Un cieco primitivo nazionalismo spinge ciprioti greci e turchi alla reciproca strage di Alberto Ronchey

Un cieco primitivo nazionalismo spinge ciprioti greci e turchi alla reciproca strage E' ASSURDO VEDERE NELL'ISOLA UNA VITTIMA DEGLI «IMPERIALISTI» Un cieco primitivo nazionalismo spinge ciprioti greci e turchi alla reciproca strage Non sono stati gli inglesi a gettare le due comunità l'una contro l'altra : essi rappresentano, anzi, la sola garanzia di pace - I fanatici dei due campi abbelliscono la propria lotta con ricordi storici o letterari, ma la realtà è assai più fosca e meschina -1 turchi (analfabeti al 70 %) non sono i diretti eredi dei grandi conquistatori ottomani, né i duri terroristi greci vendicano antichi delitti islamici - Cipro è semplicemente divisa da uno di quei feroci conflitti etnici che così spesso sconvolgono il « mondo nuovo » xenofobia che gli anglosas- (Dal nostro inviato speciale) Nicosia, marzo. Si dice che oggi il nazionalismo è dei paesi nuovi; ma non di rado i paesi detti nuovi sono vecchissimi. Vista dai Comet che volano a ottomila metri, l'isola di Cipro appare corrosa, consumata, dalla storia, quasi un velluto logoro, un'anticaglia. Fu dominata dai faraoni egizi, dai micenei dagli achei; la corazza di Agamennone, secondo il mito, venne forgiata da un re cipriota, e Teucro, fratello di Aiace, fondò la città di Salamina. Queste nuove esplosioni nazionali sono « primitivi sussulti * di popoli che ' hanno tre o quattromila anni. La soni definiscono lunatic non è il frutto d'una povertà di storia, o almeno non lo è sempre. Se è utile ricercare un legame fra gli odii tribali che oggi turbano tante regioni del mondo (ma diffidando delle teorie troppo facili) possiamo trovarlo nella geografìa più, che nella storia. E' sotto certe latitudini che il nazionalismo si surriscalda. C'è una lunga serie di duelli al sole, che costituisce il dato peculiare della nostra epoca: non solo greci e turchi a Cipro, ma indiani e pachistani, arabi e israeliani, malesi e indonesiani, etiopici e somali, algerini e marocchini, cinesi e russi sui confini del Sinkiang nel deserto dell'Asia centrale, jugoslavi e albanesi nelle regioni di Kossovo e Metochia. Durante l'assalto al villaggio di Kaimakli, una cipriota greca ha gridato al marito: « Sono turchi! Spara, non pensare che li conosci >. Quando l'ira delle donne supera quella degli uomini, la terra trema, anche se è < la terra d'amor piena e di piacere » descritta dall'Ariosto nelle rime sull'arrivo di Astolfo a Cipro, fra mirti e aranceti. «Voi sapete - m'ha detto Nicos Sampson, un leader degli estremisti greci — chi sono i turchi. Sono quelli che uccisero contro i patti Marc'Antonio Bragadino, ne svuotarono il corpo, lo riempirono di paglia e lo mandarono come trofeo al sultano >. Accadde nel 1571, e tuttavia pare a questi nazionalisti greci che se ne debba discutere. Vi è fra i greci e i turchi di Cipro un fanatismo cupo, simile a quello del cubano Guevara, il quale va dicendo che la sola cosa da fare per i sudamericani è sparare su ogni yankee che abbia superato l'età di quattordici anni. C'è una componente di psicopatia in questi fenomeni, che scoraggia ogni tentativo d'interpretazione articolata. Dire che siamo in presenza dell'irrazionale, nella storia di certi paesi, pare ad alcuni una spiegazione meschina e sbrigativa. 1 marxistileninisti, in simili casi, preferiscono parlare di nefaste passioni suscitate dalle contraddizioni interne dell'imperialismo. Ma che dire quando le stesse passtotii dividono gruppi nazionali che appartengono al mondo comunista? Da quindici anni l'avversione fra due paesi come la Jugoslavia e l'Albania non ha ritnedio: nemmeno i sovietici sono mai riusciti a mitigarla, limitandosi prima con Stalin a parteggiare per Hoxa contro Tito, e poi con Kruscev a parteggiare per Tito contro Hoxa. Questi fatti confutano le teorie di Lenin sulla natura del nazionalismo; oggi il Kommunist parla di nazionalnaja granichnost, ossia di ottusità, monomania nazionale, e rinuncia a spiegarla secondo l'ideologia. Eppure nel conflitto fra greci e turchi di Cipro s'è voluto vedere molto di più. Questa vicenda è stata attribuita alle fomentazioni dell'imperialismo, e soprattutto al divide and rule britannico: l'abbiamo letto sulle Izvestia e persino sull'Express. Gl'inglesi avrebbero messo i turchi contro i greci di Cipro per conservare le loro basi strategiche nell'isola. Se questo fosse vero, la « perfidia britannica » non conoscerebbe il mestiere suo: per salvare le basi aeree di Episkopi e Dhekelia dalle possibili rivendicazioni