«I prigionieri che uccidevo col veleno mi chiesero di iniettarlo nel cuore per morire più in fretta»

«I prigionieri che uccidevo col veleno mi chiesero di iniettarlo nel cuore per morire più in fretta» Allucinanti deposizioni al processo contro i 22 nazisti di Auschwitz «I prigionieri che uccidevo col veleno mi chiesero di iniettarlo nel cuore per morire più in fretta» L'ex-sergente delle SS Josef Klehr ha assassinato con l'acido fenico 300 internati, a gruppi di 12 per volta « Erano così magri che non riuscivo a trovare la vena per l'iniezione » - A un commento del Presidente l'imputato risponde : « Non si trattava di avere una coscienza : erano ordini, e agli ordini non si poteva disubbidire » (Nostro servizio particolare) Francoforte, 30 gennaio. « Brano talmente magri che non riuscivo a trovare la vena per iniettare il veleno ». Con queste parole, Josef Klehr, exsergente maggiore con incarichi di infermiere e di assistente di laboratorio al campo di sterminio di Auschwitz, ha iniziato oggi la sua drammatica deposizione al processo contro i 22 criminali di guerra nazisti. Josef Klehr ha oggi 59 anni ed ha conservato il comporta- mento e la maniera di esprimersi dell'ex-militare di carriera. Ha reso tutta la sua deposizione, che ha occupato quasi l'intera mattinata dell'udienza odierna, rimanendo in posizione di attenti davanti al tribunale ed ha risposto con schiettezza e rudezza militaresca alle domande del presidente. F.' stato uno dei pochi imputati di questo processo che abbia, sia pure parzialmente, ammesso le sue responsabilità. AI suo nome il capo di imputazione dice: « Colpevole di avere partecipato alla selezione degli internati del campo di Auschwitz per le camere| a gas e di avere praticato ai detenuti iniezioni di acido fenico per provocarne la morte». Presidente — Che cosa avete da dire circa le accuse che vi vengono mosse? Imputato — Nego di avere partecipato alle selezioni di massa per le camere a gas, ma ammetto di avere pratica- dpvtegteeotigdasmns.qi ll1 idinisj \q)£ tPresidente — A quanti? iImputato — Saranno stati\n250 o 300. InPresidente — Che cosa im-lppiegavate? ì p | Imputato — Una soluzione di acido fenico. La morte era pressoché istantanea. Non avevano il tempo di accasciarsi a terra che erano già morti. Presidente — Non vi ripugnava la coscienza commettere tali delitti contro degli esseri indifesi? Imputato — Afi era stato ordinato di farlo. Sebbene ritenessi che si trattava di cosa ignobile non potevo andarlo a dire ai miei superiori. Mi avrebbero fucilato. Per i miei superiori ero soltanto un numero. Proprio come gli internati. Del resto se non lo avessi fatto io lo avrebbe fatto .qualche altro. i presidente — La vostra mollale è molto personalistica. 1 Imputato — Non si tratta idi morale o di coscienza. Eraino ordini e agli ordini non isi poteva disubbidire. j Presidente — Parlateci di \qucste iniezioni. Imputato — Erano fiale che e o n i à i e i )£ tri cubi di acido fenico ed inizialmente venivano sommi\nlstrate ,tc; braccio dei prigio Inferi. Ma poi furono gli stessi lprigionieri che mi chiesero di ì praticargliele nel muscolo car- iliaco. In questo modo la morte sopraggiungeva più, rapidamente. Nel braccio le iniezioni erano difficoltose perché erano talmente magri che non riuscivo ad infilare l'ago in una vena. Presidente — Perché venne affidato a voi il compito di praticare le iniezioni? Imputato — Fu per caso. Un giorno vidi un mio aiutante nella infermeria, un internato, che accompagnava un altro, nudo, nella cantina della infcrmeria. Gli chiesi dove lo portasse. Il mio aiuto mi rispose: « Il medico capo delle SS mi ha ordinato di fare una \iniezione ai prigionieri che vengono troppo spesso in infermeria ». Mi rivolsi al mio superiore e gli dissi che era una vergogna che i prigionieri si uccidessero tra di loro. Allora egli mi ordinò di praticare io le iniezioni. Ho ucciso da 250 a 300 prigionieri in questo modo, in gruppi di 12 o 15 alla volta. Pubblico Ministero — Bicordo alla Corte che le iniezioni di acido fenico venivano praticate a quegli internati che per le loro condizioni di salute non erano più in grado di svolgere un lavoro utile nel campo. Andavano troppo spes'so ininfcrmerla e pertanto dovevano essere eliminati rappresentando soltanto un inutile peso. Circa 10 ?ni(a fnfrrnnft complessivamente vennero uccisi con questo metodo. L'imputato ha risposto per tutto il tempo della sua deposizione alle domande del presidente come se si trovasse di fronte ad un ufficiale delle SS. Alle domande che chiedevano una semplice affermazione o negazione, ha risposto « jawohl » oppure «nein», erigendo la testa e, se possibile, accentuando ulteriormente la sua a a n a a o , e l é;P05Ìzione di attenti. Klehr era 'una SS nel campo di concen¬ tramento di Dachau, nei pressi di Monaco di Baviera, prima di essere trasferito ad Auschwitz nel 1941. Imputato — Chiesi frequentemente di essere mandato in prima linea per farla con quella vita, ma tutte le mie domande vennero respinte. Tuttavia (ha aggiunto orgogliosamente) sono sempre stato promosso di grado a mano a mano che giungeva il momento delle mie promozioni come se fossi stato al fronte. In precedenza era stato interrogato un altro imputato, il dottor Viktor Capesius, il quale ha negato che nella sua qualità di farmacista capo del campo egli abbia fornito l'acido fenico per le iniezioni agli internati. Il processo continua domani. m. c. unira

Persone citate: Josef Klehr, Viktor Capesius

Luoghi citati: Francoforte, Monaco Di Baviera