L'enigmatico arcivescovo Makarios capo di un'isola straziata dalla guerra di Alberto Ronchey

L'enigmatico arcivescovo Makarios capo di un'isola straziata dalla guerra CIECA VIOLENZA TRA I MONUMENTI Dl UNA CIVILTÀ' TRIMILLENARIA L'enigmatico arcivescovo Makarios capo di un'isola straziata dalla guerra Appena cinquantenne, imponente ed abile, per mela è un prelato bizantino e per metà un avventuriero del Seicento - La sua oratoria, tonante e prolissa, accende l'entusiasmo dei greci; come diplomatico, è astuto, cinico ed inafferrabile - L'inglese Sir Hugh Foot, che lo ebbe avversario negli anni del terrorismo antibritannico, lo definisce un pericoloso giocatore d'azzardo (Dal nostro inviato speciale) Nh'osia, febbraio. Più volte s'è visto Sua Beatitudine l'arcivescovo Makarios III, presidente della Repubblica di Cipro, scendere dagli elicotteri militari che l'hanno condotto a perlustrare V < isola dei limoni amari >, guastala dai conflitti greco-turchi Anche in tali circostanze V Etnarca riusciva a non scomporsi, il mmmimmi imiiiiimiitiimiiimiiimii portamento eretto, la barba pettinata e fluente sulle croci e i collari bizantini. E poi l'abbiamo sentito parlare; il suo eloquio è tonante c prolisso, come quello dei metropoliti russi. Dicono che la lungaggine polemica sia un attributo peculiare dell'ortodossia. Makarios ha solo cinquantanni. La sua figura, fra i ciprioti greci, c venerata come furono già. in Oriente le immagini degli imperatori religiosi di Costantinopoli. Ogni astuzia legale che egli usa a conforto della sua politica s'immerge in un bagno di sacralità, che conviene ai gusti e agli interessi dei sudditi Prima d'essere eletto arcivescovo della chiesa autocefala di Cipro, egli studiò teologia e legge all'Università di Atene; era già canilidato a governare crii codice in una mano c l'icòna nell'altra. Durante la ribellione contro il regime coloniale, inglese, mentre il generale Griras guerreggiava sulle montagne, Makarios illustrava all'estero la causa nazionale. In America, allora, era popolare; gli furono offerte le chiavi d'oro di Boston e di Jersey City. Visitò la cor- te di Atene e poi Damasco, j Beirut, il Cairo: nel '55 as Sisfd alla conferenza afroasiatica di Bandung. Il fine di rinvila impresa diplomatica, parallela alla guerriglia, era J'EnosiS, l'unione con la Grecia. Ma Cipro era abitata anche da una cospicua minoranza turca, che si opponeva oll'Enosis: se Makarios aveva studiato ad Atene, il capo dei turchi, il medico Kucink, aveva studiato a Istanbul Nel '."iti, dopo il fallimento di un negoziato con gli inglesi, Makarios fu esiliato in un'isola dell'Oceano Indiano. Era l'anno di Suez e del nasserismo, a Londra tentavano un po' di vlttorianeslmo Si sa che nomini come Kentiatta nel Kenya (o prima ancora Nchru in Indiai hanno dimenticato analoghi torti subiti dagli inglesi, ma t dubbio che Makarios ne abbia perso memoria, anche se l'esilio fu confortevole e breve. Nel '57 fu liberato e si stabili in Atene, mentre a Cipro quarantamila paracadutisti e fucilieri britannici non riuscivano a contenere la guerriglia dell'Eolia sulle montagne di Troodos e di Kyrenia. A Zurigo e a Londra, nel '59, fu raggiunto finalmente un compromesso: ma fra Z'Enosis ro!nta dai oreci e la spartizione di Cipro reclamata dai turchi, già padroni dell'isola per tre secoli prima del regime coloniale inglese, non prevalse una indipendenza comoda. Anziché adottare un sistema cantonale di tipo elvetico, la Costituzione concedeva alla minoranza turca diritti di veto nell'esecutivo e nel legislativo. Le ragioni dei greci, l'S2 per cento della popolazione, erano forti, e militavano contro un simile compromesso serie preoccupazioni