Moro avrà in settimana colloqui con i sindacati e gli industriali di Michele Tito

Moro avrà in settimana colloqui con i sindacati e gli industriali Dopo l'appello alla responsabilità di tutti Moro avrà in settimana colloqui con i sindacati e gli industriali Prima incontri separati per concordare con chiarezza la base delle trattative, poi riunioni generali - Lo scopo è di trovare un'intesa per un'equilibrata politica dei redditi - La Uil e la Cisl hanno dichiarato di aderire all'invito del governo - Ma rimane ancora l'incognita della Cgil che i comunisti hanno cercato di spingere ad agitazioni sempre più vaste (Dal nostro corrispondente) Roma, 2 marzo. La portata concreta dell'appello lanciato da Moro al Paese sabato scorso si precisa. L'azione governativa è tutta concentrata, ormai, nella preparazione degli incontri coi sindacati e gli imprenditori: l'obiettivo è quello di poter offrire agli uni e agli altri una piattaforma sufficientemente articolata di trattativa. E, coi ministri economici, Moro ha già oggi affrontato il problema della identificazione delle grandi linee della programmazione, nell'ambito della quale gli uni e gli altri dovrebbero poter trovare le contropartite certe ai sacrifici richiesti dalla difficile congiuntura. Il presidente del Consiglio non intende correre il rischio di un fallimento per <v mancanza di concretezza » nelle conferenze triangolari. 11 che significa che Moro non vuol presentarsi alle trattative forte soltanto di un richiamo alla delicatezza della situazione che impone autodisciplina: vuole proporre un piano quanto più possibile completo, ampiamente articolato, con scadenze di impegni e con chiarezza di limiti. Per questo ha deciso di adottare la tattica usata nelle trattative coi partiti per il programma di centro-sinistra: prima della conferenza allargata (imprenditori, governo, sindacati), incontrerà separatamente ciascuna delle parti interessate confrontando il punto di vista del governo, ad esempio, non con tutti i sindacati assieme ma, successivamente, con ciascun sindacato. Sulla base degli elementi che da questi contatti emergeranno. Moro definirà il piano del governo sul quale, poi, saranno chiamati a pronunciarsi, collegialmente, per un eventuale impegno comune, tutte le categorie interessate. L'importanza della scelta di questo metodo è. evidente. In primo luogo esso « aggancia >. più dilettamente le organizzazioni economiche rendendole partecipi della stessa elaborazione del piano governativo; in secondo luoRo limita, fin dove è possibile, il rischio di un fallimento o di un perdersi nell'assenza di concretezza; in terzo luogo costituisce già di per sé un fatto politico positivo che i sindacati non possono trascurare: considerati nella loro funzione autonoma, essi sono chiamati ad assumere responsabilità che hanno come contropartita una indiretta partecipazione, sia pure nella fase di elaborazione, di alcune linee economiche, all'esercizio del potere. Si può desumere che il Presidente del Consiglio si affidi, almeno in parte, a questo dato: i sindacati non possono trascurarlo proprio nel momento in cui il rifiuto della collaborazione minaccerebbe una crisi economica non priva ii gravi implicazioni di ordine politico. Una tale impostazione dovrebbe, inoltre, facilitare una revisione degli atteggiamenti ostili ad ogni proposta di programmazione di una parte del ceto imprenditoriale che non notrà, si pensa, rimanere neU'intrarfsigenza se i sindacati, nel nuovo ruolo che sono chiamati a svolgere, si dichiarano di^nosti a collaborare col governo. Infine, tutto ciò dovrebbe liberare il governo di centro-sinistra dalle remore che gli derivano dal persistere, in alcuni settori della magp-ioi-anza ohe lo sostiene, di uno stato d'animo « da assediati ». cioè dalla convinzione ohe a destra, e da parte degli imprenditori economici, vi sia la volontà di condurre una guerra economica per ragioni politiche. Tutto ciò troverà, si pre¬ vvnremcvcg vede, una prima verifica verso la fine della settimana: i primi incontri bilaterali (Moro - organizzazioni economiche) potrebbero cominciare domani, la prima conferenza collegiale dovrebbe esserci sabato. La Uil, che è riunita in congresso a Montecatini, ha già espresso in linea tii massima la sua volontà di partecipare al confronto, la Cisl è sulla stessa linea. E si ha la sensazione che i comunisti, dopo aver tentato di fissare un'ipoteca rigida sulla Cgil impegnandola nella lotta frontale al governo, avvertano ora la ri<icessità di lasciare al sindacato la responsabilità il una strategia più duttile, più capace, in sostanza, di tener conto degli interessi comuni e dei reali interessi dei salariati. Altro elemento che conforta l'azione governativa: la solidarietà piena, e totalmente impegnata, dei socialisti, che pur fanno parte della Cgil. Infine, si vanno chiarendo in senso positivo i termini delle divergenze di valutazione sul da farsi che erano emerse, ad esempio, tra l'on. Riccardo Lombardi (prima la programmazione, poi intesa coi sindacati per una « politica dei redditi » ) e l'on. La Malfa (intesa coi sindacati subito per una « politica dei redditi », considerata essa stessa la programmazione). Sono divergenze che vengono superate nei fatti dall'azione governativa e che risulteranno inesistenti quando ci si troverà di fronte ad un piano preciso di azione comune. In questo senso si è espresso, tutto sommato, l'on. La Malfa, che ha parlato stamane al congresso della Uil a Montecatini. Malgrado tutto questo rimane, anche nelle file del centro-sinistra, un diffuso scetticismo. Lo scetticismo (viene manifestato in vari jmodi e, soprattutto, si giui stifica con le difficoltà, per il j momento rilevanti, che si [oppongono ad un pronto im¬ pegno all'autodisciplina di tutti i sindacati. Ed è questo il sottofondo, implicitamente polemico, di una dichiarazione fatta dal ministro del Lavoro Delie Fave : « Gli stessi appelli rivolti agli operatori economici e ai lavoratori corrono il rischio di cadere nel vuoto se gli uni e gli altri non saranno messi di fronte alle loro precise responsabilità, che non possono emergere da posizioni genericamente moralistiche, ma da una concreta precisazione di fine da raggiungere e di metodo da adottare nell'interesse comune. Tutto questo sarà possibile realizzare soltanto in una politica di piano, la quale, accettando salari e profitti non più come un meccanico risultato del sistema ma come un dato del piano stesso, offra finalmente la possibilità di giudicare le categorie interessate sulla base di fatti concreti e non di formulo astratte ». Michele Tito

Persone citate: La Malfa, Moro, Riccardo Lombardi

Luoghi citati: Montecatini, Roma