In Assise la "gang,, che taglieggiava i dell'angiporto a Genova

In Assise la "gang,, che taglieggiava i dell'angiporto a Genova In Assise la "gang,, che taglieggiava i dell'angiporto a Genova Ventisei imputati - Sono-accusati di aver imposto «tributi» a contrabbandieri, ladri e biscazzieri - Devono rispondere di tre tentati omicidi, estorsioni, rapine e furti (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 ottobre. (n.b.) Un calabrese di 28 anni, Giuseppe Gullì, ha rivelato alla magistratura genovese le imprese di una «gang» specializzata nel taglieggiare i meridionali che; nell'angiporto, vivono di attività e di espedienti non - sempre nel rispetto della legge. Sono, state le confidenze del Gullì a permettere di far luce sulla banda e su alcuni episodi di violenza trascinando in giudizio ventisei persone che sono comparse oggi pomeriggio in Corte d'Assise con diverse gravi accuse: tre tentati. omicidi, • estorsioni, rapine, furti, minacce, ricettazioni. Principale imputato e «cervello» della «gahg» è il latitante Antonio Rampino, di 36 anni, calabrese, il quale aveva cercato di sostituirsi ai «bigs» della malavita genovese sgominati dalla polizia dopo il delitto del « Bar Angelo », imponendo taglie u biscazzieri, contrabbandieri e ladri terrorizzati dalle sue vendette. Fu una vendetta sanguinosa a mettere in movimento la squadra mobile. La sera del 23 aprile 1961 Umberto Dalla Gaggia, noto come • « Tubetiello», dopo aver chiuso il bar «Silver Dollar» che gestiva in via Gramsci, tornava verso casa con una sua conoscente, Giuseppina Foglia. La coppia fu aggredita in un vicolo buio e percossa a sangue con una sbarra di ferro. L'agguato — secondo la polizia — era stato predisposto dal Rampino il quale voleva vendicarsi del fatto che il Dalla Gaggia non aveva corrisposto alle imposizioni « tributarie » della banda. Il Gullì era uno dei « fedelissimi » del Rampino. La sera dell'agguato al « Tubetiello » faceva parte della squadracela, ma quando aveva visto uno dei « picchiatori >, Michele Carlisti di 34 anni, da Palmi (che una ' gravissima infermità ha costretto oggi a presentarsi in aula in barella), alzare la sbarra di ferro sulle due vittime, era fuggito spaventato. Fu lo stesso Caristi ad accorgersi della sua fuga e a punirlo sparandogli in una gamba. Il Gullì si rifugiò in un portone, poi con un taxi raggiunse l'abitazione del «boss» e chiese il perdono di Antonio Rampino prima che il Caristi o qualche altro gli facessero la pelle. Il Gullì fu salvato a patto che rispettasse la legge dell'omertà. Tuttavia il giovane calabrese dovette ricorrere alle cure .lell'ospedale di San Martino e la polizia si interessò al suo oscuro ferimento. Le sue rivelazioni hanno condotto all'incriminazione di Antonio Rampino, Michele Caristi, Michele Vitale, Antonio Frisone, Angeluzzo Giordano, Umberto Della Gaggia, Giuseppe Raimo. Giuseppe Bonsignore, Mario Rodano. Giuseppe Rotondo, Angelo Scotto di Perta, Vincenzo Riccio ex « re della pizza », Vito Gaiazzo, Eligio Angolano, Carmelo Zoeco, Domenico Zucco, Oscar •Fredianì, Armando Trucco, Salvatore Zappone, Giuseppe Celluia, Giobatta Marino, Pasqualina Massa, Vincenzo Ortoleva, Vincenzo Zappone, Alfredo Cannata. Anc.ie il Galli, per i suoi trascorsi agli ordini del Rampino, è stato chiamato davanti ai giudici dell'Assise, a rispondere di concorso in estorsione. ' Nell'udienza odierna i difensori hanno sostenuto la nullità degli atti istruttori sulla base di una- recentissima sentenza della Corte costituzio¬ nale per il fatto che la gang' è statL mandata a- giudizio con una sentenza redatta dalla seziono istruttoria della Corte d'Appello anziché del giudice istruttore. La tesi difensiva, benché contrastata dal P. M. - dott. Meloni, è stata accolta dalla Corte dopo mezz'ora di riunione in camera di consiglio. I giudici, inoltre, hanno deciso la scarcerazione di- Gaiazzo e Bonsignore. .

Luoghi citati: Bar Angelo, Genova, Palmi, Vito Gaiazzo