per l'efficienza dello Stato; ma la i Turchia reclamava garanzie, j speciali per motivi non trascurabili Basti guardare la '. carta g>. >qrafica: Cipro è co- -, me un .cigno staccato dall'Anatolia, a due passi d'i 1 Alessandretta. Makarios. al- ■ la fine, accettò ì patti dl Londra e Zurigo, che subor- ] dinavano ogni futura modi- i fleazionc dello status cipriota i all'intesa fra i governi di Atene, Ankara e Londra. Nonostante le difficoltà di j governo, Cipro ha prospera to in questi anni d'inelipcnd' nza, con i commerci agricoli e. le sue risorse di rame e amianto. Una industria americana era già sulle tracce del petrolio e gli inglesi concedevano un contributo di 12 milioni di sterline l'anno per il primo quinquennio dell'indipendenza. Durante lei conferenza di Belgrado fra i governi « non impegnali », nel settembre del 'Gì, a chi gli chiedeva conto delle, basi concesse alla Raf, in deroga agli statuti del mondo neutrale, Makarios rispondeva con eleganza giuridica che ejuclle aree non appartenevano al territorio della. Repubblica cipriota, essendo concesse non già in uso, ma in proprietà, alla Corona britannica, e dunque si trattava di un dato geografico, non di questione politica. E' singolare che di quelle stesse basi strategiche, i giornali ciprioti abbiano cominciato a discutere in tutt'altri termini solo da alcuni mesi, approssimandosi la scadenza elei quinquennio di aiuti finanziari da Londra e crescendo la forza dei comunisti del partito Alce.. A novembre del '63, Ma¬ l.arios decise che la Costi tnzione doveva essere emen data con l'abolizione del di ritto di veto concesso alla minoranza. In rjiicsto aveva ragione, almeno dal punto di vista dell'ordine interno; tuttavia commise l'errore di trasmettere le sue proposte all'esame del vice-presidente Kuciuk, capo della comunità turca, con un termine di quindici giorni: quasi un ultimatum. Inoltre ignorò gli accordi di Zurigo e di Londra, comunicando solo cper conoscenza > il suo progetto ai governi di Ankara, Atene e Londra. Da Ankara, Inonu rispose con l'orgoglio degli antichi sultani: un'opposizione immediata e minacciosa. Per negoziare sulla riforma costituzionale, Makarios avrebbe potuto offrire alla comunità turca di Cipro almeno concessioni economiche, a sollievo della povertà musulmana: essendo il 1S per cento della popolazione, i turchi participano solo nella misura del io per cento olla proprietà delle industrie e delle miniere. Ma venne meno ogni negoziato. A Natale, ebbero inizio a Cipro gli scontri a fuoco, con le lunghe notti elcgli assassina. La comunità turca, eli gran lunga-più debole anche se non meno brutale di quella greca, fu terrorizzata. I 106 villaggi misti di Cipro si divisero, nelle città furono innalzate barricate fra i quartieri turchi e greci, imponendo persino ad armeni e maroniti di premiere partito I 3S0 villaggi interamente greci e i 120 interamente turchi si armarono. | ' iniziando anch'essi la guerra J civile contro i vicini. Quando lo Stato fu radicalmente scisso in elue grandi mafie levantine pronte ad anni'n tarsi, fu chiesto l'intervento inglese, consenziente Makarios Nessuno sa che cosa Makarios sperasse itagli in glesi: forse che giudicassero i turchi fazione ribelle e faL'orissero la maggioranza. Ma e,ejgi l'odio elei greci investe anche loro, sospetti eli parteggiare pi r i musulmani ed esposti ai risentimenti \ f contro i! vecchio regime co- i i lonlale. Una volta, quest'isola affascinava gli inglesi: le città morte, i musei archeologici, la famosa costa degli Achei e il mare così diverso dal loro ocano color di ghi¬ fssccssldiiiiiiiiiiiiiiiiitliiiiiiiiliilillltliiiiiiiilllllllltllli sa. Oggi vogliono fuggirne: venga la Netto o l'Orni o chiunque a elistricare questo nodo saraceno. Se la diplomazia britannica fu incauta nel passato, oggi gli inglesi di Cipro ne pagano il prezzo ael usura. 