Tra i bambini che tornano in classe

Tra i bambini che tornano in classe Un "ponte dell'amicizia,, con le scuole del paesi devastati Tra i bambini che tornano in classe La zona è ancora sconvolta, sommersa da un'atmosfera di tragedia - Ma i ragazzi dei villaggi perduti hanno trovato affetto e nuovi compagni: ricominciano a sorridere, nelle aule di fortuna o nelle scuole dello sfollamento (Dal nostro inviato speciale) Belluno, 26 ottobre. Un ponte di amicizia e di solidarietà è stato gettato fra Torino e Longarone, fra i bimbi piemontesi e quelli del Cadore. Quattrooentosessantadue -scolari dette none devastate hanno avuto una busta contenente un breve affettuoso messaggio (<Un segno di solidarietà fra i bambini del Piemonte e quelli del Va-! jont >) e un biglietto da diecimila lire. Inoltre hanno avuto una copia del libro Cuore in edizione di lusso, riccamente illustrata, offerta da Specchio del tempi sema intaccare i fondi della sottoscrizione. Tra le offerte per le vittime del Vajont si sono visti lunghi elenchi di somme versate da bambini che hanno dato i loro risparmi o hanno rinunciato a un giocattolo, e colonne di cifre raccolte in moltissime scuole. E' stato un commovente plebiscito dei più piccoli amici de La Stampa a favore delle famiglie venete colpite dall'immane disastro. Una insegnante, la professoressa Margherita Cini, offrì too mila lire, chiedendo che la Somma fosse divisa fra gli scolari di Longarone, che sono rimasti quarantatre. Toccavano poco meno di cinquemila lire ciascuno. Le too mila lire dell'insegnante sono state integrate con altre tSO mila lire lunedì scorso, e un nostro collega portò ai quarantatre scoiuri superstiti diecimila ?ire ciascuno e la copia del Cuore. L'iniziativa ha suscitato commenti cosi simpatici, che La Stampa ha deciso dì destinare parte dei fondi della sottoscrizione per estendere il dono agli scolari dei centri più duramente colpiti. Crediamo che tutti i ragazzi che hanno partecipato alla nostra sottoscrizione approveranno questo gesto di solidarietà: le loro offerte, subito giunte sul luogo del disastro, sono state trasformate in tanti biglietti da diecimila lire, già distribuiti personalmente a quattrocentosessantadue ragazzi (compresi quelli di Longarone capoluogo) nelle scuole di otto paesi in cui sono raccolti gli alunni di una decina di villaggi. I fanciulli piemontesi che hanno partecipato all'affettuosa manifestazione di solidarietà (e con loro i ragazzi detta Liguria, detta Lombardia e di altre regioni che hanno aderito alla sottoscrizione), vogliono seguirci nell'itinerario — non breve e non facile — alla ricerca degli scolaretti del Vajont t Abbiamo cominciato la di¬ szanshRfsncèdsgnncpiltma i e o i e a i o — l ¬ stribuzione a Codissago, frazione di Castellavazzo: vi si arriva con un lungo percors'o nella zona più devastata, fra strati di fango e sassi che hanno spianato tutte le case. Reparti di alpini e vigili del fuoco, muniti di maschere, stanno cercando con macchine escavatrici i cadaveri ancora sepolti. La parte alta di Codissago è stata risparmiata dall'urto dell'acqua, ma le zone più basse sono state distrutte. L'insegnante di Codissago, signorina Pierina Vozza, è in casa nella parte alta del paese: < L'edificio scolastico — ci dice — è salvo e le lezioni riprenderanno lunedi ». Saranno in aula sessanta bambini; le lasciamo altrettante buste contenenti diecimila lire e sessanta libri Cuore. Nella piazza del paese siamo circondati da gruppi di abitanti; ringraziano i sottoscrittori de La Stampa, rievocano i minuti paurosi del disastro. Ognuno racconta un episodio. Ne citiamo uno solo « Forse non lo crederà — ci dice uno scampato, Giacomo Olivier — ma lo, mia moglie e il mio bambino ci siamo salvati per l'allarme dato da un canarino. Alle 22,30 di quel giorno fatale vedemmo l'uccel lino buttarsi come impazzito contro le sbarrette della gab bla per fuggire e infilare con tanta forza la testa fra le sbarre da rimanere stecchito. Pensammo subito a un disastro imminente: la minaccia del Vajiont di cui sempre si discorreva; quando mancò la luce, eravamo già fuori e correvamo verso la parte alta del paese. Io avevo in braccio il bimbo. L'ondata tuttavia ci