando onestamente. Debbo pensare a; miei due figli. Ho trovato una occupazione presso un'azienda di fiori e spero che questa storia finisca presto, anzi prestissimo. Non posso più sentirne parlare. Dopo la morte di mio marito abbiamo perduto tutto, siamo finiti sul lastrico ». E si è allontanata per raggiungere la madre, che l'aspettava in una stanzetta alle spalle dell'aula. Renzo Ferrari aveva segai to dall'alto del banco degli im pittati la scena dei giornalisti intorno alla donna che, senza dirlo apertamente, vuole la sua condanna all'ergastolo. «Che ha detto?» ha voluto sapere curioso, poco dopo. < Che non vorrà mai diventare sua moglie, se lei dovesse essere assolto », gli è stato spiegato. < Ma veramente non ho mai avuto rii queste intenzioni — ha replicato lui — neanche prima: figuriamoci ora». < Ma per quale motivo lei, dott. Ferrari, non ha reagito quando la signora ha fatto riferimento a talune circostanze che non sarebbero mai avvenute o che, comunque, sarebbero soltanto parzialmente vere?» .17/1' è stato chiesto. Si è giustificato subito: c Avrei dovuto protestare, è 'vero; ma il presidente me l'avrebbe impedito». «Ne è proprio sicuro?» si insiste. « Io credo di si ». replica. Nessuno ha osato smentirlo. Guido Guidi Renata Lualdi attorniata dai giornalisti durante una pausa dell'udienza (Moisio)

Luoghi citati: Imperia, Taggia