Il Papa esprime al Patriarca Atenagora "la volontà di avviarsi alla riconciliazione,,

Il Papa esprime al Patriarca Atenagora "la volontà di avviarsi alla riconciliazione,, MEZZ'ORA DI COLLOQUIO FRA I CAPI DELIE DUE CHIESE A GERUSALEMME Il Papa esprime al Patriarca Atenagora "la volontà di avviarsi alla riconciliazione,, Lo storico incontro si è svolto ieri sera in una saletta della Delegazione apostolica - Il Papa ha rivelato che Giovanni XXIII aveva ardentemente desiderato quest'occasione di riprendere un dialogo interrotto cinquecento anni fa - « Le vie che conducono all'unione potranno essere lunghe e cosparse di difficoltà — ha detto il Pontefice — ma convergono l'una verso l'altra e in definitiva raggiungono le fonti del Vangelo. Divergenze di natura dottrinale, liturgica e disciplinare saranno esaminate a suo tempo e nel luogo opportuno: quel che possiamo e dobbiamo ora cominciare a sviluppare è la fraterna carità» Da uno dei nostri Inviali Gerusalemme, lunedi mattina Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora, capo spirituale di centocinquanta milioni di cristiani greco-ortodossi, si sono incontrati ieri sera a Gerusalemme. Il colloquio, destinato a segnare una tappa eccezionalmente importante nella storia della cristianità, si è svolto in una saletta al pianterreno della Delegazione apostolica sul monte degli Ulivi. Nessuno ha assistito all'incontro: un centinaio di persone ha atteso davanti alla sede della rappresentanza diplomatica cattolica l'arrivo del Patriarca, il quale è giunto alle 21,35 Ad incontrare Atenagora sulla soglia si è fatto il cardinale Tisserant, il quale ha cordialmente salutato il Patriarca e lo ha accompagi.ato verso la saletta in cui lo attendeva il Pontefice. Il Capo della Chiesa di Roma e di quella di Costantinopoli si sono abbracciati dopo essersi stretta la mano; quindi Paolo VI si è seduto su una poltrona rossa, invitando Atenagora ad accomodarsi accanto a lui, in una poltroncina più piccola. Era previsto che il Papa prendesse posto su un trono dai braccioli dorati, sormontato da un baldacchino, ma egli ha preferito cancellare l'etichetta, rendere più fraterno l'incontro. Paolo VI e Atenagora, che insieme rappresentano ottocento milioni di cristiani spai' si in tutto il mondo, hanno conversato e pregato insieme mezz'ora. Il Papa ha accolto con queste parole il Patriarca: < Grande è la nastra emn-zione, profonda la nostra gioiain quest'ora veramente st.ori-ca, in cui, dopo secoli di si-lenzio e di attesa, la Chiesacattolica v V "Ortodossia" mio vomente si rendono presentinella persona dei loro rappre-sentanti più alti. < Grande e. profonda è r,l-tresì la nostra riconoscewsaverso di Lei, che ha voluto la-sciare un istante, la sua sedepatriarcale per venire qui, in contro a noi. tMa e innanzitutto a DioMSignore della Chiesa, che sai-nono gli accenti della nostraumile gratitudine « Un''antica tradizione ori-stiano ama vedere il " centrodel mondo" nel punto in cuifu piantata la Croce gloriosadel nostro Salvatore, dal qualeegli "innalzato da terra, at-trae tutto a sé". < Era conveniente — e laProvvidenza ha permesso —che in questo luogo, in que-sto centro pur sempre sacrne benedetto, noi, pellegrini diRoma e di Costantinopoli, po-Ricordo di Papa Roncalli tessimo incontrarci e unirci in una comune preghiera. € Ella ha desiderato questo incontro fin dal tempo del no stro indimenticabile predeces-sore Giovanni XXIII, per il quale Ella non aveva nascosto la sua stima e simpatiaapplicandogli, in una stupenda intuizione, le parole dell'Evangelista: " inviato da Dio, chiamato Gio- vanni ". < Lui pure aveva bramato (litesto incontro, come Ella ben sa quanta noi; ma la sua morte repentina non fili por¬ mise di tradurre in realtà questo voto del cuore, < 1>P parole del Cristo: "Che essi siano una cosa sola! Ut unum sint! ", tornate più volte sulle sue labbra di moribondo, non lasciano dubbi su una delle sue intenzioni più care, prr le quali culi offrì a Dio la s'in lunga agonia e la sua vita\ preziosa. 'Certo, da una parte come dall'altra, le rie che conduceno all'unione possono essere Munghe, e piene di difficoltà. Mn lc <Ulr strade convergono U'una verso l'altra, e giungo"° nllc sorgenti del Vangelo. E non è di buon auspicio, che V°dier"no incontra si compio s" f/'"'-s''" terra, ove il Cristo ""- fondato la sua Chiesa, e versato il suo sangue per essa? Questa è, in ogni caso, una manifestazione eloquente della profonda volontà che. grazie a Dio. ispira sempre di piii tutti i cristiani, deqni di questo nome: cioè, la volontà di lavorare al line di snperare \r divisioni, e abbattere hc barriere, la volontà di imp,gnarsi risolutamente ne'.la r.ia che conduce alla riconciliazione. < Le divergenze ili ordine dottrinale, liturgico, disciplinare, dovranno essere esami nate, a tempo e luogo, in uno spirito di fedeltà alla verità, e di comprensione nella