Oggi l'Enel presenta la sua inchiesto sul Vajont di Fausto De Luca

Oggi l'Enel presenta la sua inchiesto sul Vajont Dopo quello della commissione nominato dal Governo Oggi l'Enel presenta la sua inchiesto sul Vajont I suoi risultati sono già stati esposti sabato dall'avv. Di Cagno (presidente dell'Ente elettrico di Stato) all'on. Moro - E' probabile che emergano nuove responsabilità Nostri, servizio particola: Roma, lunedi mattina. 11 consiglio dì amministraione dell'ente elettrico nazioale (Enel) esamina oggi il apporto sulla sciagura del Vajont elaborato dalla commissione d'inchiesta governaiva. Viene anche presa in same la relazione della commissione d'inchiesta nominata dallo stesso Enel all'indomani del disastro. I risultati di questa seconda nchiesta sono stati già espoti dal presidente avv. Di Cagno al presidente del Consiglio on. Moro in un colloquio avvenuto a Palazzo Chigi saato sera. Oggi, nel consiglio di amministrazione dell'Enel, 'avv. Di Cagno farà quindi onoscere anche il pensiero dell'on. Moro in merito ai provvedimenti da adottare in base alle responsabilità accerate. II compito dell'Enel si preenta assai delicato sotto queto profilo. L'ente elettrico, he con la nazionalizzazione ha ereditato non solo gli impianti ma anche gran parte del personale direttivo della Sade, deve infatti rispondere delle responsabilità ricadenti nel periodo della sua gestione (dal marzo 1963), ma In elazione ad una situazione ostituitasi nei vent'anni pre cedenti, in regime di gestio ne privata. Inoltre, l'Enel tro va da un lato il rapporto dela commissione Bozzi che im puta agli organi della Sade una serie di gravi inadempi menti, dall'altro lato è a conoscenza di un fascicolo distribuito dalla stessa Sade per smentire ogni e qualsiasi irregolarità nella complessa vicenda del serbatoio del Vajont. Che orientamento avrà la relazione dell'inchiesta Enel? Confermerà i rilievi e le conclusioni del rapporto Bozzi o se ne discosterà? Una risposta la si avrà oggi stesso se, come è prevedibile, l'Enel avrà avuto cura di far stampare le copie della sua indagine, per metterle a disposizione della stampa. Il punto centrale, ad ogni modo, sta nella conferma o nella smentita di quanto dice a Commissione governativa in merito ai problemi che poneva 'invaso del serbatoio oltre la quota di 700 metri. All'atto di chiedere l'autorizzazione a portare l'invaso a quota 715, 'Enel-Sade non fece conoscere agli uffici pubblici, che dovevano dare l'autorizzazione, e prove effettuate su modello e i relativi risultati. Spostando l'accento dai pubblici uffici al l'Enel-Sade, il rapporto Bozzi afferma che « l'autorità di controllo, se avesse conosciuti i risultati delle prove, assai prò babilmente non avrebbe autorizzato il maggior invaso ovvero avrebbe imposto misure pre cauzionali ». Sempre per quel che riguar da l'Enel-Sade. la Commissione aggiunge che < le risultan ze delle prove su modello pre vedevano che oltre l'invaso di 700 metri la caduta di una fra na avrebbe potuto avere conseguenze dannose, accentuan: tisi gradatamente, fino a diventare manifestamente, impressionanti al massimo invaso, anche per' la zona a valle della diga, cioè lato Longarone*. Tuttavia «M superarono i 700 metri fino a 710 senza prendere precauzioni per l'eventuale caduta della frana».La Commissione specifica ancora: «Se si fossero tenuti presenti con maggiore margine di sicurezza le prove su modello, poiché la quota del lago superava i metri 700, misure più ampie si sarebbero dovute prendere nei riguardi di una ondata tracimante la diga verso Longarone e la valle del Piave. Ciò tanto più in quanto la sospensione delle prove su modello non permetteva una valutazione adeguata degli effetti che tale ondata avrebbe potuto produrre. Per concludere, i tecnici presero le precauzioni con riferimento olle previsioni suggerite dalle prove su modello con il serbatoio a quota 700: al momento della frana il lago, in fase di svaso, aveva ragaiunto la quota 700,1,2 ». Come si vede, a giudizio della relazione Bo?zi le resnonsabilità dei tecnici dell'Enel-Sade (a prescindere da quelle antecedenti della Sade) risultano esattamente indicate e fortemente sottolineate. Se esse saranno confermate dall'inchiesta svolta rial nrof. Frattin! per conto dell'Enel, evidentemente dovranno essere adottati severi provvedimenti, che saggiungeranno a quelli immediatamente disposti dal ministro dei Lavori puhhlici e dal ministro dell'Interno ner i funzionari alle loro dinenrienze. Fausto De Luca dpgctmsdssptvazo0dsptn di un socio del sodalizio, scomparso nella sciagura, ha. tagliato il nastro tricolore. Successivamente il dottor Malfettani ha. consegnato con commosse parole lo spaccio al presidente Giorgio Pioggia, uno dei pochi amministratori del sodalizio sopravvissuti al disastro del Vaiont.

Persone citate: Bozzi, Di Cagno, Frattin, Giorgio Pioggia, Malfettani

Luoghi citati: Longarone, Roma, Vajont