di Makarios, gli inglesi rischierebbero di farle bruciare nel fuoco d'una guerra civile da essi stessi provocata, e peggio ancora sfiderebbero all'autodistruzione il sistema Nato del Mediterraneo orientale, fondato sul buon volere fra Ankara e Atene. Lord Home sarebbe così cieco, da buttar via con l'acqua del bagno anche il bambino. Vi è stato un tempo in cui la diplomazia britannica puntava sui dissidi greco-turchi; ma almeno oggi, chi arriva a Cipro avendo prestato orecchio a simili teorie non riesce a conciliarle con quel che vede. Gl'inglesi non fanno che tracciare una green line dovunque greci e turchi si sparano; ancora sabato scorso un soldato britannico è stato ferito per essersi interposto fra i guerriglieri dell'Eoka e quelli della Tmt turca. La tesi che le due comunità vivrebbero in pace se appena gl'inglesi se ne andassero, è una delle più rudi contraffazioni di fatti elaborate negli ultimi anni. Certo, per lungo tempo gli inglesi governarono Cipro contro la volontà dei greci e mobilitando i turchi. Ma il modo stesso in cui fu ottenuta poi l'indipendenza, testimoniò costumi remoti da quelli delle nazioni già pervenute all'autogoverno. Non c'erano emuli di Gandhi a Cipro, né di Nehru; questo nazionalismo non fu nemmeno byroniano o garibaldino, come potè apparire da lontano. Ancora oggi la strada centrale di Nicosia, Ledra Street, è detta Murder Street, Lia dell'assassinio, a ricordo degli inglesi uccisi a sangue freddo su quei marciapiedi dal '55 al '59. Era quasi una scommessa, un gioco di Olimpia per i giovani dell'Eoka: da una finestra, o a distanza ravvicinata, sparavano sull'inglese a passeggio, qualche volta anche sulla moglie. C'è chi vanta di averlo fatto decine di volte, anche se gl'inglesi non erano nazisti, né Tueurs d'Algeria. Lo stesso partito comunista cipriota, l'Akcl, condannò quella guerriglia: gl'inglesi erano colonialisti, ma i loro nemici apparivano Mau-Mau in abiti europei, mentre lo stratega dellu '.otta, u colonnello Grivas, era già famoso per le spietate operazioni compiute in Grecia contro i comunisti Un alone di leggenda, persino rievocante le avventure di eroi classici, fu creato intorno ai protagonisti di simili imprese. Polycarpos Georkadjis. oggi ministro dclV'nterno, quand'era Ira gli uomini di Griras si faceva chiamare Houdini, ossia Nessuno ispirandosi al gioco di parole usato da Ulisse per ingannare Polifemo: un po' di favola omerica, per dire ch'era lecito uccidere gl'inglesi come ad Ulisse di accecare il gigante e nascondersi. Non c'è da stupire se una volta rimasti so/i con i turchi di Cipro, i giovani, che avevano imparato a uccidere a bruciapelo, pretendono ora di risolvere con le armi automatiche anche il conflitto costituzionale fra Makarios e il musuhnano Kuciul:. Quest'ultimo, il vecchio turco, a sua colta soffia sul fuoco. E' andato a dire ai suoi connazionali di Limassol e Ktima che non dimentichino d'essere i pronipolti dei grandi conquistatori del Cinquecento, gli eredi d'una civiltà che fu egemone. Tuttavia la madrepatria turca consiste oggi d'una popolazione, che per il 70 per cento è analfabeta; d'una terra, l'Anatolia, in cui i due terzi dei villaggi comunicano con le strade asfaltate solo d'estate e in primavera; d'una classe dirigente che si regge su colpi di Sta¬ to. La sola ragione di Kuciuk, nella crisi di Cipro, è che vi muoiono uccisi più turchi che greci. Gli allucinati nazionalisti di quest'arca del Mediterraneo hatmo un alibi verso gli occidentali: da vent'anni almeno, essi dicono, l'Europa non ha molto da insegnare, poiché è accaduto nel cuore dell'Europa che sei milioni di ebrei siano stati uccisi per essere ebrei, così come Stalin ha fatto scempio di tartari, kabardini, balkari, in¬ gusci e baltici. Tuttavia non si sfugge alla constatazione che spostandosi da nord a sud, il processo di formazione degli Stati indipendenti e le volontà nazionali di potenza sembrano ereditare il lato peggiore delle esperienze europee. Solo per penuria di mezzi e per arretratezza non ne nascono guerre distruttive come quelle d'Europa (Nasser non è un Hitler, soprattutto poiché l'Egitto non ha una Ruhr), bensì intrighi, conflitti locali e congiure. Mi l'wrretratezza dei mezzi, la impossibilità di esprimere tutto quanto vi è di latente, fa sì die — a differenza dell'Europa — questo mondo rifiuti ogni sentimento di colpa e conservi anche fra, gli eccidi pretese d'innocenza, insieme con la capacità di scatenarsi e rivendicare diritti, sospettarsi vittima del micino o dell'Occidente e riaccendere i suoi fuochi all'infinito. Alberto Ronchey