carità. Ma ciò che fin d'ora può e deve progredire, è questa carità, fraterna, ingegnoso nel trovare nuove forme in cui manifestarsi: una carità che. traendo ammaestramento del possalo, sia disposto a perdo- nare. incline a credere più vo- lentieri al bene che al male, premurosa anzitutto di conformarsi al Divino Maestro, e di lasciarsi attirare e trasformare da lui. < Di questa carità siano simbolo ed esempio il bacio di pace che il Signore ci ha concesso di scambiare su questa terra benedetta, e la preghiera insegnataci da Gesù Cristo, che siamo sul pulito di recitare insieme. <.Non possiamo compiutamente esprimere quanto il suo gesto ci abbia commosso, e non soltanto noi personalmente: è la Chiesa romana, è tutto intero il Concilio ecumenico, che prenderanno atto, con gioia profonda, di questo avvenimento storico. Nuovi feconii incontri « Per quanto ci tocca, noi eleviamo a Dio una preghiera riconoscente, e gli chiediamo di aiutarci a proseguire su questo commino, e di effondere su di Lei e su di noi, che l'abbiamo intrapreso nella fede e nella confidenza, la ben/dizione che ne assicurerà i felici risultati. € Con questi sentimenti non vi diamo un "addio", ma, se permettete, un "arrivederci", fondato sulla speranza di nuovi e. fecondi incontri, in nomine Domini » Alle parole di Paolo VI il Patriarca di Costantinopoli ha risposto con un discorso il cui testo sarà reso noto soltanto stamani; è molto probabile che il Vaticano e il Patriarcato greco-ortodosso autorizzino anche la pubblicazione di un comunicato congiunto, dopo la restituzione della visita che il Pontefice farà oggi ad Atenagora nella sede del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, che sorge a meno di mezzo chilometro dalla Delegazione apostolica. Il commiato fra le due eminenti personalità religiose è stato commosso: Paolo VI. che aveva recitato in greco e in i latino il t Pater Noster », in-1 ginocchiato al fianco di Ate- i nagora, lo ha abbracciato fraternamente. Atenagora è uscito dal col- I loquio con il Papa alle 22,12] (ora giordana). L'incontro fra: i capi delle due Chiese è stato il primo del genere da oltre cinquecento anni: nel 1439, al Concilio di Firenze, Papa Eugenio IV e il Patriarca Giuseppe II tentarono invano, per l'ultima volta, di riparare ai danni spirituali provocati dallo scisma del 1054. Il Patriarca di Costantinopoli era arrivato poco dopo mezzogiorno all'aeroporto di Gerusalemme, da Rodi, dove era giunto sabato sera. Prima della partenza Atenagora aveva celebrato nella cattedrale di Rodi una Messa in suffragio del presidente Kennedy, alia presenza delle autorità consolari e di una numerosa folla. All'aerooorto dell'isola, circondato dai giornalisti, il capo dei greco-ortodossi di Istanbul aveva dichiarato: « // Patriarcato proclamerà l'isola di patmo, dove San Giovanni scrisse l'Apocalisse e dove soggiornò San Paolo, isola sacro della Cristianità. Il sistema amministrativo di tutta l'Ortodossia sarà riveduto: c questo l'annuncio che darò a Paolo VI, che sono impaziente di vedere e di abbracciare, e con il quale desidero rallegrarmi per l'iniziativa che egli ha preso per un nostro incontro sui Luoghi Santi di Cristo, a cinquecento anni di distanza dall'ultimo incontro di un Papa con un Patriarca di Costantinopoli », Fraternità di fede L'intenzione di onorare l'attuale Pontefice e il suo immediato predecessore — i cui nomi corrispondono a quelli dei due Santi che vissero a Patmo — è evidente nelle parole di Atenagora, il quale da anni cerca un riavvicinamento con la Chiesa di Roma e in quest'opera di unione ecumenica ha trovato fin qui, nel mondo ortodosso, molti consensi, ma anche moite critiche. E' di ieri l'ultimo gesto di ostilità compiuto indirettamente nei suoi confronti dal primate ortodosso di Grecia, Chrisostomos, il quale ha vietato ai vescovi di Salonicco e di Giannina, da lui dipendenti, di accettare l'invito loro rivolto da Atenagora perché lo accompagnassero a Gerusalemme per incontrarvi Paolo VI. L'invito è stato invece accolto dal vescovo di Verria, nella Grecia settentrionale, che si è unito al Patriarca di Costantinopoli a Rodi. Il capo spirituale della Chiesa ortodossa era stato salutato all'aeroporto di Gerusalemme da re Hussein, il cui intervento era assolutamente inatteso ed ha contribuito a dare solennità all'avvenimento. Molti prelati cattolici, ortodossi, copti si erano recati all'aeroporto. Fra il patriarca greco-cattolico Maximos IV Saigh e Atenagora c'era stato un abbraccio caloroso, preludio all'atmosfera di grande fraternità di fede in cui si è svolto, quaicne ora dopo, il colloquio fra Paolo VI e il capo della Chiesa ortodossa di Costantinopoli. f. r. \ Il patriarca Atenagora salutato all'arrivo a Gerusalemme da Hussein di Giordania {Telefoto) dllipsLqlcndacqns La visita del Papa in Terrasanta si conclude col ritorno ad Amman da dove Paolo VI riparte per Roma