raggiunse, ci gettò a terra; ma poi fu risucchiata in basso e noi tre ci salvammo». Restiamo sulla riva sinistra del Piave e cominciamo la visita delle numerose frazioni di Longarone. Eccoci a Dogna. I/insegnante Plinio Stragà fa scuola a H alunni. In un banco, circondata dall'affettuosa simpatia degli altri scolari, vi è una bimba di dieci anni, Noris Zandomenico, rimasta orfana del padre travolto dall'acqua mentre faceva il turno di notte nella cartiera. A Provagra, Vania, sistemata in una stie provvisoria, è affollata da te scolari; anche qui c'è un bambino, Leo Salvador, di 8 anni, ohe nel disastro ha perduto il padre. A Igne, grossa borgata sulla riva destra del Piave, gli scolari sono 98. Il paese non è stato raggiunto dall'acqua; ma molti abitanti erano «cesi a Ls a a Lonyirone per trascorrere la serata davanti al televisore o lavoravano in fabbrica nei turni della notte, e sono stati sorpresi dal disastro. Igne ha avuto tt morti; fra questi una maèstra, Carla Tovanella^ morta a Longarone con tutta la famiglia. Non troviamo ragazzi, invece, nelle scuole di Faè e Fortogna. Faè è stata duramente colpita e a Fortogna è stato sistemato il grande cimitero che accoglie le vittime ritrovate. Bisognava portare via i bambini da quei luoghi di orrore; gli scolari sono perciò ospiti di una colonia estiva a Safforze, a pochi chilometri da Belluno. Bono 98; nel gruppo più piccolo, ouello dei bimbi di Faè, mancano nove alunni periti nel disastro. Metà circa della popolazione di Erto ha trovato un ricovero di fortuna nelle case vuote, o meno abitate di Cimolais. Il sindaco, De Damiani, è andato a Udine, ma il vice-sindaco, maestro Martinelli, ci accompagna nella scuola comunale, dove in cinque classi, con lezioni a turno, sono raccolti insieme gli scolari del paese ospite e 48 ragazzi sgomberati da Erto e frazioni. E' l'ora della ricreazione e i fanciulli chiacchierano e giocano in classe. Portiamo agli insegnanti i doni per i piccoli profughi di Erto: le buste contenenti 10 mila lire saranno consegnate dopo la lezione e per i più piccoli verranno avvertiti i parenti. < Sono tanto irrequieti — dicono le maestre — e non vorremmo che perdessero la busta per la strada. Verranno 1 genitori a ritirarla». 71 comune di Erto, situato sulla riva del funesto bacino del Vajont, contava S500 abitanti e ha avuto 8*6 morti, di cui soltanto tredici sono stati trovati. Ma a Cimolais non ci sono scene di distruzione; la vita rinasce, i bimbi di Erto e Casso ricominciano a sorridere e a giocare con i nuovi amici. Distribuiamo a Cimolais 48 buste, proseguiamo per Claut: qui sono raccolti altre eentinaia di sfottati con 75 ragazzi. L'insegnante più anziano, maestro Orava, ci aooompagna nette aule; e ci intratteniamo poi con gli scolari nel eortUe della scuola, dove i piccoli, come già quelli di Cimolais, si stringono festanti attorno a noi, con un impeto di affetto dedicato ai loro giovani amici del lontano Piemonte. E' stato, il nostro, un emo¬ z zionante ritorno sui luoghi del disastro. Abbiamo riascoltato gli angosciosi racconti dei superstiti e il pianto di chi ha perduto i suoi cari; .ma fra i ragazzi, accolti affettuosamente nelle scuole dagli insegnanti e dai coetanei, abbiamo visto il primo timido sorriso della vita che riprende con la speranza d'un domani meno buio. Dobbiamo però stare vicino a questa povera gente: specialmente ai bambini. Occorre aiutarli a superare anche il ricordo degli orrori visti, delle sofferenze patite. Per maggior chiarezza, riassumiamo i dati della distribuzione (ricordando che le too mila lire della professoressa, e le tSO.OOO aggiunte per il primo versamento agli scolari di Longarone, figurano nel totale generale della sottoscrizione). Abbiamo consegnato: a Longarone, per 4$ ragazzi, 430.000 lire; a Codissago, per 60, lire 600.000; a Dogna, per 14, lire 140.000; a Provagna, per 26, lire 260.000; a Igne, per 98, lire 980.000; ai 98 ragazzi superstiti di Faè e Fortogna ricoverati a Safforze, lire 980.000; a Cimolais, 48, lire 480.000; a Claut, 15, lire 750.000. Alle 46t buste con L. 10.000 ciascuna, abbiamo aggix ■ ' altrettante copie di Cuore offerte da La Stampa fuori della sottoscrizione. Ettore Doglio