La difesa dice che Silvano Muto fu la vittima del «caso Montesi»

La difesa dice che Silvano Muto fu la vittima del «caso Montesi» La difesa dice che Silvano Muto fu la vittima del «caso Montesi» « Pubblicò i risultati di una propria inchiesta giornalistica, ma non fece nomi, non calunniò Piccioni e Montagna » - L'arringa del patrono prosegue oggi (Nostro servizio particolare) Roma, 30 gennaio. «Silvano Muto non ha commesso alcun reato; al tempo in cui dirigeva il settimanale iAttualità si limitò ad informa¬ I re ,}\°?m'"ìe /'"'''''"'» 'lei rigiornalìstica, senza fare alcun 'nome » Così ha sostenuto sta- [| j mane il difensore, avv. Giusep-1|pe Bucciante, dinnanzi ai giù- dici della terza sezione del Tribunale che devono stabilire se Anna Maria Caglio e il puh blicista siano colpevoli di calunnia nei confronti di Piero Piccioni e Ugo Montagna. L'arringa, interrotta stasera, proseguirà nell'udienza di domani. La sentenza è prevista per la P»'°3Sima settimana, l ^ ^ Piccioni di essere , ueutt i-tepwuiijica 111 ivuiuu, eneiiaveva invitato tutti i cittadini' a riferire notizie utili all'ac-\leertamento della verità sulla ; 1 »iIi responsadi Wilma dell'uccisione Ii'fJJ.^^f^^L10?..^1, cl IMontesi. Quando la Procurai'misteriosa storia di Torvaja-nica, interrogò Muto, egli s: limitò a dire, dopo aver ester-nato i propri sospetti: «Valuti|ha la signoria vostra la portata di queste rivelazioni ». Ricordato che le indagini scaturite dalle rivelazioni di Muto furono in un primo momento archiviate e il pubblicista rinviato a giudizio per divulgazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico, l'avv. Bucciante detto che Muto, quando venne interrogato come ìmpti tato, fu costretto a fare i nomi delle sue fonti di informazione: Adriana Concetta Bisaccia e Anna Maria Moneta Caglio. Fu la Caglio che gli fornì la fotografia di Montagna assieme a Piccioni, foto che avrebbe interessato anche il più sprovveduto giornalista,perché legava Piccioni alla te- nuta di caccia di Capocotta,presso la quale fu trovato ilcadavere della Montesi. «La ]polizia — ha affermato il pe nalista — non fece alcuna ia\'lagine sulla tenuta di Capocotta e sulla Società Sanberto, di cui Montagna era amministratore. E Capocotta irai \','' \_!~ : nobili, tutti amici del marche A^e di San Bartolomeo. Noi dun\'l"r abbiamo soltanto accusa]'0 1,1 Polizia di aver condotto avrebbe dovuto interessare la polizia, dato che vi si davanoconvegno tante persone, comi prelati, generali, magistrati.Ile indagini in maniera scon- ,.r,-tante» .\ questo proposito, il difen spre ha ricordato le dichiara-| zioni fatte da monsignor An- gelinì il quale, dopo una gitaL a Capocotta. disse ai prof. Gedda «Ma da che razza dl| ,-rc.io s< -sono eapita^ ^ L\J...l^Zu, "avocato -I pPT fare bagn^ per ,„ me. |renela, pcr vedere il tramonto, l'alba e la luna. Quando Muto seppe che Montagna e Piccioni erano amici, è. naturale che legasse questo fatto alla fine della MOlitesi e che pensasse [alla tenuta di caccia ». Il difensore ha ricordato che, dopo aver raccolto informazioni sul « caso Montesi », il pubblicista conobbe la Caglio, dal|la quale ebbe nuovi elomenti 1apprese, ad esempio, che Moti tagna e Piccioni si conosceva no. entrò In possesso della foto dei due, che nel clima i . ,. '",' .una ''"U"^" «' anni \';he vlPne " R"m" '" rerca <>' :'"'"''"' r!lP- si innamora di un arroventato dì quei tempi non poteva non destare un immenso interesse. Secondo l'avv. Bucciante, Sii vano Muto non si ritenne il paladino della verità; egli non avrebbe il temperamento spe ricolato e l'atteggiamento sfi dante della Caglio. Egli ehbe subito la sensazione che quel la inquietante storia dovesse essere messa da parte. La Ca glio. invece, si suggestionò sempre di più: «Mettetevi i, 'ha detto l'avvocato — nei pan- iebe si trova al centro "' """ clamorosa vicenda, e ,''"'"'"" mal di pancia con ]"" uvvelenamentò e pensa di essere assassinata da Monta gnu. Questi un giorno le disse: "Chi tradisce muore" e la minacciò di mandarla via con il foglio obbligatorio. Ma aveva tutte, le ragioni per togliersi di mezzo quella ragazza che ficcava il naso dove non doveva, che si interessava di tutto per apprendere una verità che non esisteva ». Con queste parole il patrono ha concluso la prima parte della •uia arringa g_ g_

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