1 ciprioti turchi temono di restar soli, prima o poi. Vivono come selvaggi nei loro rifugi, ma temono che sarebbe peggio se tornassero fra i greci. « Se la pietra cade sulle uova — elice un loro proverbio — peggio per le uova; se le uova cadono sulla fietra, peggio ancora Iter le uova». Lei guerriglia sarà- lunga: in certi luoghi, come, nel castello di Hilarion, che è in cima a una montagna a picco presso Kyrenia, piccole guarnigioni turche ormate al modo dei pirati moreschi sono elecise a resistere per anni. Era i greci, anche le ragazze- si addestrano alle armi automatiche comprate dai Balcani e dall'Egitto. Le soldatesse portano nomi da tragedia o elei mito: Elettra, Io, Afrodite, Iolanthe, Chloe. Questo popolo è persuaso di difendere l'ellenismo e persino la razza, quasi che non siano trascorsi tre secoli eli occupazione ottomana, fra il provveditorato veneziano c il regime coloniale inglese, nei quali i ciprioti greci' divennero falsi greci e i turchi falsi turchi, anche se l'integrazione non s'ebbe mai a causa delle religioni. E così benché le discenelcnti di Afrodite, nata dalle spume del mare eli Paphos, oggi siano mezze turche (molti loro trisavoli vennero tlalVAnatolia e dalla Siria) imbracciano il fucile contro i tu rchi. E' ti nazionalismo senza oggetto che prevale a Cipro, da imboscata e da taverna, simile a quello che elivide indiani e pakistani, etiopici e somali, algerini e marocchi ni. Ho visitato l'isola da un capo all'altro: lo straniero è. ferito soprattutto dal divario fra ciò che rappresentò nella storia questo mando e le presenti lotte tribali. L'eco delle fucilate è: più sinistra fra i ruderi classici, anche se dimenticati fra gli agrumeti e i gelsomini. Il clima eli terrore e el'asseelio si concilia col passalo solo a Famagosta, già teatro delle gesta eli Mustafa. e della crudele morte elei Bragadino, vcnelicato a. Lepanto, fra la torre di Otello e il bastione eli Martinengo. Guardanelo la campagna dall'alto della cittadella lusignana c veneziana, assopita nel silenzio, quasi ci si aspetta di veder sbucare fra i cedri c la ramaglia un cavaliere ariostesco: ma appare un gendarme turco in bicicletta, col fucile in mano. Dinanzi alla cattedrale gotica di Sun Nicola, oggi Moschea di Leila Mustafei Pascià, sotto un gigantesco sicomoro nuelo di color terra, i turchi aspettano il prossimo urto. Presso il porlo, i dockers greci, più, attivi, occupano le ore libere, a preparare sacchi da trincea con le sabbie bianche di Famagosta. Così è oggi Cipro, che, mi tempo fu Europa. E su questo vulcano regnei impassibile Makarios, et metà prelato bizantino e a metà cardinale do Retz. Egli manovra con sapienza c cinismo fra comunisti, borghesi nazionalisti c contadini superstiziosi. A'on contrasta lo passioni estreme dei ciprioti greci, le utilizza o lascia che vengano deluse. Si lascia sollevare dall'anela anglofoba, ma quando riceve l'ambasciatore britannico sembra eiuasi anglofilo. Giucca d'azzardo. Sir Hugh Foot, già governatore britannico eli Cipro, in un breve ritratto eli Makarios pubblicato daZSunday Times insieme con le sue memorie esprime questo giudizio: « Ammiro il polso dell'Arcivescovo, la sua abilità politica e la fiducia ohe nutre verso le proprie opinioni. Ma talvolta, penso dia eSU si diverta a rischiare, a spingersi sul precipizio, a or- dire le proprie astuzie contro chiunque altro. Io prego che un giorno non si spinga troppo lontano ». Alberto Ronchey

Persone citate: Hugh Foot, Leila Mustafei, Lepanto, Makarios Iii, Raf, Sun Nicola